Le dimissioni del Vescovo
A sorpresa (ma neanche troppo, per gli addetti) Monsignor Lazzeri ha annunciato di voler lasciare la sua carica. Non pochi gli interrogativi, sulla decisione stessa e sul prossimo vescovo
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
A sorpresa (ma neanche troppo, per gli addetti) Monsignor Lazzeri ha annunciato di voler lasciare la sua carica. Non pochi gli interrogativi, sulla decisione stessa e sul prossimo vescovo
• – Pietro Montorfani
Se i media, per definizione, devono esprimersi in termini “critici” sulla realtà vengono subito considerati come orientati politicamente, a tutto vantaggio di chi li qualifica, li paga, li condiziona
• – Silvano Toppi
Fra ipotesi di default, accorpamenti, ristrutturazione e nazionalizzazione è urgente trovare una via d’uscita sostenibile
• – Enrico Lombardi
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
All’opera fortemente autobiografica di Annie Ernaux il Premio Nobel per la letteratura 2022
• – Enrico Lombardi
Minacce e pressioni sempre più frequenti sui giornalisti svizzeri: lo rivela uno studio pubblicato dall’Università di Zurigo
• – Rocco Bianchi
Le fonti storiche e filosofiche della politica putiniana – fra razzismo e fascismo – ed i suoi più diversi esegeti e sostenitori
• – Roberto Antonini
Le elezioni politiche, in Ticino come in Svizzera, alla prova dei prossimi mesi, economicamente e socialmente pieni di incognite
• – Orazio Martinetti
Forse dall’Inghilterra potrebbe venire qualche lezione per il Ticino
• – Silvano Toppi
Dopo la morte della regina il futuro del Regno Unito pare messo a dura prova dai paesi del Commonwealth - Di Cristian Ferretti
• – Redazione
A sorpresa (ma neanche troppo, per gli addetti) Monsignor Lazzeri ha annunciato di voler lasciare la sua carica. Non pochi gli interrogativi, sulla decisione stessa e sul prossimo vescovo
Non è necessario scomodare l’ingravescentem aetatem di Benedetto XVI (anche perché Mons. Lazzeri ha soltanto 59 anni) perché il Canton Ticino ha già conosciuto partenze premature dei propri vescovi, dalla malattia che colpì Eugenio Corecco nel 1995 alla breve stagione di Ernesto Togni (1978-86) che lasciò per ragioni di salute e che oggi, a 96 anni appena compiuti, può dire di avere incontrato ben quattro dei suoi successori (presto cinque).
Mons. Lazzeri passerà alla storia verosimilmente come il vescovo del covid e del “Giornale del Popolo”, il pastore che ha saputo parlare a una popolazione di fedeli provati dalle settimane di lockdown, con memorabili omelie televisive dalla chiesa luganese del Cristo Risorto, e che però non ha voluto o potuto salvare il quotidiano fondato nel 1926 dal suo predecessore Aurelio Bacciarini. Che la diocesi ticinese abbia conosciuto negli ultimi anni qualche problema di management non è un mistero per nessuno, ed è in fondo comprensibile che l’indole riflessiva di Mons. Lazzeri, più incline agli studi teologici che alla gestione del personale o delle finanze, abbia infine prevalso.
Il capitolo che si apre ora è dei più critici: in attesa che la procedura di nomina del futuro vescovo inizi il proprio iter, tradizionalmente lungo e complesso, dovrebbe giungere da nord un reggente ad interim (si cita il nome di Alain de Raemy, vescovo ausiliare di Friburgo) incaricato di traghettare la diocesi nel corso dei prossimi mesi, una scelta che permetterebbe di risolvere nel contempo, grazie a questo trasferimento, anche qualche magagna sul fronte della chiesa romanda.
Senza voler mancare di rispetto a nessuno, l’opzione pur temporanea per un vescovo-balivo ha certo il merito di lasciare tranquille le acque luganesi ancora per qualche tempo, ma non può non richiamare alla mente l’epoca dell’amministrazione apostolica (1884-86), quando le sorti della chiesa ticinese venivano decise in riva al Reno dal vescovo basilese Eugenio Lachat.
Prevedere il futuro è un esercizio che mal si coniuga con le dinamiche misteriose delle decisioni vaticane, ma se proprio dobbiamo passarci sopra del tempo possiamo riprendere in mano il Totovescovo rimasto nel cassetto dalla volta scorsa, quando si erano fatti i nomi (ancora validi) di don Arturo Cattaneo e di Padre Mauro Giuseppe Lepori: il primo in quota Opus Dei, di cui è il referente spirituale in Ticino; il secondo vicino ma non assimilabile a Comunione e Liberazione, attuale abate generale dell’Ordine dei Cistercensi.
L’alternarsi, nella serie recente dei vescovi ticinesi, di figure forti (Corecco e Grampa) ad altre apparentemente meno incisive (Togni, Torti, Lazzeri), almeno sotto un certo punto di vista, lascerebbe spazio a entrambi i candidati, noti per essere personalità carismatiche e di piglio deciso. Ma la strada sarà ancora lunga.
La vittoria di Bucarest che ha nomi anche 'stranieri'
Qualche punto interrogativo sugli attuali orientamenti politici del PLR ticinese