Cerotti e soluzioni reali per il malessere del settore sociosanitario

Cerotti e soluzioni reali per il malessere del settore sociosanitario

Ci vuol ben altro delle 38 ore settimanali proposte dal Consiglio federale, o del messaggio cantonale Pro-San per il rafforzamento della formazione professionale - Di Raoul Ghisletta


Redazione
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Cerotti e soluzioni reali per il malessere...

Nel 2022 dopo un’ampia consultazione del personale sociosanitario e socioeducativo ticinese il Sindacato VPOD Ticino ha elaborato (con l’aiuto del compianto avv. John Noseda) e poi ha lanciato l’iniziativa popolare “per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità”. Essa è stata depositata all’inizio del 2023 con 7’500 firme valide ed è stata dichiarata ricevibile dal Parlamento ticinese il 12 dicembre 2023. La posizione del Consiglio di Stato è contraria all’iniziativa ed è illustrata in un penoso messaggio (n. 8395) datato 24 gennaio 2024. Ora si aspetta la decisione della Commissione sanità e socialità del Gran Consiglio, che verosimilmente a maggioranza sarà contraria all’iniziativa, visti i chiari di luna finanziari imposti dal mantra morisoliano.

Cosa propone l’iniziativa popolare ticinese?

Sono cinque i punti dell’iniziativa, che verrebbero inseriti in una legge quadro cantonale del settore sociosanitario e socioeducativo, la quale si applicherebbe sia alle strutture sociosanitarie e socioeducative gestite direttamente dal Cantone, sia a quelle private contrattualizzate con il Cantone.

I cinque punti spaziano su ambiti diversi:

  1. definire condizioni lavorative minime valide per tutto il settore sociosanitario e socioeducativo, in modo da garantire una maggiore attrattività̀ ed una maggiore durata delle carriere professionali (evitare l’abbandono precoce);
  2. codificare i diritti di pazienti e utenti;
  3. introdurre una valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture;
  4. creare organi di mediazione per pazienti, utenti e personale;
  5. codificare l’alta sorveglianza parlamentare sul settore.

Dopo le recenti mobilitazioni e rivendicazioni di piazza appare sempre più urgente che la politica e l’opinione pubblica si chinino seriamente su questa iniziativa popolare, che permetterebbe di togliere pressione al settore sociosanitario e socioeducativo, la cui situazione critica di fondo viene indubbiamente peggiorata dai tagli del decreto Morisoli.

Non bastano le 38 ore! Le 13 richieste dell’iniziativa popolare ticinese

Le richieste dell’iniziativa popolare “per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità” per risolvere il malessere del settore sociosanitario vanno molto oltre le 38 ore settimanali e spaziano dalla regolazione della dotazione del personale e delle condizioni del lavoro (in particolare del lavoro disagiato), alla supervisione della qualità delle cure ed al divieto delle forme precarie di lavoro. Sono tutti elementi che implicano l’adozione della necessaria copertura finanziaria pubblica per gli enti sociosanitari e socioeducativi. E che verosimilmente dovranno essere realizzati a tappe, in quanto introducono notevoli novità rispetto alla situazione attuale.

Ecco le richieste dell’iniziativa popolare VPOD Ticino relative all’organizzazione del lavoro nel settore sociosanitario e socioeducativo:

1) il personale necessario per la presa a carico viene stabilito e verificato in modo trasparente e periodico dal Cantone dopo consultazione di esperti indipendenti e delle associazioni professionali: nel calcolo si tiene conto degli oneri per compiti amministrativi del personale sociosanitario e socioeducativo, come pure delle assenze per malattie, infortuni, congedi pagati e formazione continua;

2) i contratti di lavoro di regola sono a tempo indeterminato: i contratti di lavoro su chiamata e a tempo determinato sono limitati a casi giustificati e notificati al Cantone e ai partner sociali;

3) i salari sono stabiliti in base ad analisi scientifiche indipendenti delle funzioni, che vengono effettuate nei singoli settori e segnatamente: a) strutture ospedaliere e servizi ambulanze; b) case anziani e centri diurni; c) servizi assistenza e cure a domicilio e servizi d’appoggio; d) enti socioeducativi e per gli interventi sulle dipendenze; e) nidi e strutture extrascolastiche;

4) nel calcolo del finanziamento pubblico i salari sono riconosciuti, tenendo conto della classe e dell’aumento annuo (scatto) del personale;

5) il picchetto svolto sul posto di lavoro conta come tempo di lavoro (cosa che non è prevista dalla legge federale sul lavoro per gli educatori);

6) le indennità orarie per lavoro notturno, in sabato e in festivo corrispondono ad un supplemento di almeno il 15% del salario orario medio della rispettiva funzione e ad una compensazione di tempo equivalente al 10% almeno della durata del lavoro svolto;

7) l’orario di lavoro settimanale, la compensazione delle ore supplementari e straordinarie, i giorni liberi settimanali, le vacanze, i congedi per anzianità di servizio, i congedi pagati per la conciliazione famiglia-lavoro, i contributi per la frequenza nei nidi dei figli dei dipendenti e le condizioni pensionistiche sono al minimo quelli previsti dall’Ente ospedaliero cantonale;

8) il tempo di lavoro deve essere registrato elettronicamente, deve includere il tempo di vestizione e deve comprendere il tempo di trasferta tra un luogo di lavoro e l’altro;

9) in ogni settore è introdotto un sistema di prepensionamento con rendita ponte sostitutiva dell’AVS;

10) in ogni settore è introdotto un sistema di supervisione e di sostegno al personale per situazioni critiche;

11) in ogni struttura la partecipazione attiva del personale è favorita ai sensi della legge sulla partecipazione, in particolare sulle questioni organizzative;

12) la contrattazione collettiva delle condizioni di lavoro di settore è favorita ed il rispetto dei contratti collettivi di lavoro è richiesto;

13) subappalti ed esternalizzazioni sono vietati, se conducono ad applicare condizioni di lavoro peggiorative rispetto a quelle definite dalla presente legge.

Raoul Ghisletta è segretario VPOD Ticino e candidato PS al Municipio di Lugano

Nell’immagine: l’ospedale regionale di Lugano

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