Sul turismo degli acquisti
Si rinnova un dibattito acceso che trascura un aspetto importante: c’è anche una ingiustizia territoriale (soprattutto se si parla di potere d’acquisto)
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Si rinnova un dibattito acceso che trascura un aspetto importante: c’è anche una ingiustizia territoriale (soprattutto se si parla di potere d’acquisto)
• – Silvano Toppi
Una polemica sterile e inopportuna, strumentale e di cui non si sentiva proprio la necessità - Di Carlo Lepori
• – Redazione
Anche John Bolton conferma: «Predilige confrontarsi con gli autocrati»
• – Redazione
L’intervista di Francesco alla RSI e le polemiche suscitate dal suo appello a quello che considera ‘un gesto di coraggio’
• – Aldo Sofia
Per due anni siamo stati convinti che Putin non avrebbe mai prevalso sul «Bene», cioè noi occidentali ma è l’esaurimento degli uomini sul campo di battaglia a decidere il conflitto, e Kiev è quasi alla fine
• – Redazione
Nel giorno in cui in Gran Consiglio si affronta lo spinoso tema della nomina di due nuovi procuratori pubblici, c’è da tornare a chiedersi perché la politica attuale appare sempre più come un ambito che favorisce soltanto la mediocrità e l’affarismo
• – Andrea Ghiringhelli
Un audio racconto e una serata per conoscere, attraverso gli occhi di due giornalisti gambiani, il difficile percorso verso la giustizia di questo Stato dell’Africa occidentale. Un percorso che passa anche dal Ticino e dal processo nei confronti dell’ex Ministro dell’interno, Ousman Sonko.
• – Federico Franchini
Il prestigioso Politecnico federale di Losanna (EPFL) sta valutando la possibilità di limitare i posti per gli studenti e le studentesse che provengono dall’estero, al fine di mantenere la qualità dell’istruzione
• – Redazione
Nell’intervista alla RSI di cui parla il mondo intero il pontefice chiede a Kiev di avere il coraggio di negoziare, come ‘atto di coraggio’ e non di debolezza. Come prevedibile le sue parole hanno suscitato reazioni infuocate
• – Redazione
In sala il bel documentario di Heinz Bütler “Albert Anker. Lezioni di pittura da Raffaello”
• – Simona Sala
Si rinnova un dibattito acceso che trascura un aspetto importante: c’è anche una ingiustizia territoriale (soprattutto se si parla di potere d’acquisto)
Ed eccoci dunque pienamente dentro il periodico e immancabile tema del turismo degli acquisti, con commercianti, consumatori, professori a discuterne. Come prima. Ma questa volta con l’entrata in causa (o in conflitto) di due ulteriori elementi:
sia la franchigia all’importazione o il limite di esenzione IVA per le merci acquistate all’estero (da 300 a 150 franchi) intesa come freno alla spesa oltre confine e quindi sostegno e difesa del commercio e della produzione locali (o, si potrebbe aggiungere, del reddito speso là dove lo guadagni e a sostegno dell’economia locale);
sia la risposta del governo ticinese, in consultazione federale (che si concluderà il 15 di marzo) il quale, sostanzialmente, ritiene che “la riduzione della soglia in discussione rischia di causare un’ulteriore contrazione del potere d’acquisto dei cittadini “e, da accorto Ponzio, auspica “che gli effetti della diminuzione della franchigia vengano analizzati tenendo conto degli interessi sia dei commercianti sia dei consumatori”.
Partono così critiche contro l’autorità politica da parte dei commercianti (uno schiaffo, nessuna progettualità politica, mancanza di sostegno “per il commercio al dettaglio ticinese che sta attraversando un momento particolarmente difficile”), mentre arrivano considerazioni favorevoli da parte di chi difende i consumatori e qualche voce dal sen fuggita che avverte, non a torto, che forse il vero problema sta da un’altra parte, quando si parla di difesa del potere d’acquisto: dalla parte del Cantone che, proprio perché Cantone di frontiera, continua ad avere e accettare i salari più bassi della Svizzera, anche se i prezzi sono quelli svizzeri e non quelli italiani.
Se poi vedi i filmati, presentati con abbondanza di prodotti, esempi e di confronti messi nella “borsa della spesa”, con micidiale contabilità riassuntiva oppure sull’etichetta del soprabito appena acquistato e indossato, è certo che essi sono accolti: o con giubilante verso di trionfo (da parte del consumatore comune); o con fastidioso “cupio dissolvi” (di quei rari ticinesi con un filo di responsabilità economica o quelli che non vedono alternative se non il protezionismo rigido); o di constatazione frastornante e di impotenza (per il medio e piccolo commerciante).
Tutto serve comunque a dimostrare che una “differenza” forte c’è, che è li da prendere, che la frontiera, se puoi, è un’opportunità da cogliere, con il borsello magro, ma anche (e non nascondiamoci dietro la sola motivazione…di chi non arriva al fine mese) con il borsello grasso (che poi appartiene di solito a chi fa più questi calcoli, fors’anche per deformazione possessiva o professionale).
C’è però un aspetto fondamentale che in tutta questa gibigianna del turismo degli acquisti, giustificato ora con… la salvaguardia del potere d’acquisto o l’opportunità geografica-politica che permette tanto, che non si esamina né analizza mai. Fors’anche perché ha un valore politico / etico più che economico. Definiamolo: di giustizia territoriale o frontaliera.
Significa questo, con l’avallo del governo. Il ticinese che, diciamo, è entro 20 chilometri della frontiera, comprese anche le spese di spostamento per la benzina o il mezzo pubblico, può godere del privilegio di sistemare e nutrire il suo potere d’acquisto rattrappito o il suo salario bastonato e, quindi, in sostanza, trovarsi qualcosa di più in busta paga. Il ticinese che abita, supponiamo, nelle valli (quindi in quasi tre quarti del Cantone),si paga tutta l’Iva nazionale nella sua bottega di paese e non può sistemare né nutrire un bel niente; anche perché non gli varrebbe la pena, in termini di costi, spostarsi a Cannobio o Ponte Tresa o Luino o altrove in Italia.
Esistono dunque ticinesi a due velocità o, per farla breve, una sorta di ingiustizia territoriale. È singolare il fatto che la si vorrebbe considerata per i commercianti (quelli prossimi alla frontiera) e la si ignori per i consumatori o i commercianti (quelli lontani dalla frontiera).
Nell’immagine: uno dei confronti proposti da Patti chiari
Attenti a chi usa il termine 'resilienza': fregatura in vista!
La politica preferisce massimizzare i vantaggi del breve periodo a discapito del lungo termine: il populismo che eccita paure e rancori va alla grande