Bandiere e banderuole nella repubblica del pallone
Ricominciano i campionati di calcio, mentre impazza il mercato nel vortice di affari e dichiarazioni che rasentano l’osceno
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Ricominciano i campionati di calcio, mentre impazza il mercato nel vortice di affari e dichiarazioni che rasentano l’osceno
• – Paolo Di Stefano
È la data di un’immane tragedia capitata in Belgio, che colpì soprattutto gli emigrati italiani
• – Paolo Di Stefano
Ricominciano i campionati di calcio, mentre impazza il mercato nel vortice di affari e dichiarazioni che rasentano l’osceno
Finite le bandiere, nel calcio rimangono le banderuole. Più numerose delle bandierine dei calci d’angolo. Lo spettacolo dell’estate è dei meno edificanti che si siano mai visti.
Uno spettacolo osceno e comico insieme, in cui la parola data annunzia il suo esatto contrario. Un giocatore dichiara «voglio solo l’Inter»? Ecco, puoi star certo che il crescendo inarrestabile di effusioni si arresterà nel giro di poche settimane con la firma per un’altra squadra.
È il grande ballo del voltafaccia, il gioco eccitante del tradimento programmatico. Giocatori che giurano fedeltà eterna, altri che durante le trattative dichiarano di non aver mai sognato (sin dall’infanzia) che quella squadra (proprio quella tra mille) e il giorno dopo si innamorano di squadre remote e sconosciute, mai sentite nominare, purché straricche e stragenerose.
Uno spettacolo per soli adulti, si direbbe. Più che amori a prima vista, matrimoni d’interesse per corrispondenza. Comprensibile arraffare il massimo? D’accordo. Ma almeno evitare le dichiarazioni d’amore eterno. Senza dimenticare che spesso intervengono anche il papà del giocatore, la mamma, lo zio, la moglie e naturalmente l’Agente, che è insieme padre, madre, zio, moglie del giocatore. Un’umanità chiassosa e affamata.
Bando ai discorsi moralistici? D’accordo, se non fosse che per il tifoso, nella vita cambia tutto tranne la squadra del cuore. E il senso d’appartenenza, con il suo immaginario sentimentale necessariamente ingenuo — già minato da troppi interessi mercantili, furbizie, scandali — è quello che alla fine ha sempre sostenuto la baracca economica, pagando l’abbonamento tv, il biglietto allo stadio eccetera. Senza rimpiangere la grigia monogamia di bandiere storiche come Mazzola, Riva e Rivera, è lecito domandarsi fino a quando reggerà la pazienza del tifoso di fronte allo stucchevole Circo delle Banderuole.
Articolo scritto per il Corriere della Sera
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