Le studentesse e gli studenti di Zurigo al momento hanno forse una serie di impellenze politiche ancora più urgenti di quella abitativa, ma il problema della mancanza di alloggi a prezzi ragionevoli rimane. E con tutta probabilità è destinato a gonfiarsi di pari passo con lo spuntare di nuovi percorsi formativi, e con la pubblicazione puntuale del ranking degli atenei cittadini (dove l’ETH è sempre in pole position), che attirano frotte di studenti dall’estero (laddove l’EPFL ha deciso di mettere un freno per garantire la qualità dell’insegnamento, l’ETH ha deciso di rinunciarvi.
È così che a chi si ritrova nella scomoda posizione di dovere o volere trovare un alloggio a Zurigo, e non in un anonimo Agglo (i popolosi sobborghi della cintura cittadina), quando non addirittura nella non vicinissima Zugo, può presentarsi una sfida non da poco, che prevede una dose di pazienza perlomeno granitica, accompagnata da altrettanta fortuna. La visita di appartamenti con una stanza libera può trasformarsi in un lavoro part time, sia per i tempi di attesa in coda insieme ad altre centinaia di persone interessate allo stesso oggetto, sia per le tratte sempre più lunghe che si è disposti ad affrontare a mano a mano che si avvicina la data di inizio dell’università o dell’uscita dal vecchio alloggio e non si è ancora trovato qualcosa di nuovo a un prezzo accettabile.
È a quel punto esperienza condivisa fra studentesse e studenti, di come in un attimo ci si possa ritrovare nella disagevole posizione di chi ha bisogno di un tetto a tutti i costi, ed è dunque disposta/o a rispondere anche a domande scomode o a sottoporsi a veri e propri test ideologici. Le logiche del mercato immobiliare della maggiore città svizzera, infatti, stanno piano piano strozzando chiunque si trovi al di sotto di una certa fascia di reddito, e sono in tanti. Le stanze e gli appartamenti disponibili sono sempre meno, e così spuntano scam – con sedicenti studenti che dagli USA inviano foto di edifici a Zurigo, sostenendo che una volta pagata la cauzione per la camera, seguirà la chiave via corriere – così come anziani pronti a subaffittare una stanza nel proprio appartamento al prezzo di 600 CHF, inclusa cura serale delle piaghe alle gambe. Vi è anche chi non si vergogna di proporre una stanza raggiungibile unicamente attraversando la camera da letto del proprietario, o chi pretende dalla nuova inquilina o dal nuovo inquilino una certa aderenza ai movimenti anarchici. Qualcuno si spinge ancora più in là, stalkerando la studentessa o lo studente di turno su Instagram per capire il suo orientamento sessuale, o pretendendo di piazzare delle telecamere nei locali comuni. La ricerca di una stanza a Zurigo, al netto di un colpo di fortuna, ha così il potenziale di trasformarsi in un piccolo calvario, di certo non aiutato dal fatto che, in quanto ticinesi si è a tutti gli effetti straniere e stranieri.
Il problema non riguarda ovviamente solo studentesse e studenti, ma tragicamente tutto quel ceto medio che qualcuno vorrebbe lontano dalle vie del centro, là dove sorgono le multinazionali e dove in una manciata di anni sono nati interi quartieri, nuovi, puliti, sterili e ariosi, ma soprattutto carissimi. L’affitto per un appartamento di tre locali, in quartieri nuovi come quello dell’Europaallee, può costare tra i 4’000 e i 7’000 CHF, una cifra che per molte cittadine e cittadini svizzeri (anche a Zurigo) può corrispondere a un intero salario mensile, ma che sembra comunque accettabile per le migliaia di persone impiegate nelle multinazionali di cui sopra. By the way, un edificio dopo l’altro, proprio la suddetta Europaallee si sta espandendo, avvicinandosi sempre di più alla Langstrasse, e cominciando piano piano a fagocitarla, attraverso tutta una serie di ristrutturazioni (molti terreni su cui sono sorti edifici extralusso appartengono alle FFS)
Lo scorso 25 maggio circa diecimila persone si sono date appuntamento a Zurigo per manifestare contro la crescente speculazione edilizia, e cercare così di porre un freno a un processo che sembra ormai inarrestabile, e che ha posto una spada di Damocle su interi quartieri, là dove incombono abbattimenti di edifici ritenuti vecchi (seppur ristrutturati e costituenti solide comunità abitative), in nome di una sostituzione fatta per lo più in una prospettiva verticale: grandi finestre, molto metallo, poca personalità. Che il trend sia definitivamente cambiato, e che la coalizione rossoverde della cittadina sia stata ormai superata dai valori del neoliberismo nel mercato immobiliare, lo ha dimostrato recentemente anche lo scandaloso caso della cooperativa abitativa Familienheim Genossenschaft Zürich (FGZ), situata nell’idilliaco Friesenberg (Kreis 3) e che quest’anno compie 100 anni. Quando la FGZ si è vista rifiutare dalla città un progetto che prevedeva l’abbattimento di un centinaio di casette a schiera risalenti agli anni 30 a favore di una serie di palazzi, senza consultare i propri membri, e nonostante la carenza cronica di alloggi, ha deciso di cedere temporaneamente le casette alla piattaforma Airbnb.
Parallelamente, crescono piattaforme come Blueground, che offrono cosiddetti appartamenti-business per uomini d’affari – sempre delle grandi multinazionali – di passaggio, e dove un 2,5 locali ha un prezzo che oscilla (a dipendenza della domanda) tra i 3800 CHF e i 6910 CHF mensili. Nel 2016 gli appartamenti business di Zurigo erano 2700, nel 2022 già 4300 (quasi il 2% degli appartamenti disponibili in città).
Gli interessi della città sulla Limmat evidentemente oggi sono altrove, là dove le è permesso risplendere a livello internazionale (la competizione non sembra essere già più da un pezzo con la storica rivale Basilea, bensì con le grandi metropoli europee). È in nome di uno sfarzo che si traduce sempre più spesso in una pericolosa influenza sui prezzi della città (in molti negozi addirittura raddoppiati) che si progetta sempre più in grande, come ha riportato recentemente il Tages Anzeiger, proponendo una carrellata di edifici che modificheranno per sempre la skyline della città. Il più imponente (e come poteva essere altrimenti?) sarà il grattacielo UBS di Altstetten progettato dall’archistar Kengo Kuma, con i suoi 108 metri, ma non saranno da meno il grattacielo di 70 m di altezza con appartamenti per anziani o il cosiddetto “cluster dei grattacieli” dove, fra gli altri edifici sorgerà un edificio di 60 metri per 20 piani.
Sembrano definitivamente andati gli anni in cui Zurigo, nel bene e nel male, bruciava, quando la voce di chi stava “sotto”, aveva ancora la forza di scuotere chi stava sopra. I grattacieli sono sempre più alti, e con loro, aumenta verticalmente la distanza tra chi a Zurigo, può, e chi invece se ne deve andare, rifiutato da una politica immobiliare intenzionata a muoversi in una direzione sola, verso le stelle, là dove anche guardare il panorama ha un prezzo… altissimo.
Nell’immagine: un palazzo nel quartiere di Friesenberg