Segui con noi “la notte delle stelle”
Lo sappiamo già: staremo svegli tutta la notte a seguire con un misto di paura e speranza l’andamento dei risultati delle elezioni americane. E per finire le vedremo davvero le stelle: quelle di gioia e di festa se vincerà Kamala Harris, o quelle della botta in testa che prenderemo se non dovesse farcela.
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Di Vincent Bourquin, Le Temps
Con le elezioni alle spalle, il Consiglio federale deve ora affrontare le numerose sfide che lo attendono nel 2024. Naturalmente, gli altri attori chiave della nostra democrazia, come il Parlamento, i Cantoni e i Comuni, dovranno assumersi le proprie responsabilità in questo mondo in crisi. Tuttavia, spetta al Governo indicare la strada da seguire e ai suoi sette membri di intraprenderla.
Quest’anno, quattro Consiglieri federali saranno particolarmente sotto pressione: Viola Amherd, Ignazio Cassis, Elisabeth Baume-Schneider e Beat Jans. La leader del gruppo, la donna dell’Alto Vallese, dovrà superare le montagne, dimostrare coraggio e audacia, insomma, diventare una vera donna di Stato e andare oltre la sua fin qui unica grande battaglia, quella per l’acquisto di nuovi jet da combattimento.
La sua missione sarà duplice. Sul piano interno, dovrà dare nuova vita al Collegio dei ministri dopo la partenza dell’onnipresente Alain Berset e dell’influente Cancelliere Walter Thurnherr. Anche a livello internazionale, il ruolo di Viola Amherd sarà sottoposto a un attento esame. In qualità di Presidente della Confederazione, dovrà gestire le crisi e far sentire la voce della Confederazione, una voce che fatica a risuonare nel mondo di oggi, paradossalmente proprio in un momento in cui la Svizzera è, per la prima volta nella sua storia, membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Per quanto riguarda la politica estera, la Consigliera federale del Centro dovrà lavorare in tandem con Ignazio Cassis, la cui credibilità è anch’essa in gioco nel 2024. E il ticinese potrebbe rimettersi in carreggiata grazie all’Europa, seguendo il mandato negoziale adottato dal Consiglio federale. Ma occorre muoversi molto rapidamente.
Due socialisti molto seguiti
Elisabeth Baume-Schneider si trova in una situazione ancora più precaria. La sua decisione di assumere la direzione del Dipartimento federale dell’Interno ha creato una certa tensione tra i suoi colleghi. Per il momento, la giurassiana non è riuscita ad affermarsi come uno dei leader del governo, a differenza di Albert Rösti, eletto contemporaneamente a lei. Ha le spalle abbastanza solide per gestire uno dei dipartimenti più delicati? In ogni caso, dovrà dare prova di sé molto rapidamente, poiché a marzo gli svizzeri voteranno sulla tredicesima della pensione AVS e sull’aumento dell’età pensionabile a 66 anni. E al DFI i ministri socialisti si ritrovano spesso a dover difendere posizioni contrarie alle loro convinzioni.
È il caso anche del Dipartimento federale di giustizia e polizia, che il basilese Beat Jans ha ereditato suo malgrado. Il suo impegno per il dossier europeo è stato decisivo, soprattutto per convincere la sinistra a sostenere il processo di avvicinamento. Dovrà anche prendere in mano il bastone da pellegrino per convincere i Cantoni a svolgere un ruolo attivo nell’accoglienza dei migranti. Se riuscirà a trovare il tempo per occuparsi delle altre questioni all’ordine del giorno nell’agenda dell’esecutivo federale, il politico basilese potrebbe diventare uno dei protagonisti del governo, forse anche in relazione al fatto che la sua elezione segna il ritorno di un rappresentante di una grande città nel Consiglio federale, un aspetto fondamentale per l’equilibrio del Paese.
Il Consiglio federale non potrà comunque muoversi da solo: deve poter contare su un Parlamento che si muova in modo concreto, capace di superare le divisioni politiche per evitare una serie di impasse che paralizzerebbero l’attività dell’esecutivo e le sue iniziative, anche più delicate, come quelle che l’aspettano in questo inizio di legislatura.
Traduzione e adattamento a cura della redazione
Nell’immagine: la fotografia ufficiale del Consiglio federale 2024. Al centro la presidente Viola Amherd