La Divina
Cento anni fa, il 2 dicembre 1923, nasceva Maria Callas, non solo cantante lirica ma interprete totale, per tanti appassionati la migliore, un mito - Di Sabrina Faller
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Cento anni fa, il 2 dicembre 1923, nasceva Maria Callas, non solo cantante lirica ma interprete totale, per tanti appassionati la migliore, un mito - Di Sabrina Faller
• – Redazione
Il Procuratore Generale Andrea Pagani, dopo l’annullamento del decreto d’abbandono sui fatti del centro autogestito, chiede nuovi documenti relativi alla demolizione del 30 maggio 2021, ma dalla polizia cantonale gli arriva un dossier misteriosamente “annerito”
• – Rocco Bianchi
A pochi mesi dall'entrata in vigore del nuovo regime fiscale, che pesa molto di più sui "nuovi" frontalieri, diminuiscono le richieste di lavoro da oltreconfine: se questo trend si confermasse, quali sarebbero i problemi ma anche le opportunità per il mondo del lavoro cantonale?
• – Aldo Sofia
La città di confine non è certo Lampedusa e la presenza dei richiedenti l’asilo non va né demonizzata né ingigantita, ma va adeguatamente gestita, possibilmente con l’uso del buon senso
• – Boas Erez
La competenza è mediata dall’esperienza, anzi è il risultato dell’esperienza, ossia dell’applicazione circostanziata e intelligente delle risorse di cui una persona dispone - Di Gianni Ghisla
• – Redazione
Il partito del Centro vuole davvero aspettare ancora qualche anno per il suo secondo seggio in Consiglio federale? Un altro scenario sta prendendo piede, e appare il nome di Fabio Regazzi
• – Redazione
Il politologo olandese Ian Buruma: “La sinistra pensa più ai migranti che a casa e salari; i conservatori hanno finito per inseguire i populisti, ma si sono fatti fagocitare”
• – Redazione
Fra voci di corridoio e di segreteria, spifferi e passi perduti, il conto alla rovescia per il rinnovo del Consiglio federale promette scintille e forse qualche sorpresa, a cominciare dalle candidature PS per il posto lasciato vacante da Alain Berset
• – Rocco Bianchi
Il partito che ha dato alla Svizzera la Costituzione ed un ordinamento politico capace di considerare con attenzione le diverse componenti sociali oggi pare in costante perdita di consensi, forse anche perché sbilanciato nel votarsi al neoliberismo
• – Orazio Martinetti
E’ deceduto Henry Kissinger, il bismarkiano architetto della politica estera americana: genio della diplomazia o genio del male?
• – Redazione
Cento anni fa, il 2 dicembre 1923, nasceva Maria Callas, non solo cantante lirica ma interprete totale, per tanti appassionati la migliore, un mito - Di Sabrina Faller
E di quest’ultima ricorre oggi il centenario della nascita, avvenuta a New York il 2 dicembre 1923. Non credo che nessuno di noi europei pensi a questa donna straordinaria come a un’americana. Sebbene nata in USA, la Callas, il cui nome alla nascita suona Kalogheropoulou, è d’origine greca, visibile nei suoi tratti marcati e nei colori, e ad un greco famoso e ricchissimo, Aristotele Onassis, si legò d’un amore infelice, finché lui la lasciò per sposare un’altra donna dalle vicende straordinarie, Jacqueline Bouvier, vedova di John Kennedy.
Ma la Callas è anche italiana, e per molte ragioni. Innanzi tutto perché moglie dell’imprenditore Giovanni Battista Meneghini, molto più anziano di lei, che Maria sposò in gioventù, dopo essere approdata in Italia nel ’47 a cogliere i primi successi, e con il quale rimase una decina d’anni, prima di innamorarsi dell’armatore greco. Italiana anche perché il suo regno fu il Teatro alla Scala. Quasi paradossale che lei, cittadina statunitense, si affermi in Italia e che la sua grande rivale (o ritenuta tale), l’italiana Renata Tebaldi, si affermi negli USA, regina del Metropolitan di New York. E’ negli anni Cinquanta, cioè nei suoi anni d’oro, che si costruisce il mito Callas. Lei che all’inizio fu spinta a interpretare ruoli wagneriani che molto amava, trovò la consacrazione al Teatro alla Scala con personaggi come Norma, Lucia di Lammermoor diretta da von Karajan , La Traviata diretta da Giulini o Medea nell’opera di Luigi Cherubini riscoperta al Maggio Musicale Fiorentino del 1953, dove la Callas debuttò in questo ruolo. Di nuovo alla Scala con Leonard Bernstein che la diresse anche nella Sonnambula del 1955, che fece scrivere a Eugenio Montale: “Fenomenale soprano leggero tragico di sapore espressionistico. Quando non canterà più lascerà dietro di sé una leggenda”.
