Lugano bella, dove vai?
Fra gli slogan elettorali dell’Udc che a Lugano punta al sindacato di Chiesa, spicca l’ennesimo esempio di insulto alla libertà di espressione e di pensiero - Di Luca Bellinelli
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Fra gli slogan elettorali dell’Udc che a Lugano punta al sindacato di Chiesa, spicca l’ennesimo esempio di insulto alla libertà di espressione e di pensiero - Di Luca Bellinelli
• – Redazione
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• – Franco Cavani
Comprensibile che il ministro dica di aver deciso pensando ai suoi cari, ma ci sono anche i diritti di chi è attaccato ogni domenica
• – Alberto Cotti
Con nemici come Hamas e Iran dovrebbe avere consensi, ma ha sulla coscienza troppe vittime civili nella Striscia
• – Redazione
Ottant’anni di pace bastano a spiegare l’indifferenza con la quale ogni giorno si scrive e si legge d’un possibile conflitto. Immersi in un sonno profondo camminiamo, parliamo, compiamo azioni, ignorando le circostanze e le conseguenze del nostro agire
• – Redazione
Alla Fabbrica del vapore di Milano un’imperdibile esposizione con i ritratti fotografici di grandi personaggi della cultura e dello spettacolo: una gran bella occasione per chi c’era e per chi c’è
• – Fabrizio Quadranti
Come stanno reagendo gli israeliani alle conseguenze politiche (ma non solo) della tragica ritorsione che colpisce la popolazione palestinese di Gaza, e non Hamas
• – Aldo Sofia
A proposito delle esternazioni di Tito Tettamanti sull’esito della votazione sulla 13esima AVS
• – Maurizio Corti
È deceduto Lillo Alaimo, ex direttore del Caffè, noto per le sue inchieste anche coraggiose
• – Aldo Sofia
Con una procedura che ha sorpreso e suscitato perplessità, Norman Gobbi annuncia tramite il suo legale di lasciare, temporaneamente, la direzione politica della polizia, ma non quella della magistratura. Il Consiglio di Stato accetta la decisione. E intanto spunta una lettera anonima
• – Rocco Bianchi
Fra gli slogan elettorali dell’Udc che a Lugano punta al sindacato di Chiesa, spicca l’ennesimo esempio di insulto alla libertà di espressione e di pensiero - Di Luca Bellinelli
Ha fatto l’operaio alla Linoleum fin quasi a settant’anni – perché la pensione, allora, era poca cosa – grazie alla complicità del direttore, un confederato che lo stimava e glielo diceva. Con la moglie e la cognata gestiva un grotto nel quale si trovavano, in modo estemporaneo, ticinesi antifascisti che erano socialisti, ma anche liberali – di preferenza radicali – e qualche conservatore. Il sindaco radicale, che era un pezzo da novanta della politica ticinese, uno di quelli che hanno forgiato il Ticino moderno, frequentava regolarmente il grotto e vi giocava a bocce, ma soprattutto vi incontrava Canevascini, con il quale aveva legato un patto politico che fece crescere il Paese. Alla fine della seconda guerra mondiale la Confederazione gli attribuì un riconoscimento per i servizi resi nella protezione civile: ne andava fiero. Si può essere un anarchico e un uomo come tanti, rispettoso delle leggi e del prossimo.
In questi giorni è apparso a Lugano un grande cartellone pubblicitario firmato UDC e UDF, la “destra dura” della Svizzera, con la scritta “anarchici e autogestiti fuori da Lugano”. È stato poi coperto con altri manifesti, qualche giorno dopo. È un manifesto politico agghiacciante, che dovrebbe far rabbrividire ogni persona di buon senso e che figura ancora sul sito dell’UDC. Quella stessa UDC di Marco Chiesa – quello che otterrà abbastanza voti alle prossime elezioni comunali per poter ambire a diventare sindaco della Città – vuole, in sostanza, bandire dalla città di Lugano anarchici e autogestiti. Potrebbe sembrare, in tutta evidenza, che gli ideatori di quell’insulto alla libertà di pensiero e alla dignità dell’uomo non conoscano né la storia del movimento anarchico, né quella di quelle persone – gli autogestiti, gli alternativi – che provano a vivere la difficile esperienza di una esistenza diversa rispetto alla moltitudine.
L’UDC non se la prende più “soltanto” con gli immigrati pecore nere, facili prede senza difesa, ma con i compatrioti che non la pensano come lei. Né gli anarchici né gli “autogestiti” sono pericolosi sovversivi, e ancora meno rivoluzionari violenti, ma vanno messi alla gogna ed espulsi dalla città perché si sottintende che nuocciano alla Società discriminatoria tanto cara all’UDC.
Anche quello slogan fa parte del vecchio e ben rodato principio secondo il quale occorre creare una paura, trovare un colpevole con l’ausilio di qualche menzogna e incassare i voti dei molti che non comprendono né i tempi né le difficoltà della politica seria, dei molti scontenti, dei disillusi, o degli egoisti e così via. Tuttavia, probabilmente quel manifesto non è frutto dell’ignoranza della storia e della società, è piuttosto la prova lampante, tappezzata sui muri, della politica di divisione e di esclusione che contraddistingue l’estrema destra di ogni paese, Svizzera e Lugano comprese.
Per queste elezioni si vogliono buttar fuori da Lugano gli anarchici e gli autogestiti: alle prossime vorranno buttar fuori chi? Vien da chiedersi: ma dove sono i veri democratici luganesi, i difensori delle istituzioni e della Costituzione, della libertà di pensiero e di parola, quella con la quale non ci si può solo sciacquare la bocca?
Nell’immagine: il manifesto apparso nelle vie della città (dal sito dell’UDC di Lugano)
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