Lo spreco di 1.000.000.000 (sì, un miliardo) di pasti al giorno
Un paradosso, e una vergogna, segnalati anche nell’ultimo report delle Nazioni Unite: bisogna sfamare le persone, non le discariche
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Un paradosso, e una vergogna, segnalati anche nell’ultimo report delle Nazioni Unite: bisogna sfamare le persone, non le discariche
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Gli esperti delle Nazioni Unite hanno calcolato che, oggi, 783 milioni di persone in tutto il mondo vivono in condizioni di sottoalimentazione cronica. Circa 122 milioni in più rispetto al 2019. Di questi, 150 milioni sono bambini sotto i cinque anni. Il ritardo che presentano nella crescita e nello sviluppo è causato, tra le altre, da una mancanza cronica di nutrienti essenziali nella loro dieta.
“Lo spreco alimentare è una tragedia globale,” afferma Inger Andersen, direttore esecutivo di UNEP.
Il rapporto spiega come il costo dello spreco alimentare riguarda un principio etico – ingenti quantità di cibo buttato via, mentre una larga fetta della popolazione mondiale soffre la fame -, ma anche temi climatici e ambientali. Si calcola che lo spreco alimentare sia responsabile per l’8-10% delle emissioni globali di gas serra; metano compreso che, come noto, ha contribuito per circa il 30% al riscaldamento globale.
Secondo l’UNEP, nel 2022, nel mondo è finito nella spazzatura circa il 19% del cibo prodotto. Sono circa 1,05 miliardi di tonnellate di cibo, equivalenti a un quinto di tutto il cibo disponibile ai consumatori, tra ambienti domestici, servizi di ristorazione, distribuzione e vendita. Situazione che mostra un peggioramento rispetto agli anni precedenti. Infatti, il primo rapporto, in riferimento al 2019, stimava che lo spreco di cibo era stato del 17% a livello globale, ovvero 1,03 miliardi di tonnellate. Sarebbero proprio le economie domestiche le responsabili della maggior parte dello spreco. La più parte dei rifiuti (60%) viene prodotto dalle famiglie, seguite dalla ristorazione (28%, seguono i canali di vendita (12%). “In media, ogni persona spreca circa 79 kg di cibo all’anno”, si legge nel report. “Nel mondo ogni singolo giorno l’equivalente di almeno un miliardo di pasti di cibo commestibile viene letteralmente sprecato”
La riduzione dello spreco alimentare è uno degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, che punta a dimezzare il problema entro il 2030. Il problema è noto. Eppure ancora non si fa abbastanza. Molti paesi ancora non hanno sistemi efficienti di monitoraggio, e al 2022 soltanto 21 Paesi al mondo hanno definito obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari nei propri piani nazionali.
Ridurre gli sprechi alimentari dovrebbe essere negli interessi di tutti noi. È un’opportunità per ridurre i costi e per affrontare alcune delle maggiori questioni del nostro tempo. Ambientali, quali la lotta al cambiamento climatico. Ma evidentemente anche sociali: ridurre gli sprechi alimentari può aumentare la disponibilità di cibo per chi ne ha bisogno. Dobbiamo riuscire a bloccare questa situazione, e fare in modo che il cibo sfami le persone, non le discariche.
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