Una settimana ad alta intensità
Le elezioni francesi viste da Nantes con i compagni e i sindacalisti - Di Graziano Pestoni
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Le elezioni francesi viste da Nantes con i compagni e i sindacalisti - Di Graziano Pestoni
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Le elezioni francesi viste da Nantes con i compagni e i sindacalisti - Di Graziano Pestoni
Ho deciso di seguire da vicino questo momento, che si è rilevato particolarmente interessante, grazie all’invito dei miei amici di Nantes, Marie et Philippe, vecchi socialisti e sindacalisti. Per alcuni giorni era pure presente una sindacalista spagnola, Gloria, che in gioventù ha vissuto la triste esperienza del regime fascista di Francisco Franco.
Va ricordato che la Francia durante la seconda guerra mondiale ha vissuto l’occupazione tedesca e il regime collaborazionista di Vichy (1940-1944). Da allora ha un rapporto traumatico con l’estrema destra di matrice fascista, come il Rassemblement national (RN). Per ben tre volte (2002, 2017, 2022), al secondo turno delle elezioni presidenziali, la sinistra è stata costretta a votare il candidato centrista per impedire l’elezione del leader dell’estrema destra. Alle elezioni europee del 9 giugno il RN ha ottenuto il 31.3% dei voti, ravvivando i timori del ritorno al governo dell’estrema destra. Per i francesi è stato un pessimo risveglio. Si può quindi capire che le elezioni legislative, convocate subito dopo le elezioni europee, avessero assunto una grandissima importanza, soprattutto dopo i risultati del primo turno che ha visto trionfare il RN. Per i francesi era in gioco il futuro del Paese, la democrazia, i timori di un ritorno oscuro fatto di brutalità, razzismo, violenza fisica e verbale. La settimana cha ha separato il primo dal secondo turno è quindi stata di alta intensità in tutto il Paese.
Per capire il mio scritto, devo descrivere, seppure brevemente, il sistema elettorale francese.
Si tratta di un regime maggioritario uninominale a due turni (ogni circoscrizione elegge un deputato). Significa che al primo turno, possono presentarsi tutti. È eletto chi ha ricevuto più del 50% dei voti. Se nessuno ha raggiunto il 50% c’è un secondo turno. Possono partecipare coloro che hanno ottenuto almeno il 12,5% degli elettori iscritti in catalogo. Generalmente ci sono due o tre candidati. Il terzo arrivato potrebbe rinunciare per favorire l’elezione di un altro candidato. E la questione della cosiddetta desistenza.
Il primo turno (30 giugno) ha dato i seguenti risultati:
Come si può constatare, il RN dal 2022 al 2024 è passato dal 17,30% al 33,3%, quasi un raddoppio. Se si considera che il sistema elettorale premia il partito di maggioranza di poteva facilmente immaginare che il RN potesse raggiungere la maggioranza assoluta e quindi costituire un governo di estrema destra.
Ciò ha suscitato molti timori. Ecco, per esempio, la posizione di Philippe: «Sono triste e arrabbiato. Di notte mi capita addirittura di fare degli incubi. E non sono il solo a vivere male questo periodo. Il mio medico mi ha detto che molti suoi pazienti sono disorientati e qualche volta hanno perfino dovuto ricorrere a cure psichiatriche. In caso di vittoria del RN si teme un attacco ai diritti sociali e sindacali, alla parità, uomo/donna, a una minore attenzione alle problematiche legate al clima, ai diritti civili, a un deterioramento dello statuto degli immigrati, all’aumento del razzismo, all’instaurazione di uno stato poliziesco».
Gloria, dal suo osservatorio spagnolo, da parte sua osserva: «Se il RN vince le elezioni in Francia, la messa in atto di una nuova politica economica in Europa, assolutamente necessaria, sarà impossibile e assisteremo a un declino dell’Europa. Spero vivamente che il fascismo, battuto 80 anni fa, non faccia ritorno, in particolare con le sue discriminazioni razziali.”
Il RN, secondo Le Monde e il Nouvel Observateur, beneficia di importanti sostegni. Il magnate della stampa, il miliardario Vincent Bolloré, non ha esitato per esempio a diffondere false notizie sugli immigrati attraverso i suoi giornali per favorire il RN, perfino la domenica stessa in cui si svolgeva il primo turno.
