Suscita discussioni e perplessità la decisione del Centro di Competenze della Supsi di pubblicare, proprio in coincidenza con la conferenza stampa del comitato per il “si”, e a un solo mese dalla votazione popolare, un rapporto i cui contenuti sono sostanzialmente favorevoli alla riforma tributaria su cui il Ticino deve esprimersi il prossimo 9 giugno. Per taluni la tempistica è quantomeno discutibile, se non sospetta.
In qualche modo la Supsi interviene, anzi fa la sua irruzione, nel dibattito pre-votazione, su un tema assai divisivo, con importanti interessi in gioco. Per i critici, si tratta di una sorta di “discesa in campo”, il campo della politica, in cui un istituto universitario non dovrebbe metter piede mentre è in corso un vivace confronto tra il “fronte del Sì” alla riforma fiscale e chi la ritiene invece un grande, inutile e iniquo regalo ai ‘paperoni’ che in totale trarranno beneficio per circa 4 milioni all’anno. Tema dunque caldissimo, che seguiremo con particolare attenzione nelle prossime settimane.
Inoltre, si riprovera agli estensori del documento scarsa preparazione e scarsa scientificità del lavoro prodotto e delle sue conclusioni: il gruppo degli autori è infatti interdisciplinare, non formato dunque esclusivamente da economisti che possono esprimersi con maggiore distacco e indipendenza.
Per questo motivo pubblichiamo oggi l’interrogazione parlamentare che, a proposito dello studio e del ruolo della Supsi in questa vicenda, è stata depositata ieri da Fabrizio Sirica del Partito socialista.
Bellinzona. Sono le ore 11:40 di lunedì 6 maggio 2024, la conferenza stampa del comitato borghese favorevole alla Riforma tributaria in voto il 9 giugno ha appena finito di esporre i propri argomenti, e nello stesso identico momento il sito della RSI dà notizia di uno studio del Centro di competenze tributarie e giuridiche (CCTG) della SUPSI che ha fatto un confronto intercantonale sulle imposte dirette per l’anno 2024. Per chiudere l’articolo online, il video della conferenza stampa con cui, il 13 luglio 2023, il Governo ticinese annunciava il messaggio sulla riforma.
Casualità? Non si può affermare il contrario, certo è che le conclusioni a cui arriva lo studio, ossia che il Ticino ha una scarsa competitività fiscale con gli altri cantoni svizzeri, fanno sicuramente il gioco politico di un fronte ideologico.
Ma la “discesa in campo” politica nel delicato dibattito che sta spaccando il cantone era già avvenuta da parte di Samuele Vorpe, responsabile del suddetto Centro. Riporto dal portale Tio: “Così, due giorni dopo il lancio da parte del comitato Stop ai tagli della campagna per dire no, il 9 giugno, alla riforma fiscale approvata dal Parlamento a dicembre dello scorso anno, il professore di Diritto tributario traccia le linee principali della modifica della legge tributaria, spiegandone la ratio e le necessità.”
Personalmente concordo appieno con il Direttore de la Regione, in un editoriale odierno, siamo di fronte al “Vecchio trucco dell’ortodossia neoliberale: rivestire con un alone di scientificità fatto da tante cifre e nessuna contestualizzazione politico-sociale le rivendicazioni di un settore, come quello che in questo caso mira a trattenere per sé una maggior quota di ricchezza oggi ridistribuita attraverso le imposte.”
Il complesso tema della concorrenza intercantonale per quanto riguarda l’attrattività in ambito di persone fisiche e giuridiche, non si può certamente ridurre, come pare fare lo studio, ad un mero e miope ragionamento contabile di comparazione d’aliquote. È ampiamente documentato che nella scelta del domicilio fiscale sono molti i fattori (condizioni quadro) che vengono presi in considerazione:
- Stabilità politica e sociale
- Livello delle strutture scolastiche e universitarie (ecco, appunto)
- Sanità all’avanguardia
- Amministrazione efficiente
- Vicinanza alle principali vie di comunicazione internazionali
E che si apra questo dibattito, sulla bontà o meno di uno studio che viene e verrà strumentalizzato da una parte politica, è già sintomatico del grave errore commesso dal Centro di competenze tributarie e giuridiche (CCTG) della SUPSI.
Io non so dire se ho ragione io, se dietro a queste tempistiche c’è una chiarissima regia politica che cerca di rivestire di scientificità la propria crociata ideologica, e non so dire neppure con certezza se la crociata in atto la si fa per conto di quei 12 plurimilionari che da questa riforma potrebbero guadagnare 4 milioni di franchi all’anno. Il sottoscritto non ha le prove di queste possibili influenze, ma a qualsiasi cittadino comune può sorgere questo legittimo dubbio osservando la situazione che si è venuta a creare. E allora è questo il punto, la credibilità di un’intera istituzione viene pesantemente messa in discussione da questo errore, che nella più innocente e blanda ipotesi è un errore di tempistiche e di opportunità.
Si tratta pertanto di fare piena luce sulle dinamiche che hanno portato alla pubblicazione di questo studio con delle tempistiche tanto inopportune. In particolare, fermo restando l’autonomia accademica, si chiede di verificare se le procedure interne che normalmente vengono seguite per la divulgazione di studi e ricerche, sono state rispettate. A maggior ragione se queste tempistiche, come certamente in questo caso, possono influenzare una votazione popolare, espressione più alta del nostro sistema democratico. Ricordiamo che una simile riforma, allora con riduzione delle aliquote per le sostanze milionarie, passò al vaglio popolare per meno di 200 voti!
Con la presente interpellanza urgente (perché ritengo assolutamente urgente fare chiarezza in Parlamento alfine di escludere che un’istituzione universitaria sia asservita ad interessi di parte) chiedo:
- Come valuta il Consiglio di Stato le tempistiche di questa pubblicazione, che si sovrappone perfettamente con la campagna di una parte politica?
- Esistono delle linee guida che regolamentano le prese di posizione politiche dei ricercatori, nel caso specifico firmandosi in qualità di responsabile Centro di competenze tributarie e giuridiche (CCTG) della SUPSI, facendo un chiaro riferimento al proprio ruolo all’interno dell’università?
- Esistono linee guida o prassi che contemplano l’opportunità politica delle prese di posizione o della pubblicazione di studi?
- Il Centro di competenze tributarie e giuridiche (CCTG) della SUPSI lavora su mandato di enti esterni e del territorio? Se sì, elencare i clienti privati per i quali ha svolto ricerche e l’ammontare degli introiti.
4.1 La pubblicazione in questione è stata svolta su mandato di un ente o cliente privato?
4.2 Il Consiglio di Stato ravvisa potenziali conflitti di interesse tra mandatari e la pubblicazione in esame?
In conclusione, con l’auspicio di fare piena luce con questo atto circa il rispetto o meno delle procedure interne, mi riservo di compiere ulteriori passi qualora non ci sia la necessaria trasparenza sulle decisioni e le responsabilità che hanno portato a questo grave errore comunicativo, lesivo della credibilità di un’importante istituzione quale la SUPSI.
Fabrizio Sirica è deputato in Gran Consiglio (PS)
Nell’immagine: gli uffici del CCTG