Un gioco da ragazzi
In alcune città svizzere si muovono i primi passi per la prevenzione della pedofilia. Il Ticino è fermo al palo - Di Michel Venturelli
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In alcune città svizzere si muovono i primi passi per la prevenzione della pedofilia. Il Ticino è fermo al palo - Di Michel Venturelli
• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
In alcune città svizzere si muovono i primi passi per la prevenzione della pedofilia. Il Ticino è fermo al palo - Di Michel Venturelli
Nelle celle di pedofili non ce ne sono tanti, ce ne sono molti di più a piede libero.
Spesso descritti come orribili mostri, bestie scappate dagli inferi, quando fermati e giudicati i media ci vanno a nozze e i politici colgono l’occasione per sciacquarsi le gengive con discorsi farciti di termini tipo “tolleranza zero”. Intanto si è saputo che pure un vescovo, guida morale per antonomasia, si è comportato da infame coniglio lasciando andar avanti per anni i propri ministri disturbati indisturbati.
Purtroppo per alcuni la moralità è un concetto a geometria variabile. Ve lo ricordate Don Raffaé? Canzone di Fabrizio de André dei primi anni ’90:
“Prima pagina, venti notizie
Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa?
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità”
In questo contesto gli unici che sembrano non aver gettato la spugna sono proprio i ragazzini che hanno reagito per difendere sé stessi e i propri simili andando a scovare personalmente i mostri. Hanno sbagliato? Da un punto di vista legale sicuramente, da un punto di vista umano la difesa è legittima e comprensibile. Soprattutto se le autorità, dopo i grandi discorsi, l’indignazione e la costernazione de facto gettano la spugna, con o senza dignità vedete un po’ voi.
Il problema è che oggi c’è un numero di fenomeni devianti tale che la politica è incapace di contrastare e gestire se non a proclami, utili a gettare fumo negli occhi dei cittadini che siamo. Quando il politico chiede a gran voce giustizia esemplare, implicitamente dice che la giustizia potrebbe anche non esserlo. E questo è pure il sentimento di molti cittadini. O per lo meno è sicuramente il sentimento di questi ragazzini che hanno agito autonomamente senza chiedere nulla a nessuno.
Intanto il politico, che è quello che dovrebbe avere delle visioni utili a risolvere i problemi, è latitante. E qui l’asino casca e si fa pure male. Oggi l’unica visione che conta pare avere una scadenza: quella delle elezioni. E quattro anni spesso non sono sufficienti per risolvere i problemi. Se ne deduce che i politici in questione e i loro proclami sono il problema. E in Ticino lo sono eccome. Qui da decenni si persegue quello che si dovrebbe prevenire, lasciando in balia di sé stesso l’individuo che sente delle pulsioni insane. A chi dovrebbe rivolgersi per chiedere aiuto in un contesto, come quello ticinese, dove per quelli come lui si invocano le peggiori punizioni?
A Zurigo la musica cambia: già tre anni fa, seguendo l’esempio di Basilea e Ginevra, si è inaugurato un centro di consulenza a bassa soglia per persone con pulsioni pedofile. “Con questo nuovo servizio di prevenzione, vogliamo proteggere meglio i bambini e fare in modo che persone con tendenze pedofile non passino all’atto”, ha detto la direttrice del Dipartimento cantonale della sanità Natalie Rickli.
A Zurigo, Ginevra e Basilea si fa il possibile per aiutare le persone disturbate a non passare all’atto in modo da proteggere al meglio i fanciulli. Questo non vuol dire che l’atto, se si realizzasse, sarebbe tollerato. Se non ci si fa aiutare e si delinque si deve essere puniti. Prevenzione e repressione sono ben bilanciate e anche il Consiglio federale ha invitato i Cantoni a promuovere e fornire servizi di terapia in questo contesto.
Ma noi siamo in Ticino dove anche i vescovi sono correi e l’unica attività di contrasto efficace sembra essere diventata un “gioco da ragazzi”.
Nell’immagine: manifesto di una campagna tedesca per la prevenzione della pedofilia
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