Schizofrenia Rossoblù
Considerazioni sulle tre votazioni a livello cantonale: sulla riforma tributaria approvata, l’UDC parte subito all’attacco; e il centro-sinistra deve riflettere su come trovare alleanze in Gran Consiglio
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Considerazioni sulle tre votazioni a livello cantonale: sulla riforma tributaria approvata, l’UDC parte subito all’attacco; e il centro-sinistra deve riflettere su come trovare alleanze in Gran Consiglio
• – Rocco Bianchi
Gli studi interrotti, l’ingresso nel partito, il fidanzamento con la nipote di Le Pen e la carriera velocissima
• – Redazione
Il 10 giugno di cento anni fa, il leader socialista fu massacrato dai fascisti. Ma, prima ancora, il suo omicidio iniziò a consumarsi nella calunnia e nell’isolamento che spensero una voce libera. Lo scrittore racconta il delitto anche in un podcast
• – Redazione
Il paese cerca una coalizione dopo le elezioni che hanno sanzionato pesantemente l’ANC che fu di Mandela, diviso fra tradizionalisti e pragmatici
• – Carla Ferrari
Dal nostro corrispondente da Mosca Dopo 21 anni la Federazione Russa ha deciso di rimuovere il movimento dei Talebani dalla propria lista delle organizzazioni considerate...
• – Yurii Colombo
Chi ricorda ancora che una generazione di giovani americani pagò un prezzo altissimo per sconfiggere il nazismo in Europa?
• – Redazione
Nella città sulla Limmat la carenza di alloggi a prezzi ragionevoli è diventata un problema sociale: l’affitto di un tre locali può arrivare a 7.000 fr. al mese. Ma dov’è l’amministrazione ‘rossa’?
• – Simona Sala
Una società che privilegia la rendita rispetto al lavoro produttivo erode le basi del proprio futuro economico
• – Spartaco Greppi e Christian Marazzi
Il centrodestra sfida il Partito Democratico che da mezzo secolo governa il capoluogo toscano. Con argomenti sentiti da molti, ma soluzioni discutibili. All'orizzonte, tra due settimane, un ballottaggio
• – Michele Ferrario
Israeliani-Palestinesi, ipotesi su una pace che ancora non si vede - Di Martino Rossi
• – Redazione
Considerazioni sulle tre votazioni a livello cantonale: sulla riforma tributaria approvata, l’UDC parte subito all’attacco; e il centro-sinistra deve riflettere su come trovare alleanze in Gran Consiglio
La strada tracciata l’ha indicata l’UDC: “Ora la politica, Consiglio di Stato in primis, deve finalmente giocare un ruolo attivo e procedere come già indicato in precedenza dal popolo ticinese nel mettere in atto il Decreto Morisoli e incamminarci così verso il risanamento dei conti pubblici”. Ossia, per dirla con la Lega a “meno entrate” dovranno corrispondere “meno uscite”. In pratica ciò significherà che se il preventivo 2024 era stato di tante lacrime e un po’ di sangue, quello del 2025 si annuncia ancora peggio.
Il centrosinistra si lecchi le ferite ma soprattutto si prepari, perché un’altra cosa queste votazioni hanno confermato: il fantasmatico fronte rosso-verde deve riuscire a trovare in Gran Consiglio alleanze per far passare le sue proposte e attenuare quelle più indigeste, ché alle urne solo contro tutti non ha scampo.
È l’inverno del nostro scontento, che stando alla meteo di questa pazza primavera non s’è ancora fatta né estate sfolgorante ai raggi del sole né tantomeno ha sviluppato crisi etico-morali nella nostra classe politica. E figuriamoci nel cittadino votante. Il quale da par suo ha confermato quella schizofrenia di pensiero che lo caratterizza da tempo: di centrodestra sui temi economici, di centrosinistra su quelli sociali e ambientali (le eccezioni, che ci sono state e sicuramente ci saranno ancora, non fanno che confermare la regola).
Posizione psicologicamente interessante, che ieri ha esplicitato senza timori nelle urne – con la Romandia e la sinistra a livello federale su temi sanitari ed energetici, con il centrodestra a livello cantonale – che tuttavia negli anni si è condita di un substrato sempre più evidente di strisciante antistatalismo. Non è un caso infatti che solo una grande intesa anche con i due maggiori partiti “borghesi” abbia permesso alle misure di compensazione per la Cassa pensioni dei funzionari pubblici (i privilegiati fuchi di Stato della narrazione della destra nostrana) di passare lo scoglio del voto popolare, sia pure per il rotto della cuffia – interessante la dicotomia tra Bellinzona, Mendrisio e Locarno e Lugano, i primi a favore, l’ultima contraria – e che il nuovo palazzo di giustizia non abbia avuto scampo. Perché spendere centinaia di milioni per uno stadio di calcio e un palazzetto dello sport con annessi e connessi speculativi va bene, ma per giudici, pretori e impiegati vari nell’immaginario popolare e nella narrazione di alcune forze politiche molto tenenti ma molto poco facenti proprio no.
Certamente non sarà stato un voto anti-Gobbi, ma il segnale è ambivalente: il movimento di via Monte Boglia da quando è al potere, ossia oltre vent’anni, ha gestito soprattutto due cose: territorio e giustizia. Lo stato del primo è sotto gli occhi di tutti, quello della seconda pure; un minimo di autocritica dal capo di quest’ultimo dipartimento piuttosto che uno scaricabarile sui funzionari, oltre che ad essere questione di stile, si imporrebbe. Perché è sicuramente vero che “possiamo mettere in atto la miglior organizzazione, i migliori processi, ma a essere decisive sono le persone che operano al fronte” (Gobbi dixit), ma è anche vero che la responsabilità di quanto fatto, non fatto o fatto male di fronte ai cittadini è del consigliere di Stato in carica (dal 2011, ndr.), dunque sua.
Nell’immagine: Ticino paradiso per ricchi
Gli orfani (provvisori?) di Trump, o i delusi (pochi?) di Salvini, possono consolarsi guardando ad Est. L’Est europeo. Inteso come i battistrada del “gruppo...
Globalizzazione, povertà laboriosa e monetarizzazione delle parole in un mondo terziarizzato