Il Manzoni ticinese
Un’antologia di imminente presentazione che raccoglie una trentina di contributi di altrettanti autori manzoniani
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Un’antologia di imminente presentazione che raccoglie una trentina di contributi di altrettanti autori manzoniani
• – Michele Ferrario
Bisognerebbe sostenere le infrastrutture per la salute ricorrendo al finanziamento pubblico, così come si fa per altri settori, oltretutto meno coessenziali alla vita umana
• – Silvano Toppi
Dalla convinzione che la morte del capo di Hamas apra un'opportunità, alla certezza di chi ritiene invece che un Netanyahu rafforzato non necessariamente porrà fine alla sua guerra a tutto campo
• – Aldo Sofia
Come reagirà l’Iran dopo i duri colpi subiti dai suoi maggiori alleati, Hamas e Hezbollah, e che effetti avrà sull'evoluzione del conflitto in Medio Oriente?
• – Redazione
Il tribunale di Roma ordina il rientro in Italia di 12 migranti. Il governo farà ricorso. Le udienze con i maxischermi in un clima surreale. Sentenze basate sulla Corte di giustizia europea
• – Redazione
Le affermazioni dell’ex presidente Usa nel corso di un’intervista con l’ex wrestler e podcaster Tyrus, il cui vero nome è George Murdoch
• – Redazione
Nel film di Olmo Cerri "La scomparsa di Bruno Breguet" (attualmente nelle sale ticinesi) la storia ricca di suspense del ticinese scomparso quasi 30 anni fa, dopo la scelta del terrorismo al fianco di Carlos
• – Aldo Sofia
È presente ovunque in dosi massicce: il suo diffusore, diceva lo storico ed economista Carlo Cipolla, “è una persona che provoca un danno agli altri danneggiando sé stesso”
• – Andrea Ghiringhelli
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• – Franco Cavani
La liquidazione del capo di Hamas ha un impatto relativo sul conflitto. È certamente un successo di immagine per Israele, da spendere per rafforzare il morale dell’opinione pubblica
• – Redazione
Un’antologia di imminente presentazione che raccoglie una trentina di contributi di altrettanti autori manzoniani
Il pretesto per uscire – ammesso e non concesso che per riparlare di Manzoni ne occorra uno – è stato il 150° della morte, caduto il 15 maggio dello scorso anno. Il volume antologico, edito da Giampiero Casagrande, premessa di Angelo Stella (forse il suo ultimo scritto in assoluto: è deceduto il 14 dicembre dello scorso anno) raccoglie 28 contributi manzoniani di altrettanti autori, in massima parte svizzero italiani o che alla Svizzera italiana hanno legato il loro nome e un’eredità intellettuale importante: Gianfranco Contini, Carlo Dionisotti, Dante Isella, Giuseppe Prezzolini.
Alessandro Manzoni e la Svizzera italiana nasce dunque sotto la stella buona e luminosa di nun filologo e storico della lingua d’eccezione, di un manzonista autorevolissimo, di colui che, allievo di Maria Corti, ne ereditò la cattedra a Pavia e fu dapprima direttore del Centro Manoscritti, quindi Presidente della Fondazione Maria Corti, oltre che, dal 2006, Presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano. Di uno studioso che, come gli autori dei contributi ora raccolti in volume, con il Ticino aveva mantenuto legami assidui e profondi. Molti docenti ticinesi hanno conosciuto il professor Stella ai corsi di abilitazione che si tenevano nell’Ateneo pavese; molti allievi liceali quale esperto di italiano agli esami di maturità. Naufraghi/e lo ha ricordato per mano del co-curatore di questa antologia, Aurelio Sargenti.
Impossibile dar conto, in poche righe, di una pubblicazione come questa, curata da due manzonisti di vaglia. Voglio però sottolinearne almeno alcuni aspetti. Anzitutto, non certo casualmente, appare nella Collana di Lugano: proprio a Lugano, Manzoni soggiornò tra il 1796 e il 1798, frequentando, sotto la guida di Francesco Soave, il Collegio Sant’Antonio, in Piazza Dante, gestito dai Padri Somaschi (la targa che ricorda questa presenza, tuttora visibile in via Magatti lungo il muro esterno della sacrestia, è riprodotta in copertina).
