Siamo ormai nell’era dei disastri climatici
Quanto succede in Canada mostra quali saranno le conseguenze del surriscaldamento globale se non ci decidiamo ad agire
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Quanto succede in Canada mostra quali saranno le conseguenze del surriscaldamento globale se non ci decidiamo ad agire
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Quanto succede in Canada mostra quali saranno le conseguenze del surriscaldamento globale se non ci decidiamo ad agire
“Senza il cambiamento climatico provocato dall’uomo, sarebbe stato praticamente impossibile raggiungere simili temperature record in giugno”, sottolinea Nikos Christidis, un climatologo dell’Ufficio meteorologico del Regno Unito, citato nell’articolo che la WMO dedica a queste temperature record. “Attualmente un clima molto caldo in giugno – prosegue – è comune ed è probabile che si verifichi due volte ogni tre decenni”. Invece che una volta in decine di migliaia di anni!
“Ondate di caldo diventano più frequenti e intense con l’aumento delle temperature provocato dalla concentrazione dei gas serra – spiega il Capo della divisione della WMO che monitora il clima. – Notiamo che iniziano prima e finiscono dopo e causano problemi crescenti alla salute umana”. Lo confermano le notizie provenienti dal Canada, sempre più simili a un bollettino di guerra: negli ultimi giorni, nella regione, il numero delle morti improvvise supera ormai quota 200. Un bilancio che ci ricorda che oltre certe temperature la vita diventa impossibile, come scriveva l’altro giorno il Guardian, sottolineando che le aree non abitabili diventeranno sempre più estese.
“L’Olocene, il periodo di clima stabile a cui abbiamo messo fine provocando il riscaldamento globale, è durato solo 12 mila anni”, scriveva ieri in un tweet Julia Steinberger: un periodo inferiore alle decine di migliaia di anni necessari perché si verificasse un’ondata di calore come quella canadese. Da qui la sua conclusione: “Siamo ormai nell’era dei disastri climatici”. Professoressa all’Università di Losanna, Julia Steinberger studia le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla società. E non nasconde la sua preoccupazione: “Quest’ondata di caldo è così estrema – scrive in un altro tweet – che sta creando combinazioni meteorologiche del tutto nuove visibili dallo spazio, compresi incendi e temporali. Definirla ‘emergenza climatica’ non basta vista l’enormità di quanto sta avvenendo”.
La professoressa Steinberger si riferisce alle conseguenze degli incendi che il gran caldo ha provocato: le nubi di fumo hanno generato intensi temporali, accompagnati da un gran numero di fulmini e da forti venti, con precipitazioni per contro minime o del tutto assenti (come spiega Daniel Swain, climatologo all’Università della California); fenomeno che provoca ulteriori incendi in un apocalittico circolo vizioso.
“Siamo sì ingranaggi della macchina climatica – conclude la professoressa Steinberger – ma dobbiamo essere ingranaggi che comincino al più presto a girare nella direzione opposta. Diventate attivisti, come se la vostra vita ne dipendesse. Perché è così”.
È un appello che si rivolge prima di tutto a noi, cittadini di quello che un tempo si definiva primo mondo e che primi per davvero siamo in termini di emissioni di gas serra.
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