A mo’ di diario postelettoralistico
Perché perdono e perderanno i partiti o i movimenti che chiedono qualche impegno e un poco di responsabilità
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Perché perdono e perderanno i partiti o i movimenti che chiedono qualche impegno e un poco di responsabilità
• – Silvano Toppi
Numerosi colleghi, ricercatori e amici hanno festeggiato a Bellinzona il dottor Franco Cavalli, al quale è stato recentemente assegnato il prestigioso premio alla carriera dall’AACR, la più importante associazione mondiale di ricerca sul cancro
• – Redazione
Nonostante la crisi del CS, nel rapporto “Too big to fail” si usano i guanti; è necessario un capitale netto significativamente maggiore
• – Redazione
Quando Israele ha attaccato il consolato iraniano a Damasco, nessuno dei paesi occidentali ha condannato. Quando l’Iran ha risposto,sono intervenuti in modo solerte. E dopo aver ignorato la risoluzione 2728 che chiedeva di cessare il fuoco a Gaza, Israele ora chiede un intervento d’emergenza del Consiglio di Sicurezza: è un fatto positivo, potrebbe facilitare il cessate il fuoco
• – Redazione
Sempre più schede senza intestazione di partito e nuove liste civiche: conferme ma anche qualche sorpresa nel voto di domenica nei comuni ticinesi. Intervista con il politologo Andrea Pilotti
• – Aldo Sofia
Anche lo spoglio dei voti per i Consigli comunali conferma sostanzialmente quello per i Municipi; i rosso-verdi preannunciano una verifica dell’alleanza che però arriva in ritardo
• – Rocco Bianchi
Per esempio a capire che “libertà” non è fare ciascuno ciò che si vuole, bensì sviluppare sé stessi insieme agli altri e non contro - Di Ernesto Borghi
• – Redazione
Per rimanere al potere la strategia «iraniana» del premier israeliano è una pistola puntata contro il mondo, Biden compreso. Cancellando la Palestina e il massacro in corso a Gaza
• – Redazione
Nella Cisgiordania già piegata dalla crisi aumentano le violenze dei coloni e la povertà
• – Redazione
La sorpresa la fanno loro, soprattutto l’ex ppd; a Lugano la Lega si conferma con Michele Foletti nella sfida voluta da Marco Chiesa; la sinistra in ulteriore calo, urge una riflessione
• – Rocco Bianchi
Perché perdono e perderanno i partiti o i movimenti che chiedono qualche impegno e un poco di responsabilità
Ritorna, a mo’ di quasi giustificazione o di autocritica, il solito eterno ritornello: è chiaro che la sinistra, pur trovandosi in un momento che le darebbe mille ragioni (clima e conseguenze nefaste e innegabili, anche per un settore primordiale come l’agricoltura; diseguaglianze di reddito e povertà crescenti da qualche decennio; fisco sempre benevolo con i ricchi ed esigente con i meno ricchi; diritti esigibili solo se hai i soldi per farli presenti e farli valere con qualche avvocato o se hai qualche santo là dove “il sì puote”; casse pronte e più generose per le armi futuribili e casse vuote e più taccagne per le persone presenti e indebolite o persino per l’intelligenza che deve formarsi e crescere), la sinistra, nonostante le sue battaglie, non riesce a informare e comunicare.
Ci si dimentica però (e queste elezioni l’hanno abbondantemente dimostrato) che informazione è quello che vi dico; comunicazione è quello che voi capite o avete deciso di capire di quello che vi dico.
Se ci si informa che il clima peggiora, ed è lì da vedere e constatare, se comunico quindi che in qualcosa di meglio occorre seriamente impegnarsi per almeno evitare il peggio, ecco che si capisce che mi si chiede di punirmi e rinunciare a qualcosa e per tutti gli altri (anche gli stranieri), mandando a rotoli l’economia e quindi il ben-essere.
E per chi governa e tentenna, non riuscire a programmare come si dovrebbe (come si permettono di dirci incauti giudici stranieri) è in pratica programmare… di non riuscire.
Così, tra tutti i commenti apparsi sulle elezioni (quelle passate e quelle recenti) non salta mai fuori una verità che è solo una conclusione logica: perdono e perderanno i partiti o i movimenti che chiedono qualche impegno e un poco di responsabilità.
L’hanno capito i partiti di destra che (soprattutto su piano nazionale, ma con ovvio impatto su piano locale) oppongono l’ecologia al potere d’acquisto e alla libertà, senza temere le proprie contraddizioni. E cioè è ormai una costante la contrapposizione sistematica del breve termine (l’ecologia come la pretendono verdi e sinistra è punitiva, quello che dovremmo patire con certe misure non è accettabile, ha costi enormi ed è impoverente; sono “gli altri” che mettono più CO2 di noi) con il lungo termine (non si può negare che il problema esiste, ma si risolverà nel tempo con la tecnologia, l’energia nucleare pulita ecc. e con la capacità di adeguamento delle società umane). E si risolve anche, soprattutto in un elettorato tradizionalmente di destra come quello rurale, in “meno norme ecologiche e più protezionismo”.
Oltre tutto questo, sta il fatto che la nostra società, la nostra democrazia, vivono in un’altra contraddizione fondamentale. Da un lato la crescita inarrestabile di un individualismo alle volte anche spietato, la frammentazione dei gruppi sociali, la perdita di legittimità delle rappresentazioni ufficiali; d’altro lato, l’imperativo di risposte collettive di fronte alle principali sfide odierne: il riscaldamento climatico, la difesa della salute, la preservazione della pace e della protezione sociale, la lotta contro il debito, la competizione internazionale che giunge ormai in ogni casa.
È innegabile, considerata la realtà dei fatti, che ci sono partiti o movimenti che si trovano la via più facile perché riescono ad accamparsi in questa “pulsione individualista”, ancorandosi a temi a breve termine vincenti: la sicurezza, il rifiuto di imposte e di tasse, l’opposizione a temi e proposte che richiedono risposte e impegni collettivi ritenuti degradanti per i diritti individuali, il pretesto della necessaria maggior responsabilità individuale per rivedere e sfoltire finanziariamente i sistemi di protezione sociale.
Potremmo così rifugiarci, consolandoci, dopo l’esito di ogni elezione, quasi a conclusione di un sillogismo, in quella invocazione che un noto filosofo-teologo americano (Reinhold Niebuhr), solo apparentemente rassegnato, soleva ripetere di fronte alla realtà politica: “Signore, dammi la forza di cambiare le cose che si possono cambiare, la pazienza di sopportare quelle che non si possono cambiare, l’intelligenza di distinguere le une dalle altre”.
Nell’immagine: il luogo posteriore dove il proprietario dell’auto conserva le sue massime aspirazioni
Attenti a chi usa il termine 'resilienza': fregatura in vista!
A sorpresa (ma neanche troppo, per gli addetti) Monsignor Lazzeri ha annunciato di voler lasciare la sua carica. Non pochi gli interrogativi, sulla decisione stessa e sul prossimo...