“Oh cavallo, oh oh cavallo da Lugano partirò e a Caserta arriverò”
La città, e il cantone, perdono un’altra prestigiosa collezione a livello mondiale; come e perché svanisce un altro tassello culturale e di richiamo turistico - Di Aurelio Sargenti
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La città, e il cantone, perdono un’altra prestigiosa collezione a livello mondiale; come e perché svanisce un altro tassello culturale e di richiamo turistico - Di Aurelio Sargenti
• – Redazione
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• – Redazione
La città, e il cantone, perdono un’altra prestigiosa collezione a livello mondiale; come e perché svanisce un altro tassello culturale e di richiamo turistico - Di Aurelio Sargenti
Da piccolo ho fatto amicizia con Furia cavallo del West e con Tornado, il cavallo di Zorro. Crescendo ho incontrato Pegaso, cavallo di Hercules; poi Brigliadoro, il purosangue di Orlando; quindi Marengo, il corsiero fidato di Napoleone, e naturalmente il cavallo forse più famoso della letteratura, Ronzinante, fedele amico di Don Chisciotte. Non vorrei però dimenticare i famosi versi di Vecchioni: «Corri cavallo, corri, ti prego fino a Samarcanda io ti guiderò».
Chissà se tutti questi reali o immaginifici quadrupedi sono presenti nella «più importante collezione a livello mondiale legata al mondo del cavallo, una collezione che nel 2018 – col titolo Il cavallo: 4000 anni di storia – si mostrò in tutto il suo splendore e con grande successo alla Pinacoteca Züst di Rancate e che, fino a poco tempo fa, albergava nel Luganese, a casa dell’avvocato Claudio Giannelli» (Matilde Casasopra, «Azione», 18 marzo 2024). Questa elogiata collezione ha purtroppo abbandonato le rive del Ceresio per galoppare verso il Casertano, più precisamente verso il Real Sito di Carditello, una splendida palazzina in stile neoclassico dove ammiratori, appassionati o semplici curiosi potranno rivivere la storia del cavallo nei 2000 anni prima e dopo Cristo. Il rammarico è grande, soprattutto se la volontà dell’avvocato Giannelli era quella di mantenere a Lugano la preziosa collezione. L’offerta c’è stata, ma la città si è dimostrata sorda: «un silenzio assordante», dice l’avvocato. A pensarci bene, ciò non stupisce «perché – continua Claudio Giannelli – questa collezione non è la prima che Lugano si lascia sfuggire. C’è stata la collezione d’arte africana di Maria Wyss, partita alla volta di Basilea; la celebre collezione Thyssen partita per Madrid; la collezione Morigi [tranne le nove stupende armature e un elmo con maschera giapponese conservati al MUSEC] e la collezione Nessi [di raffinatissimi antichi strumenti di lavoro], ma anche la più grande collezione esistente al mondo di vetri romani, recentemente andata all’asta da Christie’s a Londra». L’avvocato purtroppo è in buona compagnia.
Forse a Lugano mancano depositi d’arte, che potrebbero conservare e valorizzare degnamente importanti collezioni; forse a Lugano manca la sensibilità politica e culturale necessaria per saper apprezzare la bellezza, la storia; forse a Lugano, semplicemente, non si è capaci di accordare il giusto valore alla cultura, alla storia e al turismo. Eppure a Lugano c’era chi voleva una polizia a cavallo.
Aurelio Sargenti è consigliere comunale di Lugano (PS)
Nell’immagine: morso con raffigurazione del ‘’Signore degli Animali’’, dalla Collezione Giannelli
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