Sci 2023/2024: di tutto e di più (nel bene e nel male)
Swiss Ski è una potenza con i leader Odermatt e Gut-Behrami: ma i dirigenti, e Lara…
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Swiss Ski è una potenza con i leader Odermatt e Gut-Behrami: ma i dirigenti, e Lara…
• – Libano Zanolari
Tra i più grandi musicisti del nostro tempo, ma anche fervido intellettuale dal taglio analitico e transdisciplinare
• – Redazione
“L’ordine apparente delle cose”, in libreria da domani, colpisce per la forza della scrittura e ci consegna un personaggio femminile che non dimenticheremo tanto facilmente
• – Michele Ferrario
Eppure gli avevano assicurato che a Lugano regnano l’ordine, il rispetto, la bellezza - Di Aurelio Sargenti
• – Redazione
L’Ucraina nel mirino della rappresaglia russa dopo la strage al Crocus City Hall, l’enorme anfiteatro alla periferia di Mosca (oltre 140 morti, ma si scava ancora tra le macerie...
• – Redazione
Il bilancio delle vittime si avvicina ai cento morti e diverse decine di feriti. Le ipotesi su esecutori e mandanti, in attesa della "risposta" di Putin, confrontato con una carneficina interna mentre avanza in Ucraina
• – Aldo Sofia
La sola rivendicazione della mattanza di innocenti a Mosca è dell’Isis; l’islamismo combattente ha la memoria lunga nonché conti vecchi e nuovi da “regolare” col Cremlino; il tutto in un quadro regionale e internazionale già incandescente
• – Aldo Sofia
Il disordine globale è ridotto a uno schema binario, tra noi e loro: così il conflitto è inevitabile. Era proprio questo che Putin voleva: un’eclissi della ragione in un mondo diviso da Cortine
• – Redazione
Mentre “areaonline” fornisce ulteriori conferme circa l’organizzazione ampiamente anticipata dell’abbattimento dell’ex macello, la municipale Karin Valenzano Rossi continua a recitare un copione sempre meno credibile
• – Rocco Bianchi
50 anni fa prese avvio una calda primavera di ribellione e contestazione fra gli studenti del Cantone, in particolare al Liceo di Lugano. Una “stagione” sociale e politica che merita di essere ricordata - Di Giuseppe Sergi
• – Redazione
Swiss Ski è una potenza con i leader Odermatt e Gut-Behrami: ma i dirigenti, e Lara…
Sarebbe stato molto interessante, dal punto vista dello sport, assistere a questo duello, alla capacità dell’atleta di gestire il suo potenziale, di fare un calcolo difficilissimo che nemmeno Zurbriggen riusciva a fare: andava alle combinata con un netto vantaggio dopo la discesa, ma non sapeve come regolarsi nello slalom.
Lara lo ha fatto in modo perfetto nel gigante e nel supergigante: ha gestito e garantito il vantaggio nemmeno avesse un orologio interno in grado di calcolare la minima riduzione di velocità, il minimo raggio di curva più o meno ampio, una specie di robot umano. Odermatt nel gigante ha attaccato al limite estremo per vincere ed è uscito di pista. Ma era già certo del primo posto.
Lara invece è parsa rassegnata, svuotata di ogni energia, di ogni ambizione. Ad ogni metro perdeva terreno. La neve primaverile non le conveniva, si sa, la preferisce più dura, ghiacciata anche. Inoltre i suoi Head non ‘tiravano’, non correvano. E appare beffardo anche in materia di sci il primo posto dell’austriaca Hütter, a sua volta su uno Head invece velocissimo nei lunghi tratti scorrevoli; sullo sci del ‘boss’ del Circo Bianco Johan Eliash, non si sa come finito in quel ruolo, un po’ come se il cacciatore ‘terminator’ della pernice bianca Fabio Regazzi diventasse anche presidente della Società Ornitologica.
Lara ha acquistato molto in statura umana dopo questo inspiegabile black-out. Perché invece di fracassare gli sci, spezzare i bastoncini, imprecare o mandare a quel paese i molti che chiedevano spiegazioni all’inspiegabile (da un punto di vista dello sport) si è concessa all’ingordigia dei mass-media con molta dignità e senza cercare le minima scusa. Forse ha inciso più di quanto non si voglia ammettere il brusco ‘divorzio’ dal suo allenatore di condizione fisica, quell’Alejo Hervas che l’ha molto aiutata a uscire da una gravissima crisi tecnica e di fiducia, quando nel gigante faceva fatica a entrare nelle 30 per la seconda manche e affrontava le curve in costante ‘derapage’ come i turisti della domenica a fine giornata.
In questo casoSwiss Ski, molto ferrata sul piano tecnico, anche a livello di ricambi, vedasi
Boisset, Von Allmen, Monney e chi fa la Coppa Europa, si è dimostrata di livello poco superiore a una litigiosa bocciofila di paese. Ha contattato, pare, ma non lo ammette pubblicamente, Alejo quando il preparatore atletico di Odermatt ha deciso di lasciare dopo 8 anni, ritenendo che non ci siano più margini di sviluppo nella sua preparazione fisica. Alejo, allettato dall’offerta della federazione ha accettato, a stagione ancora non terminata, ma senza avvisare Lara, che si è sentita ‘tradita’, e ha considerato il suo comportamento sleale, visto che partiva dal presupposto che lo spagnolo sarebbe stato al suo fianco anche nella sua prossima stagione, l’ultima, probabilmente.
Tutti i massimi responsabili, da Lehman a Flatscher, si sono arrampicati sui vetri. Flatscher ha persino detto che Alejo Hervas è andato in Spagna (licenziato da Lara) per cambiare aria, e non si sa cosa voglia fare in futuro. Molto probabilmente è stato proprio lui a proporgli un impiego nella squadra maschile. Lara e Alejo? ‘Bravi ragazzi entrambi’, dice il presidente di Swiss Ski Urs Lehman: vero, a maggior ragione, tutti i dirigenti dello sci svizzero, che si sono mostrati i migliori d’Europa sul piano tecnico, andrebbero sculacciati come si fa (si faceva, una volta) con i monellacci che rubano le caramelle, negano, e le rovesciano a terra quando sono obbligati a svuotare le tasche.
Proprio perché Lara e Alejo (ne conveniamo) sono ‘bravi ragazzi’ Swiss Ski non avrebbe mai dovuto propinarci un simile ‘pasticciaccio brutto”. Ma oggi si festeggia il trionfo dello sci svizzero, nonostante tutto.
Nell’immagine: Lara Gut e Marco Odermatt
Le idee del leader bolscevico sull’autodeterminazione dei popoli dell’Urss che Putin condanna
Ultima della serie: le farmaceutiche produttrici dei vaccini anti Covid-19 possono bloccare la donazione o la vendita di dosi ad altri paesi