Se lo stato di salute culturale di un Paese venisse definito in base ai libri che vi vengono stampati, l’Italia sarebbe tra i primi al mondo. Gli ultimi dati (2022) parlano di 76’575 titoli per 200 milioni di copie cartacee. Se tutte trovassero un acquirente, ogni italiano leggerebbe dunque ogni anno oltre 3 libri freschi di stampa, ai quali aggiungere quelli che tiene da decenni negli scaffali della bibloteca di casa. In realtà, sempre nel 2022, di quei 200 milioni di copie stampate fanno da più modesto contraltare i 113 milioni di copie vendute: il 43.5% resta dunque invenduto. Dato confermato e rafforzato in un articolo apparso il 30 giugno 2023 su la Repubblica: “Il 30 per cento dei libri pubblicati non vende una copia, o al massimo ne vende una. Tra tutti i libri usciti nel 2022, nemmeno 35mila hanno raggiunto le 10 copie vendute”. Ciononostante, quello editoriale italiano resta il sesto mercato al mondo e il quarto in Europa.
E gli editori, ossia coloro che i libri li selezionano, li pubblicano, li promuovono, li distribuiscono e – se gli va bene – li vendono pure? In Italia quelli che hanno pubblicato almeno un libro nell’ultimo anno sono 5’153, con una crescita di 301 unità: insomma, quasi ogni giorno nasce una nuova casa editrice. Proprio sugli editori, anzi su due di loro che recentemente hanno fatto tappa nelle Biblioteche cantonali di Bellinzona e Lugano, mi voglio soffermare. Due figure originali, di nicchia: il primo (Pulcinoelefante, con sede a Osnago, in provincia di Lecco) stampa spesso e molto, ma in pochi esemplari numerati. Il secondo (Edizioni Henry Beyle, con sede a Milano) pubblica, ripubblica e stampa, in edizioni preziose, eleganti, spesso commentate, non esattamente popolari né per taglio né per prezzo.
Pulcinoelefante è stata creata nel 1982 dall’allora trentenne grafico, illustratore e aforista Alberto Casiraghi (1952). Una spinta decisiva gliela dà un altro piccolo grande editore, Vanni Scheiwiller, che a Casiraghy (sì, anche con la y finale) “passa” Alda Merini, di cui non “sopporta” più capricci, stranezze, esitazioni. E la Merini, che fa? Consegna all’editore-stampatore 1’189 aforismi (forse anche molti di più) diventati, 40 anni più tardi, un migliaio di plaquettes, oggetto tutt’altro che oscuro del desiderio di collezionisti, pochissimi dei quali possono vantarne la collezione completa. “Sono l’unico editore che stampa in giornata”, dice di sé. Proprio della Marini Casiraghy ha curato il volume di poesie inedite Ogni volta che ti vedo fiorire, Manni, Lecce, 2022.
Casiraghy con Alda Merini
Quelli di Pulcinoelefante sono libri (quasi sempre di sole 4 pagine, carattere Bodoni) che contengono un testo brevissimo (poesia, aforisma) e un’illustrazione-opera originale (disegno, incisione, bustina di polvere colorata) affidata a Casiraghy stesso o altri artisti (tra loro anche i ticinesi Samnuele Gabai, Orio Galli, Marco Gurtner). Ne stampa – perché di stampa artigianale, a mano, con caratteri mobili, si tratta – centinaia ogni anno e da tempo ha superato i 10mila: piccoli gioielli numerati e fuori commercio. Uno degli ultimi, presentato a Bellinzona, contiene un’illustrazione della raffinatissima Carla Ferriroli di Malvaglia con un testo di Matteo Terzaghi. Segnalo che il 6 novembre, alle ore 18.30, nell’Auditorium della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona, verrà presentato il film che Silvio Soldini dedicò a Casiraghy e allo stampatore Josef Weiss di Mendrisio nel 2016. Ispirata, nel suo riuscito allestimento, agli ambienti della casa-laboratorio (Wunderkammer) di Osnago e accompagnata da un bel catalogo a cura di Loredana Müller e Paola Piffaretti, la mostra Un giorno, 1 libro è visitabile alla Cantonale di Bellinzona fino al 30 novembre 2023.