Nel 2021, nel mondo, 1 milione di bambini è morto a causa delle complicazioni legate alla nascita prematura. Nell’anno precedente, per le stesse ragioni è morto un bambino ogni 40 secondi.
La nascita pretermine – parto in condizioni di vitalità, ma prima delle 37 settimane di gestazione – e le sue complicanze rimangono la principale causa di mortalità neonatale e infantile in tutto il mondo. E, nonostante l’impegno globale, negli ultimi dieci anni il tasso di bambini nati prematuramente è rimasto invariato. Nel mondo, rappresentano circa il 10% delle nascite. A sottolineare questo dato è il Rapporto dell’OMS “Born Too Soon” del 2023.
Significative sono le discrepanze demografiche nei tassi di nascite pretermine. L’80% dei parti prematuri avviene nei paesi a medio-basso reddito. Di questo, il 60% in Africa. Con Malawi, Sudafrica, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Botswana che hanno espresso tassi particolarmente preoccupanti di nascite premature.
Un dato di fatto allarmante, se si considera che in questi Stati i bambini hanno molte meno probabilità di sopravvivere. I paesi a medio-basso reddito hanno una minore disponibilità di cure neonatali, oltre ad avere barriere infrastrutturali ed economiche a cui i paesi ad alto reddito sono meno esposti.
Il problema della natalità precoce e delle morti infantili rimane dunque un nodo cruciale per il continente africano. Tuttavia, alcune soluzioni efficaci stanno emergendo. Un esempio ci arriva da un recente studio che ha definito un ambizioso programma, denominato PremPrep-5, volto a ridurre le nascite pretermine. Cinque interventi chiave sono stati individuati dal comitato per le nascite premature della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia e hanno dimostrato come sia possibile salvare vite umane in modo clinicamente efficace e relativamente poco costoso.
La somministrazione di un ciclo di steroidi, solfato di magnesio e il clampaggio ritardato del cordone ombelicale (ovvero la sua legatura almeno dopo un minuto dal parto e non prima) sono alcune tra le azioni previste dal pacchetto.
In particolare, il primo intervento consiste nella somministrazione di un ciclo di steroidi prima della nascita del bambino. Questo trattamento, presente nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di complicazioni neonatali.
Anche il solfato di magnesio, somministrato alle madri prima del parto, è incluso nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS, stabilizza le membrane cellulari nel neonato, riducendo i danni cerebrali. Da ultimo, nel periodo postnatale, si incoraggia l’allattamento al seno entro un’ora dalla nascita e l’adozione della terapia canguro. Tali interventi sono altrettanto cruciali. Non solo riducono il rischio di complicazioni neonatali, ma coinvolgono anche i genitori nella cura del loro bambino, contribuendo a ridurre i tassi di depressione postnatale materna.
Diffondere queste pratiche salvavita a livello globale è l’unico ostacolo rimasto. L’implementazione presuppone infatti la conoscenza. Ed è quello di cui si sta occupando ora l’iniziativa FIGO PremPrep-5, fornendo formazione e supporto alle società nazionali di ostetricia e ginecologia, affinché possano diffondere queste competenze vitali e migliorare la salute materno-infantile in Africa e oltre.