Un senatore svizzero presiede la commissione sanità ma finge di non conoscere i danni del tabacco
Damian Müller rilascia dichiarazioni ridicole alla tv romanda: finge, perché in realtà aiuta la lobby del tabacco
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Damian Müller rilascia dichiarazioni ridicole alla tv romanda: finge, perché in realtà aiuta la lobby del tabacco
• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
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• – Aldo Sofia
Damian Müller rilascia dichiarazioni ridicole alla tv romanda: finge, perché in realtà aiuta la lobby del tabacco
L’ignoranza di Damian Müller è “incredibile e insopportabile”, ha dichiarato indignato Pascal Diethelm, presidente dell’organizzazione antitabacco OxySuisse, interrogato dalla trasmissione “Temps présent” della televisione svizzera di lingua francese. Il professor Jacques Cornuz, direttore generale di Unisanté dell’Università di Losanna, non è stato da meno: “Sono senza parole. Questo parlamentare non sta svolgendo il suo ruolo di guardiano della salute pubblica. Non prende posizione contro un’industria che è responsabile di 9.000-10.000 morti all’anno in Svizzera”.
Queste reazioni fortemente negative sono state provocate da un’intervista al Presidente della Commissione Salute del Consiglio degli Stati. Alla domanda se sapesse quanti morti il tabacco provoca ogni anno in Svizzera, Damian Müller ha risposto in modo esitante ed evasivo: “Non lo so, si parla di circa 300”.
Quando il giornalista ha precisato che le statistiche ufficiali parlano di diecimila, il membro del Consiglio degli Stati del PLR ha replicato: “Si può discutere se siano davvero 10.000 oppure no”.
In seno alla commissione del Consiglio degli Stati, Müller ha votato a maggioranza contro l’attuazione coerente dell’iniziativa popolare “per proteggere i bambini e i giovani dalla pubblicità del tabacco”, adottata a grande maggioranza nel 2022. La pubblicità del tabacco nelle pagine interne dei giornali dovrebbe essere consentita soltanto se questi sono “venduti principalmente agli adulti tramite abbonamenti”. Anche la sponsorizzazione di eventi e la promozione delle vendite mobili in luoghi accessibili al pubblico dovrebbero rimanere consentite.
Damian Müller è sostenuto in parlamento dal lobbista del tabacco Gregor Rutz, dell’Udc, presidente dell'”Associazione del commercio svizzero del tabacco”. Secondo Rutz, le restrizioni alla pubblicità violano la libertà di commercio. “Quello che si chiede qui è un’economia pianificata”, ha per esempio protestato alla RTS a proposito della richiesta di pacchetti di sigarette dall’aspetto neutro. Ruediger Krech, responsabile dell’OMS per il tabacco, gli ha risposto che le sigarette non sono un prodotto come gli altri: sono invece droghe che creano dipendenza.
Dopo il successo del referendum, Infosperber aveva scritto con ottimismo: “La Svizzera è uno dei pochi Paesi al mondo che non ha ancora ratificato la Convenzione sul tabacco dell’OMS. Grazie al divieto totale di pubblicità, che gli elettori hanno ora accettato contro la volontà del Parlamento e del Consiglio federale, la Svizzera può diventare il 181° Paese a ratificare e attuare la Convenzione”.
Tuttavia, al momento sembra che la Svizzera rimarrà uno dei Paesi esotici che non possono ratificare la Convenzione sul tabacco che hanno firmato. Il motivo: la Svizzera non rispetta il divieto di pubblicità previsto dalla Convenzione. Questa rimane tuttora una macchia sulla politica sanitaria elvetica: oltre alla Svizzera, soltanto Argentina, Cuba, Haiti, Marocco, Mozambico e Stati Uniti hanno firmato la Convenzione dell’OMS ma non l’hanno ancora ratificata. Negli Stati Uniti, il problema è che la pubblicità viene trattata come libertà di espressione, garantita dalla Costituzione. Andorra, Repubblica Dominicana, Eritrea, Indonesia, Liechtenstein, Malawi, Monaco, Somalia e Sud Sudan non hanno nemmeno firmato la Convenzione.
Nel messaggio sulla sua debole controproposta all’iniziativa popolare, il Consiglio federale ha precisdato comunque che il consumo di tabacco causa ogni anno 9500 morti nel nostro Paese. Si tratta di quasi il 15% di tutti i decessi.
Nell’immagine: il senatore Damian Müller
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