L’ultima dei Giovani liberal-liberisti: abolire la Festa del lavoro
Perché inutile e perché ne beneficerebbe l’economia nazionale; a quando la cancellazione di un po’ di festività religiose?
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Perché inutile e perché ne beneficerebbe l’economia nazionale; a quando la cancellazione di un po’ di festività religiose?
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Perché inutile e perché ne beneficerebbe l’economia nazionale; a quando la cancellazione di un po’ di festività religiose?
Ma i Giovani liberal-liberisti elvetici vanno ben oltre: eliminare un giorno che è anche di riflessione sulle condizioni retributive e di lavoro nella Confederazione sarebbe – sostengono – soprattutto un vantaggio per l’economia nazionale, uno spreco in meno. Allora, che ne pensano della possibilità di cancellare anche un po’ di feste religiose, su cui spesso inciampa la sacra produttività economica, e di cui per esempio il Ticino ha una sorta di primato nazionale?
Nettamente sconfitti nella recente votazione per l’introduzione della 13esima AVS (per la quale, insieme al fronte iper-conservatore, si stanno arrovellando per capire come poterla bloccare o derubricare), i liberalini svizzeri (assolutamente dimentichi dell’orientamento anche radicale che fece la fortuna politico-elettorale dei loro trisavoli, bisnonni e nonni), sono evidentemente in cerca di una rivincita politica. Con iniziative che vorrebbero portare il partito sempre più su posizioni di destra-destra. All’inseguimento dell’UDC, strategia che nell’ultimo ventennio non ha portato nulla di buono al partito in varie competizioni elettorali federali.
Così, in Ticino fra poco più di un mese dovremo andare a votare per un’iniziativa che i liberali (junior e no) hanno partorito per approfittare dell’aria “che tira”: uno sconto fiscale, ma solo per le classi più agiate, che impoverirà ancor più le casse pubbliche e l’intervento pubblico. Sempre nella convinzione, smentita da fatti e innumerevoli statistiche, che più favorisci ricchi e abbienti, più ne beneficerebbe l’intera e “sottostante” società (è lo sgocciolamento, bellezza). Come se il venti per cento dei ticinesi contribuenti esentati dal pagare imposte, perché non in grado economicamente di essere “buoni cittadini”, non confermasse, dopo anni di favori fiscali a chi non ha problemi, che si tratta di una allettante… panzana.
In realtà, un ottimo motivo per non rinunciare al Primo Maggio. Semmai per rivitalizzarlo.
Nell’immagine: a dispetto dei liberalini
Ricordando la figura ed il pensiero del grande sociologo italiano, recentemente scomparso
Un libro "un po’ particolare e non troppo serioso" e una mostra per i cento anni di presenza socialista nel governo ticinese