L’8 agosto del 1956
È la data di un’immane tragedia capitata in Belgio, che colpì soprattutto gli emigrati italiani
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È la data di un’immane tragedia capitata in Belgio, che colpì soprattutto gli emigrati italiani
• – Paolo Di Stefano
La triste odissea migratoria delle donne bloccate al confine fra Italia e Francia nella testimonianza di Jacopo Colomba, responsabile dell’Ong “We World”
• – Roberta Bernasconi
Quello che arriva dal composito mondo giovanile e dalle sue diverse manifestazioni - Di Bruno Brughera
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A proposito del surriscaldamento degli oceani
• – Redazione
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• – Redazione
Al Landesmuseum di Zurigo 10 testimoni raccontano in presa diretta la loro esperienza migratoria – 36 minuti di italianità senza grandi sorprese
• – Michele Ferrario
Cantanti e musicisti che litigano online e si mandano a quel paese, in un’estate che per fortuna ha altro e di meglio da offrire
• – Gianluca Verga
Dove è nato Marco Polo? Qual è il suo Paese natale? Una domanda che nel XIII secolo aveva poco senso – tutto era sotto il controllo della Repubblica di Venezia – ma al giorno d'oggi è fonte di diatribe
• – Redazione
Il progetto immobiliare più ambizioso di sempre, divenuto un flop in soli due anni
• – Redazione
Il dissidente più noto di Russia condannato ad altri 19 anni di carcere duro per “estremismo”; ne deve già scontare altri 11 per “frode”: un quasi ergastolo per il detenuto a cui “Amnesty” non riconosce lo status di “prigioniero di coscienza”
• – Aldo Sofia
È la data di un’immane tragedia capitata in Belgio, che colpì soprattutto gli emigrati italiani
I manuali scolastici dedicano a quella catastrofe non più di qualche riga. E figurarsi che cosa possono saperne i millennial dell’emigrazione italiana che nel dopoguerra inondò per fame l’Europa.
Eppure, Marcinelle è ancora per i parenti delle vittime e per i sopravvissuti una ferita profonda, certo non lenita dalla retorica ricorrente in ogni anniversario. Nessuno ebbe giustizia del tradimento di uno Stato che siglò con il Belgio un accordo di scambio tra giovani e carbone, promettendo a chi partiva case confortevoli (in realtà le baracche dei prigionieri di guerra) e un lavoro «sicuro» in miniere vecchie e mal tenute.
Il 28 luglio è morta Maria Di Valerio, una donna simpatica e dolente, chiamata la vedova bambina. Era tra gli ultimi testimoni diretti e ora la responsabilità della memoria di quella tragedia atroce, come accade per la Shoah, passa di mano alle generazioni dei figli e dei nipoti.
Maria rimase sola a 18 anni con una figlia, Gemma, e un’altra figlia in pancia. Suo marito Camillo Iezzi morì a 765 metri con il fratello Rocco: furono loro i primi cadaveri recuperati (qualcuno disse che li trovarono abbracciati). Il terzo fratello, Geremia, aveva cambiato turno e si salvò per caso portandosi dietro la colpa di essere stato più fortunato di Camillo e di Rocco.
Fatto sta che il 27 novembre di quell’anno nella cattedrale di Pescara si tennero i funerali solenni dei tanti ragazzi abruzzesi morti a Marcinelle: in quelle ore funebri Maria stava partorendo la sua seconda figlia, battezzata Camilla, con lo stesso nome del padre mai conosciuto. Nonna Gemma, la madre di Camillo e di Rocco, dovette scegliere se andare a piangere dietro le bare dei figli o assistere alla nascita della nipotina. Decise per la vita.
Articolo scritto per il “Corriere della Sera”
Sulla tragedia di Marcinelle Paolo Di Stefano ha scritto un romanzo, pubblicato nel 2011 dall’editore Sellerio con il titolo “La catastròfa”
Nell’immagine: i funerali delle vittime
Orazione laica su ogni diritto alla vita tragicamente calpestato
Gestore del ricco fondo Libya Africa Investment Portfolio (LAP), Bashir Saleh Bashir era uno degli uomini più vicini al dittatore libico. Dopo oltre dieci anni di indagini l'uomo...