Nell’Introduzione i due curatori spiegano: “Un criterio generale alla base delle scelte operate è stato quello di escludere gli apporti critici di autori viventi (anche se di particolare rilievo) e, con rare eccezioni di cui si è fornita giustificazione, i contributi apparsi su quotidiani, così come gli interventi occasionali o di taglio eminentemente polemico, le testimonianze indirette o private (lettere, resoconti, cronache, diari), le prefazioni (spesso brevi, e limitate a note editoriali) alle varie edizioni di scritti del Manzoni uscite dalle tipografie della Svizzera italiana”.
Mancano quindi – lo sottolineano esplicitamente Sargenti e Spaggiari – contributi e nomi che avrebbero potuto rientrare in una scelta più ampia: personalità che, pur avendo incrociato e affrontato l’autore dei Promessi Sposi in più di un’occasione o che presentano evidenti riferimenti manzoniani, non lo hanno fatto con scritti letterari o critici in senso stretto. Un esempio, Plinio Martini: tra i titoli del romanzo Il fondo del sacco che precedettero quello definitivo del 1970, aleggiava, nelle intenzioni del suo autore, anche Addio monti. Assenti dall’antologia anche Stefano Franscini, Emilio Motta, Padre Callisto Caldelari, autori di imprescindibili bibliografie dell’editoria ticinese. Rientrata, invece, in appendice, Adriana Ramelli (1908-1996), storica direttrice, tra il 1941 e il 1973, della Biblioteca cantonale di Lugano, alla quale la città ha recentemente dedicato una via, accorciando un tratto precedentemente intitolato a Giuseppe Curti (1811-1895), docente d’impronta pestalozziana e politico liberale, anch’egli allievo del Collegio di Sant’Antonio. Il cartello indicatore andrebbe rifatto: la definisce scrittrice, ma scrittrice Ramelli non era e non si sentiva.
Dunque, in coda al libro, fortemente voluto dall’editore anche per ricordare il non lontanissimo (4 marzo 2026) trentennale della morte e curato da Barbara Robbiani, troviamo – accessibile tramite QR – un testo di colei che nel 1965 pubblicò il catalogo Le edizioni manzoniane ticinesi per il Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano.
Segnalo, tra tutti i testi ora raccolti in volume, un inedito di Adriano Soldini (1921-1989), che alla Ramelli succedette alla direzione della Cantonale Questo articolo – trovato tra le carte del suo Fondo, conservato nell’Archivio Prezzolini – Soldini lo scrisse nel 1973 per un ciclo di conferenze promosse dalla RSI in occasione del centenario manzoniano della morte.
Soldini vi contestualizza mirabilmente e con dovizia di riferimenti tanto la presenza diretta dello scrittore lombardo a Lugano, avvenuta quando Manzoni aveva tra gli 11 e i 13 anni soltanto, quanto l’influsso costante della sua opera anche nella nostra regione. “(…) il gran libro e tutta l’opera manzoniana” leggiamo a pagina 298 “non furono soltanto oggetto, nella Svizzera italiana, di operazioni tipografiche, ma comportarono anche un’assiduità di lettura a livello scolastico e popolare che, pur risentendo spesso di un’errata impostazione della didattica della lingua e dell’intempestività nel corso di un’educazione letteraria, rimase a lungo eccezionale e rappresentò tra gli umili, tra il popolo, la vera se non la sola lettura”.
Sempre a Soldini si deve anche il numero speciale della rivista Scuola Ticinese dedicato, nel dicembre 1974, a Manzoni.
Come in ogni pubblicazione saggistica che si rispetti, non mancano, a completamento dell’Antologia, una nutrita bibliografia e un prezioso indice (ben 18 pagine) dei nomi delle persone e dei personaggi manzoniani citati.
Nota: mentre scrivo questo pezzo, vengo purtroppo a sapere della scomparsa di William Spaggiari, co-curatore del volume. Nato a Reggio Emilia nel 1948, ha insegnato dapprima, per oltre trent’anni, all’Università di Parma, ed è stato successivamente, fino all’ottobre 2018, ordinario di Letteratura italiana all’Università degli Studi di Milano. Pietro Metastasio, Giuseppe Parini, Vincenzo Monti, Giacomo Leopardi e Giosuè Carducci sono tra gli autori da lui maggiormente frequentati.
Nell’immagine: la targa che ricorda il soggiorno di Manzoni a Lugano
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