Sicuri che discendiamo dalle scimmie e non dai lama delle Ande?
A vedere quanto sputano i calciatori (nell’indifferenza di Infantino & Co.) il dubbio è lecito. Dai Pascoli del Cielo’ Capo Seattle cala il cartellino rosso
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A vedere quanto sputano i calciatori (nell’indifferenza di Infantino & Co.) il dubbio è lecito. Dai Pascoli del Cielo’ Capo Seattle cala il cartellino rosso
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A vedere quanto sputano i calciatori (nell’indifferenza di Infantino & Co.) il dubbio è lecito. Dai Pascoli del Cielo’ Capo Seattle cala il cartellino rosso
Ma perché Zuber, ritornato in Nazionale dopo lunga assenza, sputa a cascata dopo aver realizzato con un gran tiro il primo goal in Svizzera-Estonia? Forse vuol dire: ‘mi avete escluso a torto. La prossima volta pensateci bene’. E l’estone Peetson? Scaglia un bel tiro che Mvogo para con qualche difficoltà: sputa contro il ‘fato’ che gli ha impedito di segnare? In un’altra amichevole, Italia-Turchia, Demirel entra in campo con due sputi: il primo lieve, il secondo copioso. Per quale ragione? In Turchia e in Cina sino a pochi anni fa lo sputo era considerato normale. Nel Medioevo si riteneva addirittura disdicevole deglutire: la saliva di troppo andava espulsa con lo sputo, come qualcosa di sporco che non si poteva ‘mandare giù’.
Siamo discendenti dei lama delle Ande piuttosto che delle scimmie? I camelidi sputano quando si sentono minacciati. È una forma di difesa. Più creativi i loro parenti, gli alpaca: anche loro sputano quando si sentono in pericolo, ma pure per difendere il territorio, per dimostrare una loro superiorità sui rivali. Sputano pure le femmine di alpaca: in questo caso, nessun dubbio: maschiacci, non vogliamo essere molestate…
A Singapore il Padre della Patria Lee Kuan Yew, scomparso nel 2015, è stato severissimo con chi sputa per terra: in un primo tempo contro i chewing-gum che imbrattavano il suolo, ma poi anche con il semplice sputo: multe, fustigazione e perfino carcere. Da un punto di vista penale in Svizzera sono i comuni a decidere: si va dai 40 fr. di Dübendorf ai 200 di Dietikon. In Italia Trento commina multe da 54 a 324 euro, Rimini da 25 a 150. Anche dalle nostre parti la competenza delle multe è municipale. Lo sputo rientra nella casistica di chi ‘sporca, imbratta o in altro modo insudicia suolo e beni pubblici’. Ma di fatto chi sputa la fa franca.
Nel gioco del calcio ci sono stati casi gravi: famosi gli sputi reciproci fra il tedesco Völler e l’olandese Rijkaard, non puniti in mancanza di telecamere. Ma poco dopo, con la prova televisiva, il serbo Mihailovic è stato squalificato per 8 giornate per aver sputato addosso al romeno Mutu in Lazio-Chelsea, l’italiano Totti per 4 giornate per lo sputo al danese Poulsen agli Europei del 2004.
Casi del genere non si sono più verificati. Per contro lo sputo a terra, gratuito, è diventato quasi un marchio di fabbrica dei calciatori da 3-5 milioni di euro annui, in media. Una specie di moda, di must: sono un calciatore, un arrivato, dunque posso essere trasgressivo rispetto ai comuni cittadini. Sputando dimostro che il mio statuto è diverso, che non devo accodarmi alla massa.
Nel rugby però, perlomeno altrettanto dispendioso in materia di energie fisiche e nervose, non si sputa. Dunque scuse tipo ‘sputo per scaricare la tensione, o perché ho troppa saliva in bocca’, non reggono. Neanche nel caso di Wawrinka e Cerundolo: poveri noi, lo sputo attecchisce pure nel tennis?
A meno che, l’impianto mentale dei campioni, la psychē greca, li accomuni alle madri pachistane e indiane (ma anche di altri popoli) che sputano leggermente addosso ai loro pargoletti per scacciare un malocchio che deriverebbe dalla troppa attenzione, dalla troppa ammirazione a cui sono soggetti: le madri li ‘sporcano’ leggermente affinché qualche dio non li faccia ammalare per invidia della loro bellezza. Ma forse paragonare la psychē del calciatore (‘dove gioca questo Psychē?’) a quella delle madri è troppo osé.
Che fare? Punire, per esempio introducendo un cartellino giallo per 3 sputi? Povero arbitro, bisognerebbe aggiungere un VAR supplementare e piazzare qualche telecamera in più. Ma forse basterebbe un intervento informale, una specie di morale suasion, di mezza ramanzina da parte di Infantino e Ceferin, o degli arbitri direttamente. Meglio ancora, anche se è chiesto troppo (ma non si sa mai): prima di entrare in campo, obbligare i milionari del calcio a sentire le parole di Capo Seattle (ha dato il nome alla città) indirizzate al Grande Padre a Washington che gli voleva comprare diversi territori: “come si può comperare il Cielo e la Terra? Ogni ago di pino scintillante, ogni insetto che ronza è sacro al mio popolo: come si può possedere la propria madre? Se gli uomini sputano per terra, sputano su loro stessi: qualunque cosa accadrà alla Terra, accadrà all’uomo stesso.”
Ma Ronaldo, Messi & Co. si opporrebbero: ‘noi non sputiamo per terra, sputiamo nell’erba o sul sintetico”.
Nell’immagine: un bel primo piano di un Lama delle Ande ( sicuramente molto più civile di qualcuno di noi )
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