Spalletti annuncia sei Comandamenti. Svizzera sul chi vive
Dopo aver saccheggiato Euclide (le geometrie a centrocampo) e Archimede (4-4-2, 3-4-3, 2-3-5), ora tocca alla Bibbia: a quando una cattedra di Scienza del calcio per Spalletti e Co.?
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Dopo aver saccheggiato Euclide (le geometrie a centrocampo) e Archimede (4-4-2, 3-4-3, 2-3-5), ora tocca alla Bibbia: a quando una cattedra di Scienza del calcio per Spalletti e Co.?
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Dopo aver saccheggiato Euclide (le geometrie a centrocampo) e Archimede (4-4-2, 3-4-3, 2-3-5), ora tocca alla Bibbia: a quando una cattedra di Scienza del calcio per Spalletti e Co.?
E Spalletti che dichiara di essersi diplomato all’Accademia del Calcio di Coverciano con una tesi sul 3-5-2? E i telecronisti che in matematica raggiungevano a stento la sufficienza e ora si beano di un cambio dal 4-4-2 al 4-3-3? Ma questo è il meno rispetto a chi trasforma un gioco in una sostituzione della guerra con altri mezzi, peggio ancora, in una disputa sui ‘massimi sistemi’ filosofici approfittando dell’attuale vuoto culturale. E allora la partita diventa un ‘Ersatz’, come diceva il Barba di Treviri, sino a poco fa noto con il suo vero nome, Karl Marx. La partita come sostituzione di un sistema che si basa sull’IO e ha cancellato il NOI, recuperato attorno a un campo di calcio, dove “la squadra è solidale”, e noi siamo orgogliosi dei nostri eroi e viviamo giornate da leoni in un tripudio di colori rossocrociati.
Italia-Svizzera è destinata a battere tutti gli indici di ascolto di entrambi i Paesi. Il peso specifico delle due squadre in questo momento si equivale: chi andrà avanti? E come?
Spalletti ha le idee chiare, le ha espresse ispirato da Mosé e dai suoi 10 comandamenti, limitandosi, umilmente, a 6. Tutto qui? ‘Por el nada de nada’ – gnanca ‘n po’: perché il nostro Regazzoni, ex nazionale, dall’eterna Provincia (alla RSI) gli fa il verso, rispondendo con 3 comandamenti.
Ma andiamo per ordine, ecco Spalletti – nuntio vobis:
1: Pressione continua
2. Controllo del gioco
3. Stare legati, corti e vicini
4. Riaggressione feroce
5. Ricomposizione
6. Ordine, studio e preparazione (ma non andava messo all’inizio?)
Ed ecco la ricetta di Regazzoni:
1.SOLUZIONI. Trovare alternative per aver sempre in mano le partite
2.MENTALITÀ. Giocare per vincere contro una grande squadra.
3. CONCRETEZZA. Trasformare le poche occasioni a disposizione
Ben detto. Ma i rossocrociati hanno un’altra freccia nell’arco, atta perlomeno a pareggiare i conti dei Comandamenti (6) di Spalletti: il mitico Ceroni – (“ero dietro stavo andando / che s’è aperta la portiera / ho cacc… è caduto giù l’Armando” – Jannacci) non si è ancora manifestato, ma avendo avuto l’onore di incrociarlo a Comano osiamo in esclusiva una sua ipotesi-formula vincente per la Nazionale:
1. SGRUGNARE (l’aggressione feroce di Spalletti, ispirata al maiale grufolante)
2. SPEEDYGONZALEGGIARE (prendere l’avversario in velocità, dal topo dei cartoni animati).
3. NON FARFALLEGGIARE (essere sempre concentrati: per Sommer, non uscire a farfalle). “Non più andrai farfallone amoroso/notte e giorno d’intorno girando/delle belle turbando il riposo” – Le nozze di Figaro (Mozart).
A questo punto, parafrasando i 3-tecnici-3, viene spontaneo enunciare 3 Comandamenti ai maturandi:
1. Dormire bene.
2. Ricordare tutto
3. Consegnare a tempo
Vuoi dire che in materia di Comandamenti abbiamo dimenticato qualcosa?
A ben vedere manca l’importante Decimo che ha diverse versioni, ebraiche e cristiane. Noi citiamo quella del Deuteronomio dove si dice: “Non desiderare alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”. Lasciando perdere beni che non sono più attuali come il bue e l’asino (ma lo schiavo e la schiava purtroppo lo sono ancora) proseguiamo con“non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né la sua moglie”. Tradotto per i nostri tempi: “non desiderare la perfetta disposizione sul terreno, il gioco, lo spessore tecnico, l’intelligenza degli spagnoli.
“La moglie altrui” potrebbe essere per Spalletti – che contro la Spagna aveva annunciato “il dominio del gioco” – Fabian Ruiz o Pedri, ora Ndoye o Shakiri (se gioca gli ultimi 5’ e azzecca il sinistro); per Regazzoni e Ceroni Donnarumma (anche se Sommer è bravo) o Zaccagni che segna al 98’ contro la Croazia, e induce Spalletti (serio come un paracarro) al seguente commento: ”perché il calcio di oggi è questo: ci sono situazioni che diventano pericoli d’ufficio, situazioni clou, non solo se giochi bene o male”. Chiaro a tutti, da Basilea a Barcellona Pozzo di Gotto passando per Casa del Diavolo (esiste, verificate!).
Ma i neo-filosofi del calcio, oltre al decimo comandamento, dimenticano pure il Sommo Poeta: per bocca di Virgilio, Dante ci dice che “la Signora Fortuna è general, ministra e duce, imperscrutabile come in erba l’angue “(la biscia) per cui “una gente Impera e una langue”, una squadra vince e una perde.
E aggiunge: “vostro saver non ha contasto a lei”. Tradotto: opporsi, spremersi il cervello non serve, il 4-4-2 o i 3-5-2 alla Signora Fortuna non interessa, anzi, secondo Dante – ecco la mazzata finale – “volve sua spera (la sfera, la palla!) e beata si gode!”. Schrecklich, orribile. Sabato alle 18:00 a Berlino sarà Lei a muovere la palla: non solo, lo farà facendosi beffa (“beata si gode”) di tutti i nostri schemi, dei nostri propositi, dei nostri progetti. Perché la palla non può essere descritta con formule matematiche: la palla, come ci dice l’Illuminato Rinpoche, è INEFFABILE.
Oppure, detto con i santi bevitori da bettola (spesso l’unica) dei nostri remoti Paeselli – “ul balon l’è rodoond”. Punto.
Nell’immagine: Mosè-Spalletti (fotomontaggio della redazione)
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