Fondamentale è l’incontro con Luchino Visconti, indimenticabile regista di film come Rocco e i suoi fratelli o Il gattopardo, che lascia una traccia indelebile anche nel teatro di prosa e nella regia lirica, e che con la cantante greca seppe trovare le sue più felici realizzazioni. Negli annali si ricordano La Vestale, La sonnambula, ma soprattutto La Traviata (1955), leggendario allestimento, punto di riferimento per la regia lirica nel XX secolo. Nel frattempo è avvenuto il grande mutamento fisico della Callas che da ragazzona sovrappeso si trasforma in diva filiforme ed elegante, capace di muoversi liberamente e fluidamente in scena. E Maria nei panni di Violetta fa cose mai viste prima d’allora. Nel primo atto si scioglie i capelli, poi nel momento di “Follie! Follie!” lancia le scarpe in aria. Canta accoccolata per terra nelle braccia di Alfredo, mentre nel secondo atto, con un abito rosso della costumista Lila De Nobili, -nata a Lugano dalla famiglia aristocratica ligure dei De Nobili da Vezzano- , abito che ricorda quello di Scarlett O’Hara in Via col Vento, Maria-Violetta si fa trascinare per le scale da lui alla festa di Flora. Muore con un cappello da passeggio in testa ed è uno dei suoi modi di sfidare la morte.
Non si limita a cantare in maniera strabiliante, non recita soltanto con una voce impareggiabile per volume e agilità, Maria interpreta con tutta se stessa, con la voce e il corpo, gli sguardi, i sorrisi, la tosse, i pianti. Dopo di lei, il pubblico dell’opera non può più accontentarsi di sola voce accompagnata dai gesti convenzionali consegnati da una stantia tradizione. Se oggi il regista chiede a un cantante di muoversi in scena come un attore, un mimo, un acrobata, lo dobbiamo a lei e a Luchino Visconti. Una rivoluzione da cui non si potrà tornare indietro. Questo è uno dei più grandi lasciti al teatro d’opera del Novecento.
Ma la Callas ha anche un’intensa vita fuori scena. Così seguiamo le alterne vicende della sua vita privata, il colpo di fulmine per Onassis, le vacanze sul panfilo di lui in compagnia di Winston Churchill e signora, le loro liti, l’abbandono, fino alla depressione di lei. E’ finito il momento d’oro, la voce comincia a perdere colpi e forse anche per questo Maria cede alle lusinghe del cinema. Con gran dispiacere di Franco Zeffirelli, che dopo averla diretta in teatro vorrebbe firmare il suo debutto cinematografico, Maria si affida a Pierpaolo Pasolini, intellettuale di punta, regista, romanziere e poeta, che la vuole protagonista di Medea, film tratto dalla tragedia di Euripide, che miete consensi tra i critici ma si rivela un flop commerciale. Dell’amicizia e forse amore tra i due, nonostante l’omosessualità di lui, si continuò a parlare per molto tempo. C’è un’ultima tournée mondiale con Giuseppe Di Stefano nel ‘73-‘74, nel ’75 muoiono i suoi amori Onassis e Pasolini, nel ’76 muore Luchino Visconti e nel ’77 muore per arresto cardiaco, consumata dai medicinali e dai dolori, nel suo appartamento parigino, Maria Callas. Oggi si celebra il Callas Day, di cui Milano è l’epicentro, con una serie di iniziative gratuite da cercare nel sito yesmilano, ma già dall’inizio dell’anno sono cominciate ad apparire nuove e vecchie pubblicazioni, incontri, mostre, e c’è un film in arrivo con Angelina Jolie. Zeffirelli aveva girato nel 2002 il suo ultimo film, Callas Forever, con Fanny Ardant nei panni della protagonista. In particolare il Museo Teatrale alla Scala ospita fino al 30 aprile 2024 una mostra dal titolo ”Fantasmagoria Callas” allestita da Margherita Palli e curata da Francesco Stocchi. Ci sono registrazioni della sua voce reperibili in cd o in youtube, alcune meravigliose, ma chi per volontà o per caso ha potuto sentirla e vederla dal vivo ha toccato con i sensi della vista e dell’udito un autentico mito della contemporaneità.
Nell’immagine: Maria Callas a Amsterdam nel 1959
A colloquio con Laura Marzi, autrice del fortunato romanzo “La materia alternativa”, un ritratto a tratti severo della scuola e della società attuali