Casette e porticati con le porte. C’è chi può
A Lugano il concetto di “spazio pubblico” pare a volte risultare davvero misterioso, o semplicemente ignorato - Di Aurelio Sargenti
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A Lugano il concetto di “spazio pubblico” pare a volte risultare davvero misterioso, o semplicemente ignorato - Di Aurelio Sargenti
• – Redazione
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A Lugano il concetto di “spazio pubblico” pare a volte risultare davvero misterioso, o semplicemente ignorato - Di Aurelio Sargenti
“Sorpresa e disorientamento” sono sentimenti di tutti coloro che in questi giorni transitano in Piazza Cioccaro. Ma siccome «l’importante è esagerare sia nel bene che nel male senza mai farsi capire» ecco che gli intraprendenti esercenti hanno pensato, anche loro, di esagerare e di raddoppiare l’audace impresa sigillando il passaggio pubblico attraverso il quale si raggiunge la “Prosciutteria Lino” – ça va sans dire – di loro proprietà: nei mesi caldi il porticato era soltanto (si fa per dire) occupato da sedie e tavolini per cui chi voleva transitare doveva destreggiarsi tra allegri consumatori di spritz; ma ora che è arrivato il Generale Inverno gli esercenti di cui sopra hanno pensato (un’altra volta) di coccolare i loro preziosi clienti chiudendo il porticato con pareti di legno e porte ben salde poste alle estremità del passaggio sulle quali hanno apposto, con ironia involontaria e volontaria arroganza, un cartello con la scritta “Passaggio pubblico”! Un altro sfregio, questa volta al palazzo che sta ai margini della Piazza della Riforma e che oggi ospita la banca UBS, ma che un tempo (dal 1746 al 1799) ospitava la gloriosa Tipografia Agnelli, faro di cultura e testimone delle grandi rivoluzioni.
Ad abundantiam aggiungiamo che di sabato i nostri dinamici commercianti, di tanto in tanto, così per marcare presenza, espongono la loro preziosa merce sull’uscio di casa, nella trafficata via Pessina, obbligando, anche qui, turisti e cittadini a destreggiarsi tra tavoli, tavolini e code di clienti per transitare senza arrecare gravoso danno a tartufi e simil bigiotteria.
Abbiamo voluto segnalare un altro esempio di amministrazione allegra, forse disattenta (siamo buoni, siamo a Natale); di facili concessioni ai soliti noti, che non vendono scarpe, ma libagioni. Nessuna richiesta edilizia, né notifica ai confinanti è stata fatta: così si legge nella stampa. Solo un’autorizzazione speciale (natalizia) è stata loro concessa dalla polizia, così dice il vicesindaco, in base alla nuova legge degli esercizi pubblici. Come se l’edificio ingombrante e di qualità imbarazzante messo lì, in Piazza Cioccaro, fosse una semplice buvette, una semplice mescita di bevande e liquori.
Insomma approfittando della “disattenzione” di chi dovrebbe controllare, i suddetti menzionati esercenti hanno voluto strafare occupando il suolo pubblico ben oltre il 30% concesso in tempo di Covid. C’è chi può.
Nell’immagine: il porticato privatizzato
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