I ricchi, i poveri e le briciole
La riforma fiscale e il preventivo 2024: quando la politica diventa indecorosa
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La riforma fiscale e il preventivo 2024: quando la politica diventa indecorosa
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• – Rocco Bianchi
Vince la democrazia sull’isola autogovernata e il candidato alle presidenziali Lai Ching-te, che Pechino considera un separatista
• – Loretta Dalpozzo
L’infanzia e la frenetica giovinezza di Inge Schönthal, fotografa e viaggiatrice, raccontata nel libro “Ingemaus” scritto dal giornalista svizzero Marco Meier e pubblicato da Feltrinelli
• – Enrico Lombardi
Compie 100 anni la ferrovia Locarno – Domodossola. Linea ferroviaria tra le più belle d’Europa ed esempio da imitare per riuscite operazioni umanitarie - Questa sera il documentario alla RSI
• – Ruben Rossello
Oltre Gaza, dallo Yemen allo Stretto di Bab al Mandeb fino a Suez. Come l’Occidente sta contribuendo a un’altra guerra senza avere tentato di evitarla
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La Nazionale Palestinese alla Coppa d'Asia. Oggi contro l’Iran l’esordio dei Leoni di Canaan. L'allenatore Makram Daboub: «Difficile pensare alla partita, ma abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo farcela»
• – Redazione
A venticinque anni dalla scomparsa, Fabrizio De André torna, con la sua musica, all’auditorio Stelio Molo di Besso per un evento eccezionale: sul palco, fra gli altri, il suo storico compagno di viaggio, Mauro Pagani, che qui ricorda l’amico Faber e la nascita di “Creuza de mä”
• – Gianluca Verga
Per il quarto anno consecutivo netta contrazione della Borsa cinese, indice di un rallentamento continuo di un'economia con cui il resto del mondo deve fare i conti
• – Aldo Sofia
A vent’anni dalla scomparsa del grande filosofo italiano Norberto Bobbio, alcune considerazioni su uno dei tanti suoi interventi e spunti di riflessione che mantengono, ancora oggi, una straordinaria attualità
• – Orazio Martinetti
La riforma fiscale e il preventivo 2024: quando la politica diventa indecorosa
Il ragionamento per essere condivisibile presuppone naturalmente che in effetti dalla tavola degli Epuloni cadano sempre tante briciole da consentire ai poveri di tirare avanti, se non addirittura di migliorare le proprie condizioni esistenziali. Insomma: facciamo contenti coloro che posseggono e gestiscono il capitale, lasciamoli liberi di fare e disfare tutto quel che vogliono, favoriamo l’assoluta libertà del mercato, l’allegra, inarrestabile e globale crescita dei consumi, e così alla fine ci guadagniamo tutti, nel segno di uno sgocciolamento sicuro e duraturo del benessere dall’alto verso il basso (l’ideologia del “trickle down”, che certo definirla in inglese fa più chic). Ora è chiaro che il gioco, condotto in modo sconsiderato, si è rivelato fallace: una pia illusione che nel suo continuo evolversi disordinato alla fine ha inceppato il sistema, tanto è vero che – come ormai tutti sono obbligati ad ammettere – i ricchi oggi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, anche nei Paesi occidentali. Una realtà tristissima che non può non allarmare e angosciare chi teme le fratture sociali e i conflitti che ne derivano inevitabilmente. Una corsa al patatrac che fa malissimo in primis alla democrazia, e inquieta costatare che la maggioranza del nostro Parlamento ragiona ancora come se questa spada di Damocle non esistesse pure sulle nostre teste.
Questa proposta di riforma fiscale, gioiosamente approvata in Gran Consiglio dal nuovo asse partitico Lega-PLRT-UDC, oltre che per la sua pochezza minimalista, diventa poi del tutto politicamente assurda se appena si pensa che accanto ad essa, in modo concomitante, il Governo ha presentato un preventivo indecoroso per l’anno che è appena iniziato, tanto sconclusionato che persino il Parlamento non ha ancora avuto il coraggio di discuterlo. Sentendoselo raccontare cosa può pensare il cittadino del ceto medio scricchiolante se non che l’azione in atto (che si trascina nel vortice anche i comuni nolenti) è quella di regalare ai ricchi rubando ai poveri? L’assunto non è semplicistico, banale o fuorviante se si pensa agli sgravi sui patrimoni elevati guardandoli in modo parallelo al taglio dei sussidi per le casse malati, al non riconoscimento del carovita (che in realtà galoppa), al taglio dei salari del 2% (sfrontatamente chiamato “contributo di solidarietà”), e chi più ne ha più ne metta, il tutto per un insieme disordinato di oltre cento milioni offerti al sorriso di un beato (anche se imbarazzato) Morisoli.
All’indomani del rinnovo della Legislatura è apparso subito certo che c’era poco da attendersi da un Governo composto da quattro membri su cinque rappresentanti di tre partiti in profonda crisi identitaria e esistenziale. Da lì a vedersi consegnare un documento di tal genere però ne passa: molto meglio allora il silenzio inoperoso del nulla, a meno che il pasticcio odierno sia solo una provocazione scherzosa e costruttiva. Se così fosse, adesso però andrebbe spiegata.
In un libro – omaggio dedicato ad Eros Bellinelli, il percorso biografico e l’attività di un importante personalità della vita civile e culturale della Svizzera italiana
La decisione di astenersi, permettendo il varo della risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza; crisi senza precedenti fra Casa Bianca e governo dello Stato ebraico