Sudafrica, la speranza si chiama Governo di unità nazionale
I primi cento giorni di una formula inedita per una nazione che non può perdere l'occasione di rinnovarsi
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I primi cento giorni di una formula inedita per una nazione che non può perdere l'occasione di rinnovarsi
• – Carla Ferrari
Ho seguito quattro kermesse pre-elettorali americane. Ecco cosa mi ha trasmesso il discorso con cui la candidata democratica ha chiuso la notte scorsa la convention di Chicago
• – Carla Ferrari
Non passa giorno che non si parli di crisi della sanità nel nostro paese
• – Carla Ferrari
Raggiunto l’accordo fra l’ANC e l’Alleanza democratica: governo di unità nazionale fra due partiti molto diversi ma che promettono di portare il paese fuori da una diffusa crisi sociale ed economica
• – Carla Ferrari
Come gli Springbocks, la sua leggendaria nazionale di rugby, il Sudafrica pronto a realizzare un governo di coalizione quasi all’ultimo minuto
• – Carla Ferrari
Il secondo schieramento politico del paese propone una coalizione di governo all’ANC, ma con una serie di condizioni che nel partito che fu di Mandela apre un serrato dibattito interno
• – Carla Ferrari
Il paese cerca una coalizione dopo le elezioni che hanno sanzionato pesantemente l’ANC che fu di Mandela, diviso fra tradizionalisti e pragmatici
• – Carla Ferrari
Il partito di Mandela perde la maggioranza assoluta, ma potrebbe essere tentato da un’alleanza col partito eterodiretto dall’ex presidente Zuma; sarebbe un esito deludente per chi spera in un cambiamento
• – Carla Ferrari
L’incertezza principale riguarda la tenuta del partito di Mandela (finora maggioritario) e le future non facili alleanze di governo
• – Carla Ferrari
Problemi sociali ed economici, e un possibile sisma della mappa politica del paese
• – Carla Ferrari
I primi cento giorni di una formula inedita per una nazione che non può perdere l'occasione di rinnovarsi
Dalla nostra corrispondente per il Sudafrica
Varato pochi mesi fa, il primo governo di unità nazionale (e si può dire : di salute pubblica) della storia del paese sembra resistere alle sfide che deve affrontare e risolvere.
I problemi sono molti e impegnativi : disoccupazione ancora troppo alta (al secondo trimestre : 33.5%), il costo della vita sempre più alto, al punto che nelle principali città del paese milioni di persone subiscono quella che viene definita « food insecurity » cioè l’incertezza di non poter fare la spesa regolarmente. Un’incertezza che ha già provocato gravi danni come l’aumento della criminalità e stress mentale nelle famiglie. A Cape Town per esempio riempire la borsa della spesa costa mediamente 5’068 Rand (Fr. 350) al mese, mentre lo stipendio mensile medio di un capo famiglia è di 4’633 Rand (Fr. 230).
Anche le frange estremiste come l’EFF (Economic Freedom Fighters) di Julius Malema se ne stanno relativamente tranquille, mentre la frangia radicale dell’ANC (il partito storico di governo) chiede, per ora senza successo, la nazionalizzazione della Banca Nazionale. Una proposta che trova la ferma opposizione del mondo della finanza e del partito DA Democratic Alliance (ex principale partito di opposizione e ora al governo con l’ANC). L’operazione sarebbe estremamente costosa in quanto i suoi azionisti dovrebbero essere compensati, mentre i vantaggi sarebbero di poco conto. Senza contare che la Banca potrebbe perdere la sua indipendenza con conseguenze negative sulla politica monetaria.
Questa volta il Presidente Cyril Ramaphosa ha fatto sentire la sua voce, contrariamente alla sua assenza nei mesi difficili, chiedendo a tutti i sudafricani di restare uniti. E lo ha fatto con vigore, e si può anche dire, convinzione.
Certo, ci sono stati e ci saranno ancora compromessi e negoziati fra i partiti su chi, e cosa, sarà chiamato a gestire.
Altro segnale interessante : le interruzioni di elettricità, dovute alle gravi difficoltà della Eskom, una delle maggiori aziende elettriche al mondo, in sofferenza per la cattiva, se non disonesta, gestione del precedente governo ANC.
Anche le strade, notoriamente in cattivo stato, vengono sempre più spesso riparate, in particolare le pericolose buche provocate dalle piogge insistenti soprattutto in questo periodo.
Il Kwazulu Natal, la seconda piu’ popolosa provincia del paese è riuscito a sbarazzarsi del partito del corrotto Zuma, Umkonto We Siswe, MK), e Zuma stesso è stato estromesso e messo a tacere. Un bel colpo. Zuma era diventato troppo forte e influente con i suoi metodi poco ortodossi, facendo capo ai miliardi di Rand sottratti all’erario quando era al potere per corrompere dove e quando poteva.
Per il Sudafrica questa fase di maturità politica è una sfida che non può e non deve fallire. Questo immenso paese, bellissimo, con 11 lingue nazionali, ricco all’inverosimile di risorse naturali oro, argento, diamanti, terre rare, agricolture fiorenti, finalmente ha la possibilità di diventare il motore di un continente, l’Africa, che ancora si sta ancora cercando, mettendo a dura prova il benessere di milioni di cittadini che vorrebbero finalmente vivere dignitosamente.
Nell’immagine: il Governo di unità nazionale del Sudafrica
Il bilancio in chiaroscuro del (fin troppo) celebrato protagonista della politica estera americana
Le strade sconnesse e dissestate che portano, forse, alla definizione e all’affermazione di una politica progressista