Educazione e tolleranza, merce rara nei commenti social
In un ideale decalogo qualche suggerimento per moderare i toni e favorire dialogo e confronto
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
In un ideale decalogo qualche suggerimento per moderare i toni e favorire dialogo e confronto
• – Alberto Cotti
Per la Banca Mondiale è la soglia della povertà assoluta. E riguarda oltre 700 milioni di persone nel mondo
• – Alberto Cotti
Dopo la riapertura dell’inchiesta sulla demolizione di parte dell’ex-Macello, alcune esternazioni della municipale Karin Valenzano Rossi inducono a porre qualche domanda
• – Alberto Cotti
I criteri di valutazione di alcuni funzionari dell’Ufficio della migrazione
• – Alberto Cotti
Discriminazione, discredito, disprezzo verso gli immigrati sono un mantra sempre più grave e violento del “Mattino”
• – Alberto Cotti
A proposito di “consumatori di imposte” e di altri stravaganti modi di definire i dipendenti pubblici
• – Alberto Cotti
Una recente decisione dell’Ufficio cantonale della migrazione concede che uno straniero nato e cresciuto in Ticino può restarci anche se povero
• – Alberto Cotti
In un ideale decalogo qualche suggerimento per moderare i toni e favorire dialogo e confronto
Facebook e, più in generale, i social media sono anche il palcoscenico sul quale recitano a soggetto odiatori frustrati che alimentano il loro ego smisurato con aggressioni verbali ed insulti, diretti contro chi non condivide la loro visione della vita. Odiatori che, spesso e volentieri, sono stimolati da provocatori (e si tratta soprattutto di esponenti politici di destra) che offrono loro un bersaglio addosso al quale riversare un po’ di cattiveria a buon mercato.
Ognuno evidentemente deve poter esprime la propria opinione, ma non sarebbe male se nei social la buona educazione e la tolleranza non fossero merce così rara. Anche perché, per incrementarle senza troppa fatica, basterebbe che:
10. in dieci post consecutivi Paolo Pamini rinunciasse a scrivere “climatisti” e “rosso-verdi”;
9. in nove post consecutivi Lorenzo Quadri evitasse di scrivere “stranieri” e “brozzoni”;
8. in otto articoli consecutivi Alberto Siccardi rinunciasse a screditare i cittadini che nel 2017 hanno scelto di vietare la costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera;
7. in sette post consecutivi Sergio Morisoli evitasse di accusare lo stato di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”;
6. in sei post consecutivi Piero Marchesi rinunciasse a scrivere “neutralità” ed “energia”;
5. in cinque post consecutivi Marco Chiesa evitasse di scrivere “città rosso-verdi”;
4. per quattro settimane consecutive la redazione del CdT online filtrasse per davvero i commenti sotto i post;
3. per tre giorni consecutivi gli utenti di Facebook rinunciassero a giudicare la vita degli altri;
2. per due ore filate tutti evitassero di vomitare odio gratuito;
1. per una volta ognuno si schierasse dalla parte dei più deboli, degli emarginati e degli indifesi.
Mentre a Berna si discute se un “no” vale più di un “sì”, la cronaca ci regala un solo pensiero: quanti déjà-vu in ambito di abusi sessuali
A trent'anni dall'inizio dell'assedio che martirizzò la capitale della Bosnia, diventata simbolo della tragedia balcanica