Il mondo dietro di te racconta un’apocalisse possibile
Julia Roberts, Mahershala Ali e Ethan Hawke affrontano la fine di tutto in un thriller apocalittico molto coinvolgente prodotto da Barack e Michelle Obama
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Julia Roberts, Mahershala Ali e Ethan Hawke affrontano la fine di tutto in un thriller apocalittico molto coinvolgente prodotto da Barack e Michelle Obama
• – Redazione
La misteriosa Fondazione per una politica liberal-conservatrice ha versato oltre 100 mila franchi alla campagna elettorale del presidente dell’UDC. Nessuno sa però chi finanzia la fondazione. Un modo per aggirare la legge?
• – Federico Franchini
Intervista a Pietro Boschetti, studioso esperto delle questioni pensionistiche in Svizzera
• – Boas Erez
Carlo Petrini e Gaël Giraud affrontano la transizione ecologica e la necessità di cambiare il nostro stile di vita per un futuro sostenibile
• – Redazione
A proposito di una presa di posizione pubblica dei due vice presidenti del PLR di Lugano sulla storia e le forme dell’autogestione - Di Danilo Baratti
• – Redazione
Un patrimonio di informazioni e opinioni di professionisti qualificati finisce saccheggiato gratuitamente dentro il calderone dei contenuti cui attinge l’IA
• – Redazione
Per risalire la china e soprattutto bloccare la strada alla le Pen, il presidente francese sceglie Gabriel Attal, che sarà il più giovane capo di governo nella storia della Quinta Repubblica, ed eventuale candidato alla sua successione all’Eliseo
• – Aldo Sofia
Quanti morti innocenti è lecito mettere nel conto al fine di sconfiggere il male? È una questione antica che ha attraversato tutto il secolo scorso e che ha interpellato drammaticamente il diritto internazionale
• – Redazione
Definiti “diavoli” dalla copresidente Rosario Murillo, alti prelati, sacerdoti e addirittura presbiteri affrontano ogni giorno l’arresto, l’incarcerazione, l’espulsione dal Paese
• – Gianni Beretta
La prima democrazia liberale in lingua cinese va al voto il 13 gennaio. La posta in gioco è enorme: un’escalation militare minaccerebbe gli equilibri globali. L’alternativa è un riavvicinamento a Pechino, tra mille incognite sul futuro
• – Redazione
Julia Roberts, Mahershala Ali e Ethan Hawke affrontano la fine di tutto in un thriller apocalittico molto coinvolgente prodotto da Barack e Michelle Obama
Di Richard Lawson, Vanity Fair
A volte può essere piacevole, o almeno catartico, vedere un film che dice che abbiamo ragione a preoccuparci. Che tutte le cose per cui ci stressiamo, con crescente timore apocalittico, incombono effettivamente all’orizzonte. Il mondo dietro di te (titolo originale: Leave the World Behind, su Netflix) non lesina cupezza e insiste senza tentennamenti sul fatto che momenti terribili sono ormai alle porte. Adattato dal romanzo bestseller di Rumaan Alam, il film di Sam Esmail è una seduta tetra e straziante e per questo ancora più stimolante.
Nella trasposizione del romanzo, Esmail ha apportato alcuni cambiamenti significativi. Dà risposte concrete all’ambiguità del libro – in particolare, spiega esattamente cosa sta accadendo durante questi ultimi nostri giorni – mentre perde, purtroppo, gran parte della sua poesia. Il romanzo è sia un elegante studio psicologico e sociologico sia un thriller apocalittico, ma Esmail punta molto di più su quest’ultimo aspetto. Il suo Il mondo dietro di te non è un film profondo, ma si rivela comunque avvincente.
Julia Roberts e Ethan Hawke interpretano Amanda e Clay, una coppia di Brooklyn della classe medio-alta (lui dice di vivere a Sunset Park, lei insiste che in realtà sono a Park Slope) che ha bisogno di una vacanza. Entrambi sono molto impegnati con il lavoro e si sentono distanti l’uno dall’altra e dai figli, gli adolescenti Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie), ossessionata da Friends. Amanda affitta senza pensarci un attimo un posto a Long Island, una casa tentacolare, una sorta di moderna cascina con finiture di pregio e una piscina. La famiglia si sta rilassando e ritrovando la sua intimità quando il proprietario della casa, G.H. (Mahershala Ali), e la figlia ventenne Ruth (Myha’la) bussano a notte fonda per farsi ospitare.
