Cosa sta succedendo in Cina?
Inondazioni, difficoltà economiche, epurazioni, le sfide di Xi Jinping sotto la lente
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Inondazioni, difficoltà economiche, epurazioni, le sfide di Xi Jinping sotto la lente
• – Loretta Dalpozzo
Un omicidio al rallentatore sotto i nostri occhi
• – Redazione
Dall’invasione dell’Ungheria ai gulag di Solženicyn sono stati diversi gli errori dell’ex presidente ma ha saputo più volte tornare sui suoi passi come quando onorò gli italiani vittime dello stalinismo
• – Gabriele Nissim
È l’ultima del governo Meloni: se il migrante irregolare non vuol finire in un centro di raccolta chiuso da filo spinato e alta sorveglianza, può versare allo Stato 4.930 euro; vergognosa e immorale tangente in cambio di libertà
• – Aldo Sofia
A proposito della conferenza stampa del Consigliere federale Cassis e del Presidente del Governo Cantonale De Rosa a Bellinzona
• – Enrico Lombardi
Giornalisti arrestati e interrogati dalla polizia o addirittura dai servizi segreti, movimenti di attivisti fermati dalle autorità: la Francia di Macron è uno Stato che fa sempre più uso della repressione
• – Federico Franchini
Oggi sembra impossibile confrontarsi sui temi della contemporaneità. La diversità di idee è bandita. Eppure serve ripartire proprio da qui
• – Redazione
Riflessioni sull’uso discutibile che i media fanno a volte di parole e immagini di orrore – Con una nota redazionale di Aldo Sofia - Di Manuela Mazzi
• – Redazione
“Occorre passare dall’antropocentrismo al biocentrismo, dove non l’uomo ma la vita della Terra diventi la misura ultima di tutte le cose” – Lo afferma, nel suo libro più recente, uno degli ultimi “grandi saggi” del nostro tempo
• – Lelio Demichelis
Quando Gianni Vattimo presentò a Lugano un mio libricino
• – Silvano Toppi
Inondazioni, difficoltà economiche, epurazioni, le sfide di Xi Jinping sotto la lente
Il leader cinese ha boicottato però anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York e se alcuni analisti dicono che vuole preparare la sua visita a San Francisco, in novembre, per il vertice dell’Apec, ci si comincia a chiedere se le sue assenze siano invece legate alle ormai evidenti turbolenze interne. Soltanto un anno fa infatti, al vertice del G20 di Bali, la presenza di Xi Jinping, dopo quasi tre anni di auto-isolamento a causa della pandemia da Covid19, era stata vista come un ritorno sulla scena internazionale, motivato dalla volontà di riallacciare le relazioni con il mondo.
Le recenti sparizioni di alcuni funzionari governativi di spicco sono indizi che confermerebbero il difficile momento di Xi Jinping. L’ultimo a scomparire è stato Li Shangfu, il generale dell’Esercito popolare di liberazione, diventato ministro della difesa soltanto sei mesi fa. Secondo alcune fonti, l’allontanamento di Li fa parte di una campagna per sradicare la corruzione. Il “Wall Street Journal” ha riferito che Li è stato portato via per essere interrogato dalle autorità. Ma sappiamo che le campagne anti-corruzione sono un mezzo per la repressione politica. A scomparire dalla vista durante l’estate è stato anche l’allora ministro degli Esteri cinese Qin Gang, già Ambasciatore negli Stati Uniti e presumibilmente reo, durante il suo mandato a Washington, di una relazione extraconiugale. Negli ultimi mesi, Pechino ha poi licenziato due generali di alto livello responsabili della Rocket Force dell’esercito.
Tali epurazioni hanno un impatto sulla diplomazia internazionale, soprattutto perché Qin e Li erano i due funzionari più “esposti” al mondo. Se da una parte dimostrano che Xi Jinping può fare ciò che vuole, senza dover dare giustificazioni, dall’altra suggeriscono che il Presidente potrebbe non essere così in controllo come vuole far credere. Pur avendo accumulato più potere di qualsiasi altro leader cinese, Xi continua la campagna per consolidare la sua autorità nel partito e nell’esercito.
Un quadro che si discosta dall’immagine di stabilità, che Xi ha cercato di dare al Congresso del Partito Comunista Cinese dello scorso anno, quando ha cementato la sua posizione di uomo forte, assicurandosi uno storico terzo mandato, dopo essere riuscito ad abolire i limiti dell’incarico presidenziale.
In quell’occasione, la rimozione dalla sala del Congresso del suo predecessore, Hu Jintao, un tempo l’uomo più potente del Paese, aveva sollevato domande sulle possibili divisioni interne e su un certo malcontento della vecchia guardia. Dubbi che sono continuati dopo il convegno annuale di Beidaihe, nella provincia di Hebei, tra il leader in carica e quelli in pensione del Partito Comunista Cinese. Le discussioni informali non vengono mai rese pubbliche, ma secondo alcune fonti, durante l’incontro, un gruppo di anziani del partito ha rimproverato il leader, mettendolo in guardia sulle agitazioni politiche, economiche, sociali viste nei mesi precedenti, e sulla necessità di prendere contromisure efficaci, per non rischiare di perdere il sostegno pubblico. “Non possiamo avere più disordini” avrebbero sottolineato alcuni membri, riferendosi anche alle rarissime manifestazioni contro le severe misure anti-covid viste alla fine del 2022.
La Cina è stata spesso descritta come una scatola nera e non ci sono dubbi che stia diventando sempre più opaca sotto la guida di Xi. La mancanza di trasparenza, accesso e spiegazioni compromette ulteriormente la già debole fiducia degli investitori e interlocutori stranieri, rendendo difficili analisi e previsioni. Anche chi conosce e capisce bene la Cina, riconosce che ci sono segnali di insoddisfazione. Le incertezze e verosimili discordie interne stanno esponendo le vulnerabilità di un sistema mono-partitico, che si sta amplificando sotto la guida di Xi.
Non è la prima volta che il Presidente cinese deve affrontare degli ostacoli, ma alcuni dei problemi sembrano derivare proprio dalla sua ossessione per il comando, dalla concentrazione di potere attorno a sé. Per ora il resto del mondo può solo continuare a speculare e cercare di decifrare i segnali che arrivano da un Paese sempre più chiuso su se stesso.
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