Sentimenti contrastanti. Da una parte il sollievo per il passo indietro effettuato dal consigliere di Stato Norman Gobbi; una decisione presa “a malincuore”, che è giunta forse con un po’ di ritardo (meglio fosse stata annunciata subito spontaneamente e non imposto da pressioni esterne, ma tant’è). Del resto, la invocavano un po’ tutti (tranne la Lega, naturalmente) come una decisione che comunque sarebbe servita a rasserenare l’ambiente.
Sarebbe, appunto, visto che, in contemporanea, Tio.ch ha pubblicato un articolo che getta luci ancor più sinistre sull’intera vicenda, soprattutto sulla polizia.
Piccolo riassunto per chi non l’avesse letto: l’auto di Gobbi è stata spostata da un garage di Airolo nel Canton Uri per poi tornare indietro dopo qualche giorno (curioso che i primanostristi nostrani non si fidino delle carrozzerie ticinesi); quella sera il signor Gobbi avrebbe allertato o interpellato anche i piani alti della polizia (non si è capito bene se è poi arrivato a Stalvedro oppure si è mosso solo per telefono); il conducente dell’altra auto coinvolta sarebbe stato lasciato andare in poco tempo mentre Gobbi no (perché?); spunta inoltre una nuova tempistica sui test alcolemici cui il signor Gobbi sarebbe stato sottoposto, con il primo palloncino effettuato non subito ma dopo due ore dall’incidente e il secondo palloncino dopo altre due (totale quattro).
Quello che è grave, e che deve lasciare tutti basiti se non addirittura inorriditi, è che i particolari dell’alcoltest sono stati rivelati da una lettera anonima inviata ai media e al Ministero pubblico, lettera che secondo Tio.ch proverrebbe da personale interno alla polizia. Cose mai viste, per lo meno a memoria nostra.
Difficile capire cosa questo possa significare; parrebbe comunque almeno l’espressione di un malessere interno che non può non essere parecchio diffuso tra le nostre forze dell’ordine, sempre più nell’occhio del ciclone e che non si sentono tutelati dai loro capi, ufficiali comandanti o politici che siano. Un corpo se non allo sbando per lo meno diviso e sotto choc, avendo subìto negli ultimi giorni un danno di immagine che solo mesi se non addirittura anni di intenso e ineccepibile lavoro potranno forse risanare. A chi ne ha e ne avrà la responsabilità politica ed operativa l’arduo compito.
Proprio per questo, pur apprezzandone l’opportunità, a nostro avviso l’on. Gobbi deve capire che il “beau geste” appena compiuto non è più sufficiente: come ha scritto nel suo comunicato stampa, proprio per “lo spirito di servizio e senso dello Stato che mi contraddistinguono, col rispetto che porto nei confronti delle istituzioni e del collegio governativo”, appunto perché è a lui che tocca portare la “responsabilità politica della Polizia”, è giunta l’ora che se l’assuma in toto, pena far diventare il suo comunicato un elenco di vuote parole di circostanza.
Nell’immagine: il Consigliere di Stato Gobbi