Naturalmente nel Paese si è aperto il dibattito sulle ragioni del successo del RN e non pochi ritengono che una grande responsabilità incombe alla sinistra. Sovente divisa, disattenta alle attese delle classi popolari e di una classe media che fino agli anni Duemila vivevano discretamente bene, ma che ora vivono un degrado delle loro condizioni di vita, il precariato, il peggioramento del servizio pubblico.
Abbiamo un presidente «indegno», si è esclamato durante una serata pubblica Jean-Marc Ayrault, ex sindaco di Nantes e ex primo ministro. Per almeno tre ragioni.
La prima. Per la politica praticata e per le modalità utilizzate. Ha fatto un uso sproporzionato di un articolo della costituzione, il 49,3, che permette al presidente di decidere al posto del parlamento in casi straordinari. Emmanuel Macron lo ha utilizzato, tra l’altro, per Imporre il peggioramento delle pensioni, avversato per mesi da imponenti manifestazioni e dalla maggioranza del Parlamento. Un atto ritenuto particolarmente anti-democratico. Non a caso è sovente designato «il presidente dei ricchi”.
La seconda. La dissoluzione del parlamento, dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee. Nulla lo obbligava. Ma le elezioni, convocate con un solo mese di preavviso, ha provocato un inutile scontro contro il RN.
La terza. L’ambiguità nei confronti del RN, in particolare nei casi in cui il proprio partito è arrivato terzo al primo turno. La cosiddetta politica del NI-NI, nei casi di desistenza, di cui ho parlato prima. Macron ha messo allo stesso livello la sinistra democratica e il RN, di matrice fascista, che discrimina i cittadini in ragione della loro religione, la loro origine, il colore della loro pelle. Un indebolimento del fronte democratico, di cui Macron stesso ne ha approfittato in occasione delle sue due ultime elezioni, nel 2017 e nel 2022, quando è stato eletto presidente con i voti della sinistra.
7 luglio, ore 20.00. Grande sorpresa. Contrariamente a tutte le previsioni che davano il RN largamente vincente, la tele nazionale annuncia la vittoria del Nuovo Fronte Popolare. Ecco i risultati:
Come si può constatare la differenza tra le previsioni dopo il primo turno e i risultati del secondo turno sono abissali. Il RN è crollato da 230/280 seggi a 143. Il NFP, da un lontano secondo posto, si trova in testa.
Il fronte repubblicano, ossia la politica della desistenza a favore del candidato repubblicano con il maggior numero di voti (ensemble e NFP), malgrado le ambiguità di Macron, come hanno osservato tutti gli osservatori, ha funzionato. Sia la sinistra sia, anche se in misura minore, Ensemble, hanno ritirato i loro candidati per fare sbarramento al RN. I timori di un governo di estrema destra erano troppo elevati. Il maggior beneficiario sembra essere stato Ensemble, come si può constatare dall’aumento dei seggi tra il primo e il secondo turno.
Ora si apre un’altra fase, quella della formazione di un nuovo governo. La soluzione più semplice sembra quella di un governo NFP di minoranza. Anche negli ultimi due anni nessuno deteneva la maggioranza assoluta. Potrebbe essere difficile fare grandi riforme, che necessitano la maggioranza parlamentare. Diversi costituzionalisti (vedi Le Monde 6 luglio) ricordano tuttavia che un governo dispone di un ampio «potere regolamentare autonomo» in moltissimi campi: la scuola, l’immigrazione, la salute, l’ecologia. Campi in cui il presidente non può opporsi. Ci sono altri scenari, come quello di un’alleanza tra la sinistra più moderata e i macronisti (Ensemble), che emarginerebbe una parte della sinistra e una parte di Ensemble. Il prossimo futuro ci dirà come andrà.
La sinistra, se vuole riconfermare i propri risultati alle prossime scadenze elettorali, non dovrebbe dimenticare che fa i migliori risultati quando è unita.
Nell’immagine: manifesti elettorali a Nantes
“Dobbiamo smettere di credere a chi, promettendoci quei tre miserabili copechi, li ha intanto già rubati e forse anche già impegnati” - Di Guido Tognola
A proposito di due recenti (e affrettatissime) nomine della Divisione della cultura e degli studi universitari