Amanda è diffidente, ascolta con sospetto il loro racconto di un blackout in città e dubita persino che siano i veri proprietari della casa. Potrebbe sembrare che Il mondo dietro di te ci stia preparando ad avere uno sguardo disincantato sul pregiudizio e la correttezza, una commedia seria e tesa di buone maniere nello stile, per capirci, di un film di Ruben Östlund. In breve tempo, tuttavia, si capisce che la storia è governata da qualcosa di molto più grande. Il servizio di telefonia mobile e internet s’interrompono, gli animali si comportano in modo strano, un rumore stordente, che manda in frantumi i vetri, proveniente dal cielo, paralizza le due famiglie.
Il mondo dietro di te propone numerosi tropi familiari dell’armageddon, ma Esmail li impiega in modo originale. È abile nel manifestare l’ansia tecnologica, la paura strisciante che più processi e funzioni cediamo alle macchine, più rischiamo di perdere la possibilità di intervenire quando queste dovessero fallire. Esmail si diverte a prendere in giro noi stupidi atrofizzati, così indifesi senza il nostro GPS e le distrazioni dello streaming. La tecnologia impazzita può anche rivelarsi pericolosa anche dal punto di vista fisico: c’è una scena agghiacciante, quasi sciocca, che coinvolge le auto a guida autonoma, oggetti senza cervello che svolgono il loro lavoro con esiti rovinosi.
Ma non è solo la tecnologia, o la sua mancanza, a tormentare queste persone. Tutti, in modi diversi, sentono il morso di qualcosa di interiore ed esistenziale, un senso di dislocazione in questi tempi moderni: sono lontani gli uni dagli altri, arrabbiati e sfiduciati, forse persino disgustati. Nell’esporre questo aspetto, Esmail si avvicina maggiormente all’intuizione lirica della prosa di Alam, al modo bello e acuto in cui l’autore descrive il malessere contemporaneo. Gli attori sono particolarmente bravi in questi passaggi. Roberts e Ali, in particolare, manovrano con abilità monologhi lunghi e preoccupanti. Nel gruppo, Amanda è forse quella con l’anima più malata e si sposa bene con il tratto pungente che distingue Roberts come star, insieme alla contagiosa allegria.
I complicati artifici tecnici di Esmail – ne Il mondo dietro di te la macchina da presa si muove davvero – non fanno ombra all’attento lavoro degli attori che sanno trasmettere al meglio l’allarme crescente. Per quanto sfuggenti e imperfetti possano essere, alla fine arriviamo a voler bene ai nostri eroi pentiti. Ma il film ci ricorda, ancora e ancora (e soprattutto alla fine), che il mondo non prova alcun sentimento né empatia per queste persone, né per nessuno di noi: teorici del complotto che prevedono il peggio e idioti inconsapevoli. Siamo tutti ospiti di passaggio di qualcosa di molto più antico di noi. Gli orrori de Il mondo dietro di te possono essere responsabilità dell’uomo, ma la natura fa la sua parte inquietante, sussurrando minacce e avvertimenti che vengono recepiti in modo passivo.
Qua e là, il film inciampa in qualche luogo comune o solleva dubbi di credibilità. Purtroppo, però, Il mondo dietro di te appare terribilmente plausibile, traccia la possibile e non improbabile parabola delle nostre vite, che rischia di risultare evidente solo quando ormai sarà troppo tardi. La cosa è accaduta, sta accadendo. Basta dare un’occhiata fuori.
Nell’immagine: Julia Roberts nel film
La “normalità” di un carnefice di nome Rudolf Höss e la sua vita tranquilla a due passi dal campo di concentramento di Auschwitz, nel film “La zona di interesse” di Jonathan...
Vajont, cronache di un olocausto