Per Angelo Stella
In ricordo dell’autorevole dialettologo e storico della lingua italiana scomparso ieri a Pavia all’età di 85 anni
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In ricordo dell’autorevole dialettologo e storico della lingua italiana scomparso ieri a Pavia all’età di 85 anni
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In ricordo dell’autorevole dialettologo e storico della lingua italiana scomparso ieri a Pavia all’età di 85 anni
Con la morte di Angelo Stella, senz’altro il maggiore studioso di Manzoni di questi ultimi anni, è un altro pezzo della nostra storia che si allontana. Angelo Stella è morto ieri sera, 15 dicembre, all’età di 85 anni e un mese, esattamente come Dante Isella.
Conobbi Angelo Stella nel novembre 1974, con l‘inizio dei miei studi a Pavia. Stella insegnava ‘Dialettologia italiana’ nella stessa facoltà in cui operavano Dante Isella, Cesare Segre, Cesare Bozzetti, Maria Corti (di cui fu allievo): insomma la mitica scuola filologica pavese. Poi passò ad insegnare ‘Storia della lingua’ per tre decenni. A chi chiedeva una sua nota biografica, come successe a me in anni lontani, Stella così rispondeva: «Sono nato nel 1938 a Travedona-Monate, in vista del lago, e lì ho sempre idealmente vissuto. Sono studioso della linea lombarda e di Manzoni, cerco di apprendere e di insegnare la più bella delle discipline, ‘Storia della lingua italiana’, in quanto storia delle parole di vita di singoli uomini e di popoli, presso l’Università di Pavia».
Angelo Stella è stato attivissimo fino all’ultimo: ha sorvegliato e ha accompagnato, come un padre amoroso, tutti i volumi dell’Edizione nazionale ed europea delle opere di Alessandro Manzoni, così come i volumi della collana “Quaderni Manzoni”. Non potrà, purtroppo, prendere in mano la cosiddetta Quarantana dei Promessi sposi, la Morale cattolica e il Carteggio di Luisa Blondel d’Azeglio, che sono lì, pronti per venire alla luce. Così come il volume Alessandro Manzoni e la Svizzera italiana. Un antologia di testi, che uscirà prossimamente dall’editore Giampiero Casagrande di Lugano, e che si aprirà con una generosa Premessa proprio di Angelo Stella, forse il suo ultimo testo pubblico.
L’ultima volta che l’ho sentito al telefono, settimana scorsa, mi ha dato ancora dei consigli, come sempre molto utili e pertinenti, per il Carteggio della Blondel, che ho curato con Georges Virlogeux, e che sarà dedicato alla sua memoria.
Angelo Stella fu, fra l’altro, anche un grande conoscitore di calcio; ricordiamo un suo bellissimo articolo sul linguaggio sportivo pubblicato nel volume I linguaggi settoriali, a cura di Gian Luigi Beccaria, uscito da Bompiani nel 1973; del resto, Stella era grande amico di Gianni Brera.
Appena saputo della sua scomparsa ho cercato uno dei suoi tanti libri regalatimi nel corso degli anni e ho sorriso nel rileggere la sua dedica: “Ad Aurelio da Angelo, troppo Grosso per essere Stella”, con riferimento ai miei lavori sul poeta e scrittore Tommaso Grossi, da lui sempre seguiti con attenzione e affetto.
Nell’immagine: Angelo Stella
Vita e storia delle parole in un affascinante volume curato da Giuseppe Antonelli pubblicato recentemente
In un mondo che rimpicciolisce i problemi, li relativizza fino a negarli, occorre che si esageri, se ne amplifichi la portata