Di democrazia strapazzata e di democrazia negata
Postilla post elettorale, fra un passo perduto e l’altro, intorno alle esternazioni di Marco Chiesa
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Postilla post elettorale, fra un passo perduto e l’altro, intorno alle esternazioni di Marco Chiesa
• – Rocco Bianchi
Due recenti esempi mostrano come i dirigenti d’impresa oggetto di inchieste penali si battono per rendere meno trasparente la giustizia. A fare da argine a questa deriva ci pensano per ora i giudici del Tribunale penale federale
• – Federico Franchini
“Cresce ogni giorno un assedio che insieme alle vite, alla cultura, alle abitazioni, alle piantagioni e alla memoria del popolo palestinese – e nel medesimo tempo – distrugge o deforma l’onore di Israele”
• – Redazione
Alla conferenza di Dubai accordo sull'allontanamento dalle fonti fossili ma solo entro il 2050
• – Redazione
Tra i profili dei consiglieri federali del prossimo quadriennio è forse proprio il neoeletto socialista Beat Jans quello che potrebbe proporsi con maggior autorevolezza
• – Rocco Bianchi
Guerra e armi: distruzione, vittime e miseria da un lato, e arricchimento dall’altro. Così, mentre milioni di persone continuano ad essere afflitte dalla violenza e dalla disperazione, c’è chi brinda agli ottimi risultati del 2023, i migliori di sempre
• – Roberta Bernasconi
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
La guerra in Ucraina parla anche di noi. E le nostre reazioni dimostrano che le democrazie, alla prova dei fatti, non sono all’altezza dei valori in cui dicono di credere
• – Redazione
Considerazioni e ipotesi in vista della seduta delle Camere, che eleggeranno i Consiglieri federali – Occhi puntati sulla successione di Alain Berset
• – Rocco Bianchi
Imperversano in Italia le polemiche intorno a presunti tweet volgari postati una decina d’anni fa da Gino Cecchettin, ospite domenica sera a “Chetempochefa”
• – Enrico Lombardi
Postilla post elettorale, fra un passo perduto e l’altro, intorno alle esternazioni di Marco Chiesa
Avesse detto la stessa cosa due anni fa, quando fu eletta Baume-Schneider e la dirigenza socialista impose solo candidate donne, inserendo quindi nella procedura per la prima volta una discriminazione di genere, avrebbe potuto anche aver ragione.
Questa volta invece dimentica che Jositch si era candidato nella lista dei papabili PS, e se è stato escluso dal ticket ufficiale lo è stato solo dopo una lunga, laboriosa e soprattutto democraticissima procedura di voto interna al suo partito. Inoltre, fosse stato eletto, è più che probabile che il PS, sia pure obtorto collo, avrebbe accettato il verdetto del voto delle Camere riunite, come già più volte gli è capitato di dover fare in passato.
Perché, Costituzione federale alla mano, l’Assemblea federale è libera di eleggere in Governo chi desidera, basta che sia un cittadino svizzero maggiorenne e con diritto di voto, e libera deve restare.
Dimentica pure, quel presidente, che il suo partito è l’unico che prevede nei suoi statuti [vedi immagine] l’espulsione automatica di un suo esponente nel caso, non sia mai, che accetti l’elezione in Consiglio federale non essendo un candidato ufficiale, così non tanto strapazzando, ma misconoscendo le prerogative costituzionali del massimo organo politico elvetico, l’Assemblea federale appunto, dunque l’essenza stessa della democrazia svizzera.
Anche in politica si fa sempre più strada il particolarismo. Ma dove ci porta?
Quel tappeto sotto i piedi della spavalda città e le banche luganesi che stanno a guardare