I temi bioetici superati da guerre e violenze
Di Lucetta Scaraffia, La Stampa Ci sono due novità importanti nel documento Dignitas infinita del Dicastero per la dottrina della fede. La prima novità sta nell’ordine in cui sono...
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Di Lucetta Scaraffia, La Stampa Ci sono due novità importanti nel documento Dignitas infinita del Dicastero per la dottrina della fede. La prima novità sta nell’ordine in cui sono...
• – Redazione
Il presidente americano accenna all’ipotesi di far cadere il procedimento giudiziario negli Stati Uniti contro il fondatore di Wikileaks. Non una grazia ma una sorta di proscioglimento presidenziale, che farebbe dell’australiano un uomo libero
• – Redazione
La concorrenza dal partito di Amalia Mirante e il seggio municipale a rischio del PS a Lugano. L'analisi del politologo Andrea Pilotti
• – Aldo Sofia
Il Consiglio federale è contro la proibizione delle armi nucleari e non rispetta la volontà del Parlamento
• – Fabio Dozio
Dietro le quinte Israele continua i suoi progetti per il futuro della Striscia. Solo una porzione degli sfollati potrà ritornare al nord. Riesumato il progetto di Ariel Sharon che nel 1971 tagliò l’enclave palestinese in vari segmenti
• – Redazione
Di Giorgia Linardi, La Stampa L’approccio del nuovo patto europeo sulle migrazioni predispone un dispositivo anacronistico, che vota al ribasso sulla tutela dei diritti umani, in...
• – Redazione
Lontani gli anni ruggenti dell'ex "partitone", il PLR non può sperare nella riconquista della prima poltrona in Municipio a Lugano; il Centro può contare sul riverbero dei buoni risultati ottenuti a livello svizzero e cantonale. L'analisi del politologo Andrea Pilotti
• – Aldo Sofia
Le Anziane per il clima vincono su tutta la linea a Strasburgo. La sentenza crea un precedente. Esultano sinistra e attivisti, irritati gli altri partiti
• – Redazione
Intervista a Norma Bargetzi, tra le promotrici dell’azione legale per le conseguenze del climate change. “Per far causa allo Stato bisogna essere vittime, e noi lo siamo. Per questo ci hanno ascoltate”
• – Redazione
La Svizzera deve prendere questa sentenza come un’opportunità per dare una svolta alla sua politica climatica - Di Matteo Buzzi
• – Redazione
Ci sono due novità importanti nel documento Dignitas infinita del Dicastero per la dottrina della fede. La prima novità sta nell’ordine in cui sono elencate le offese alla dignità umana: un ordine privo di qualsivoglia collegamento con il contesto storico attuale; la seconda consiste nel riferimento alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948 come unica base di giudizio morale.
L’ordine con cui sono elencate le “offese” vede ai primi posti le offese contro il prossimo (guerre, violenze e così via) e solo dopo di queste le “offese” legate ai temi bioetici: confermando così la volontà di Francesco di porre le prime in vetta alla classifica dei peccati gravi al fine di invertire una tendenza secolare che, viceversa, assegnava precedenza ai peccati della carne, intesi sempre come colpe individuali. Ma in realtà l’ordine indicato dal documento prescinde dalla storia. Infatti, guerre, violenze, migrazioni, sono purtroppo fenomeni che costellano da sempre l’esistenza delle collettività umane e i loro rapporti, mentre le tematiche bioetiche ineriscono intimamente alla modernità. Sono le offese alla dignità umana del tempo che viviamo. C’è qui, dunque, un rovesciamento importante rispetto al passato: infatti i papi precedenti a quello attuale, papa Ratzinger in particolare, hanno sempre considerato proprio il conflitto fra modernità e morale cristiana – che è al cuore delle innovazioni bioetiche – come il problema centrale del nostro tempo. Come la questione più importante e urgente da affrontare anche a costo di aprire un fronte conflittuale con la società laica. All’opposto Francesco ha finora evitato, o quasi, di trattare questi argomenti.
Durante il suo pontificato si è occupato soprattutto di guerre, diseguaglianze, migrazioni, conquistandosi in tal modo le incondizionate simpatie di gran parte dei media progressisti. Con questo documento, viceversa, egli per la prima volta interviene esplicitamente sui temi bioetici, in precedenza solo qua e là accennati con brevi frasi di generica condanna che i media lasciavano puntualmente e opportunamente cadere per non intaccare l’immagine progressista del pontefice. Ma evidentemente papa Bergoglio non può sottrarsi ai vincoli rappresentati dalla morale cristiana senza far cadere nel nulla un’intera tradizione secolare. Tuttavia negando l’attualità e l’urgenza dei problemi morali di carattere bioetica, con il metterli al secondo posto dopo guerre e migrazioni, di fatto egli ne attenua l’importanza. Soprattutto ne attenua l’importanza cambiando il motivo per cui molti aspetti legati ai temi bioetici rappresenterebbero un pericolo alla dignità umana: e cioè non già perché in tale sfera vi sarebbe un pericolo di trasgressione delle leggi di natura (che si presume volute da Dio), ma perché le nuove tecniche operative legate alla bioetica presenterebbero aspetti contrarii alla dignità dell’essere umano: una dignità per definire la quel il documento papale non trova di meglio che riferirsi a una dichiarazione come quella dei diritti dell’uomo emanata dalle Nazioni Unite nel 1948, un testo cioè di natura laica modificabile domani da qualsiasi nuova versione del medesimo, il quale ovviamente non fa menzione di alcuna immodificabile legge naturale o divina. L’affermazione, come si capisce, è dottrinalmente molto forte, solo in parte attutita dal fatto che la prima parte del documento si richiama alla tradizione ebraica e cristiana.
Il papa, peraltro, sembra dimenticare che la dichiarazione delle Nazioni Unite del’48 che si vorrebbe universale di fatto non lo è per niente: infatti non solo paesi pur di tradizione cristiana la disattendono o la stravolgono – basti pensare al recente documento degli ortodossi russi – ma anche i paesi islamici vi aderiscono solo in parte, e cioè solamente per quanto in essa concorda con la sharia. Che senso ha – ci si può allora chiedere – prendere come riferimento di questioni etiche così importanti una base stipulativa così parziale fragile? Bisogna tuttavia capire che il progresso scientifico rende per la Chiesa sempre più difficile servirsi dei suoi riferimenti tradizionali. Oggi, ad esempio, in un clima di medicalizzazione totale delle nostre vite, risulta davvero arduo, mantenere ferma l’idea di “morte naturale”. Ecco allora per essa la necessità di trovare nuovi punti di riferimento, di cambiare. Di cambiare anche il proprio apparato concettuale. Ciò che però essa, convinta di dover apparire sempre immutabile, sempre la stessa nella sua dottrina, rilutta terribilmente a fare, impermeabile a qualsiasi pur necessaria trasformazione. O quando pure ci prova, come nel caso del documento Dignitas infinita, lo fa nel modo assai poco convincente che si è visto.
Nell’immagine: il documento Dignitas infinita del Dicastero per la dottrina della fede
Quando a dominare il nostro lavoro sono le mansioni e le incombenze senza senso
A cento anni dalla nascita del grande scrittore