La Russia e quell’esercito di bambini rubati da Putin
Kiev afferma di aver verificato i nomi di oltre 19.000 minori portati via dal Paese. Negli ultimi mesi solo 387 di loro sono stati rintracciati dai parenti e riportati a casa
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Kiev afferma di aver verificato i nomi di oltre 19.000 minori portati via dal Paese. Negli ultimi mesi solo 387 di loro sono stati rintracciati dai parenti e riportati a casa
• – Redazione
Ripensando alla figura di Toni Negri, alla sinistra italiana ed europea degli anni ‘60/’70, ad un’idea di rivoluzione che portò anche alle estreme conseguenze di stragi e attentati
• – Orazio Martinetti
Sgomberati gli Autogestiti dallo stabile di Capo San Martino in nome della “legalità”, ma di nuovo lasciando senza risposta la questione di spazi di socialità e di cultura alternativi - Di Bruno Brughera
• – Redazione
Esecuzioni sommarie e raid sui campi
• – Redazione
Israele ha sempre individuato nel regime iraniano l’unico nemico mortale, Hamas è il minuscolo vassallo armato ma l’esca a Nord è Hezbollah
• – Redazione
Secondo i dati forniti da PISA 22 la scuola Svizzera e ticinese stanno bene, anzi meglio, e guadagnano posizioni nel contesto mondiale. Ma quanto vale una graduatoria dettata da un’organizzazione economica?
• – Adolfo Tomasini
Nei programmi scolastici italiani continua a non trovar posto la lettura del testo più tradotto dopo la Bibbia: una scelta incomprensibile
• – Paolo Di Stefano
Le Scritture ci insegnano che si può aspirare a una convivenza solidale tra i popoli solo lavorando senza sosta sulle cause dei conflitti: l’ordine sociale non basta
• – Redazione
Pensando alla guerra di potere su una Terra, la Palestina, che per alcuni è la “Terra Promessa” (su cui ritengono di avere un diritto esclusivo), per altri è la “Terra Santa”, mentre per i nativi rischia di essere sempre più una “Terra Maledetta”
• – Martino Rossi
L'ultima poesia di Refaat Alrareer, intellettuale e poeta palestinese, professore di inglese e fondatore del progetto «We are not Numbers». Alrareer è stato ucciso da un bombardamento mirato israeliano il 6 dicembre 2023 nella Striscia di Gaza
• – Redazione
Kiev afferma di aver verificato i nomi di oltre 19.000 minori portati via dal Paese. Negli ultimi mesi solo 387 di loro sono stati rintracciati dai parenti e riportati a casa
Oleksandr Radchuk ha 13 anni, e non vede sua madre Shizhana da quasi due, dall’aprile del 2022, quando sono stati catturati dai militari russi, a Mariupol. La donna l’aveva abbracciato, piangendo. Poi, Shizhana era stata portata via dai soldati. «Mi avevano detto che sarebbe tornata in due, massimo quattro giorni. Non me l’hanno fatta nemmeno salutare». Oleksandr è stato portato all’ospedale di Donetsk, perché durante l’assedio di Mariupol era rimasto ferito a un occhio. I medici si erano impietositi e avevano messo la sua storia sui social, grazie ai quali sua nonna Lyudmila ha scoperto dove si trovava e, dopo due mesi di burocrazia, è riuscita a riportarlo a casa, in Ucraina.
Oleksandr è uno dei 19 mila minori ucraini che i militari russi hanno deportato in Russia, la cui identità è stata verificata dalle autorità di Kyiv. Soltanto 387 di loro sono stati riportati a casa, nell’ambito di negoziati condotti da diplomatici e operatori umanitari, oppure da familiari tenaci che sono riusciti a recuperarli andando in territorio nemico. Il New York Timesha documentato decine di storie di ragazzini ucraini, in una inchiesta durata diversi mesi, che racconta soltanto una frazione infinitesimale di questa tragedia. Sono i “bambini rubati” all’Ucraina, un crimine di guerra che è valso a Vladimir Putin e alla sua commissaria per i diritti dell’infanzia Maria Lvova-Belova una incriminazione al Tribunale penale internazionale dell’Aja. Un rapimento di massa, che all’inizio era sembrato troppo mostruoso e assurdo perfino a molti critici del Cremlino, e che invece ha raggiunto una scala tale da poter rappresentare un reato di genocidio, come ricorda il quotidiano americano.
Probabilmente i minori ucraini deportati in Russia sono molti di più: qualcuno è stato portato via insieme ai genitori (oppure fa parte di una famiglia passata dalla parte dell’invasore), altri sono rimasti orfani oppure hanno smarrito i parenti durante i bombardamenti e i combattimenti, altri ancora sono stati strappati ai loro cari con l’inganno. Come è accaduto a centinaia di bambini di Kherson, il capoluogo regionale rimasto sotto occupazione fino al novembre 2022: qualche settimana prima, le autorità russe avevano proposto alle famiglie di mandare i figli in “campi estivi” in Crimea. Alla Yatsenyuk ricorda che il 7 ottobre 2002 il porto fluviale di Kherson «era pieno di bambini, 500 o 600», imbarcati per una «gita di vacanza». Avrebbe recuperato il suo Danylo, 13 anni, sei mesi dopo, in un viaggio della speranza compiuto insieme ad altre madri e nonne nel territorio del nemico. La maggioranza dei suoi compagni di sventura erano già stati trasferiti altrove, in altre regioni della Russia oppure nei territori occupati dell’Ucraina: la “vacanza” era stata in realtà una deportazione, intenzionale e organizzata.
I bambini ucraini dovevano diventare russi, di nome e di fatto. Il 15enne Artyom Khtorov, rapito dai soldati russi insieme ai suoi compagni di scuola di Kupyansk, regione di Kharkiv, veniva costretto a indossare uniformi con la Z, e sottoposto a un addestramento militare, probabilmente per venire arruolato una volta maggiorenne. Alcuni ragazzi si sentivano addirittura dire che i loro genitori non li volevano più: Matvii Mezhevyii, 14 anni, era riuscito a telefonare al padre Yevhen da una colonia vicino a Mosca per dire che stava per venire dato in adozione, insieme alle due sorelle minori. Yevhen, ex militare ucraino reduce da due mesi di interrogatori e torture nelle prigioni russe, è riuscito a salvare i suoi figli. Altri sono stati meno fortunati: Matvii dice di aver avuto come compagno di prigionia Filip Holovnya, l’adolescente di Mariupol adottato da Maria Lvova-Belova e sfoggiato da lei pubblicamente come esempio di “rieducazione” riuscita di un ucraino. Di altri suoi amici, si sono perse le tracce: una legge voluta dal Cremlino facilita le adozioni di minori ucraini da parte delle famiglie russe, e una volta che i ragazzi vengono affidati ai nuovi “genitori” e cambiano nome, trovarli diventa difficile se non impossibile.
Nell’immagine: Maria Lvova-Belova nell’ottobre 2022 con un gruppo di bambini ucraini deportati da Mariupol
Anni di profonda crisi sociale hanno provocato collera e umiliazione. E ora, con l'approvazione della riforma delle pensioni, si richiede l’ennesimo sacrificio
Per la prima volta nella sua storia il Paese sudamericano ha un governo di sinistra