Critpto, oggetto “politico”
Più che fenomeno economico, le criptovalute sono strumento di speculazione, rapidi guadagni e traffici di ogni genere senza controllo, svelati anche da recenti inchieste giornalistiche
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Più che fenomeno economico, le criptovalute sono strumento di speculazione, rapidi guadagni e traffici di ogni genere senza controllo, svelati anche da recenti inchieste giornalistiche
• – Silvano Toppi
L’edizione, aggiornata fino all’attacco del 7 ottobre, del libro “Hamas, dalla resistenza al regime”, di Paola Caridi: storia dettagliata, ricca di informazioni e anche sorprendente del governo islamista di Gaza; ma con una sola domanda inevasa
• – Aldo Sofia
La guerra è arrivata a una situazione di stallo che non conviene a nessuno
• – Redazione
I Grünen sono in declino e al cambio di pelle. Dai movimenti di base all’imperativo «realista» di stare al governo comunque. E la Germania va a destra. E non solo lei. E, forse, non solo i suoi Verdi
• – Redazione
Il PLR dovrebbe fare i conti con una propria identità che di “radicale” non ha più nulla, votata com’è ad un neoliberismo antipolitico per definizione, perché rinnega i fondamenti stessi del liberalismo
• – Andrea Ghiringhelli
Un recente studio commissionato dal sindacato italiano CISL propone dati aggiornati sul fenomeno delle “grandi dimissioni” in Lombardia; sono dati che possono fornire utile materia di riflessione sul senso generale della recente ondata di abbandoni del posto di lavoro
• – Francesca Coin
Scoperto ed esposto, l’individuo finisce per addebitare le mancanze e i ritardi della politica direttamente alla democrazia, da cui non si sente più protetto. Ma un’altra visione del mondo è possibile. Ancora una volta, dipende da noi
• – Redazione
La "moneta virtuale", qualche opportunità ma molti rischi
• – Aldo Sofia
Mentre in tutto il mondo si manifestano nuovi orientamenti di politica economica che puntano su investimenti mirati in ambito industriale, in Ticino si fa ancora sostanzialmente affidamento solo sui supposti benefici degli sgravi fiscali ai ricchi: ma siamo agli sgoccioli
• – Spartaco Greppi e Christian Marazzi
Pubblichiamo un capitolo del nuovo saggio dello scrittore. Appello a palestinesi e israeliani perché cessino la guerra
• – Redazione
Più che fenomeno economico, le criptovalute sono strumento di speculazione, rapidi guadagni e traffici di ogni genere senza controllo, svelati anche da recenti inchieste giornalistiche
All’ottima e soprattutto chiara intervista al professor Sergio Rossi sulle criptovalute (intervista di Aldo Sofia, qui apparsa) non c’è niente da aggiungere. Due interrogativi rimangono però come in sospeso. L’uno generale, emerso comunque come logica considerazione-domanda nell’intervista: stando così le cose e “nonostante”, come mai ci si affida ancora alle criptovalute? L’altro, più diretto e “nostrano”: come mai, e sempre per iniziativa di esponenti di ben determinati partiti (Udc-Lega), sia a livello cantonale (Gran Consiglio), sia a livello comunale (Città di Lugano) si riesce anche a legittimare istituzionalmente e ad esaltare politicamente / finanziariamente / economicamente le criptovalute quasi fossero la controparte del tramontato “sol dell’avvenire”?
Per i due interrogativi forse c’è una risposta unica: le criptovalute (o anche, si dice, i “criptoattivi”, assimilati a titoli in Borsa) non sono tanto un fenomeno economico o finanziario, ma sono un “oggetto politico”, nati in un contesto politico particolare, espressione di una visione del mondo. Lo dimostra e spiega molto bene una esperta giornalista economica-finanziaria in un libro da poco apparso (Nastasia Hadjadji, No Crypto. Comment Bitcoin a envoûté la planète, Ed. Divergences, 2023).
Spesso presentati come il massimo della tecnologia (la tecnologia del blockchain o, per dirla in termini semplici semplici, la rete informatica che permette le transazioni senza che sia necessario un controllo centrale), come strumenti finanziari rivoluzionari e un modo per liberarsi dal potere monetario degli Stati, quegli “oggetti” hanno anche una storia politica. L’autrice ne descrive il percorso intellettuale-ideologico, partendo dalla fusione, negli anni 1980, tra il movimento tecno-anarchico e i libertari statunitensi (fautori radicali e intransigenti di una libertà politica vicina all’anarchia). Un accoppiamento che ha conosciuto una affermazione notevole dopo la crisi del 2008, attribuita dai liberisti estremisti agli interventi dello Stato e delle Banche centrali, di cui occorreva quindi liberarsi.
Un percorso iniziatosi e fiorito a destra e sull’estrema destra. Che finisce tuttavia, strada percorrendo, di dimenticare, da un lato, le sue ambizioni anarcoidi per integrarsi invece speculativamente e a suon di balzi e sbalzi miliardari nel sistema finanziario esistente; d’altro lato, di tentare di porre qua là i paletti, anche tecnologici, per esercitare un suo potere, una vera politica di conquista (neocoloniale, la definisce l’autrice).
Aberrazione ecologica (per l’enormità di energia che consumano nel processo di “mining”, il processo informatico che gli permette di funzionare), le cripto non sono ancora riuscite a dimostrare la loro utilità economica. Hanno però attirato le attenzioni di chi punta soprattutto sulla speculazione e sul guadagno rapido, sulla facile scappatoia da ogni controllo pubblico, sulla liberazione, di fatto, da ogni responsabilità sociale.
Le contraddizioni sfociano sempre più (sostiene e dimostra l’autrice) sia in comportamenti di difesa violenta nei confronti delle critiche che crescono e degli allarmi, anche dei settori finanziari, sia soprattutto in una simbiosi emblematica e sempre più evidente e presente con una destra ed un’estrema destra identitaria, affascinate dal pensiero “libertariano”(massimizzare le voglie individuali, scartavetrare tutto quanto è autorità pubblica).
Nell’immagine: “Alla conquista del tempo e dello spazio”, una relazione (piuttosto ambiziosa) dell’edizione 2022 del Plan B Forum di Lugano
Berna era convinta di poter far del piccolo paese africano il virtuoso modello del suo aiuto in Africa; stando però sempre dalla parte degli hutu e tacendo sulle prime stragi;...
Le parole di un passato recente per il dramma di oggi