Teatro, musica, televisione: un ricordo di Mando Bernardinello
Il regista luganese è deceduto ieri. Il 5 ottobre avrebbe compiuto 79 anni.
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Il regista luganese è deceduto ieri. Il 5 ottobre avrebbe compiuto 79 anni.
• – Michele Ferrario
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• – Cristina Kopreinig Guzzi
È nata la “Swift’s economy”, dal nome della cantautrice americana di enorme successo, che con gli ultimi suoi concerti ha animato l’economia americana con un giro d’affari di circa 6 miliardi di dollari
• – Silvano Toppi
La riforma tributaria in votazione il 9 giugno (che favorisce solo i più ricchi) va respinta anche perché verrebbe interrotto il democratico principio della progressività fiscale, col rischio che si trasformi in regressività. Sarebbe invece opportuno, mentre crescono le disuguaglianze, tener conto delle esigenze di tutti i cittadini favorendo una crescita economica, sociale e salariale inclusiva e sostenibile
• – Spartaco Greppi
Da anni si lanciano anatemi o si predica il libero accesso dei più piccoli a internet e smartphone; ma il mondo della scuola non ha affrontato seriamente il rapporto fra educazione e rivoluzione tecnologica
• – Adolfo Tomasini
Sempre più sfumata la distinzione fra cittadini di Israele e ebrei
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Irlanda, Spagna e Norvegia la riconosceranno come Stato: «Necessario per favorire la pace». Italia e Germania frenano e i Paesi Bassi vietano lo slogan «Dal fiume al mare sarà libera»
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È necessario preoccuparsi del dilagare di idee di estrema destra, è però altrettanto importante chiedersi come mai il socialismo non arriva a convincere più largamente. Wigan è una città dell’Inghilterra del Nord che figura nel titolo di un libro di George Orwell
• – Boas Erez
Di Domenico Quirico, La Stampa Viviamo in una età inflazionistica: inflazione monetaria, inflazione di idee, inflazione perfino di diritto internazionale, di giurisdizione penale...
• – Redazione
Soldi, bus e fuoristrada ai paesi del Nord Africa. Per deportare i subsahariani nel deserto
• – Redazione
Il regista luganese è deceduto ieri. Il 5 ottobre avrebbe compiuto 79 anni.
Mercoledì a pranzo mi trovavo lì e, come tante altre volte, seduto a un tavolo esterno, c’era anche lui, il Mando. Malconcio, amorevolmente aiutato da Mira, la storica cameriera arrivata in Svizzera dopo la frantumazione della ex Jugoslavia. Incerto sulle gambe, quasi piegato su sé stesso, Mando (Armando) Bernardinello mi ha salutato: ci siamo ripromessi di incontrarci, domani, a un pranzo al quale non mancava mai. Invece no. Rialzatosi a fatica dal tavolo del Pedro, è riuscito a salire sull’autobus e a tornare nella sua casa di Pambio-Noranco, dove è deceduto, solo, nelle ore successive.
Mando aveva 78 anni: i 79 sarebbero arrivati il 5 ottobre. Professionalmente si è diviso tra teatro e televisione. O meglio, dopo il diploma alla Haute École d’Études Sociales di Ginevra, capisce che la sua strada sarebbe stata un’altra: bussa alla porta del prestigioso Théâtre de Carouge (fondato nel 1958), gli viene aperto e, per 4 anni, sarà l’assistente di François Rochaix, che quel Teatro ha diretto fino al 1981. Nel 1976 Mando collabora strettamente all’allestimento di Mère Courage et ses enfants di Bertolt Brecht, uno dei suoi autori feticcio. Un anno dopo rientra in Ticino ed è tra i fondatori della Cooperativa teatrale Panzinis Circus, che diventerà Teatro Pan. Ancora Brecht (un adattamento dialettale) e, nel 1979, uno spettacolo al quale partecipa anche un altro veterano tra i variopinti frequentatori del Pedro, Gerri Beretta-Piccoli.
1979: Bernardinello approda alla RTSI, dove rimarrà fino al pensionamento inanellando una lunga serie di regie televisive e teatrali nell’ambito della prosa e in quello musicale, non senza qualche parentesi in trasmissioni per bambini e ragazzi in cui l’azienda allora eccelleva (Viavai; La bottega del signor Pietro: in questo triste momento, sono di più i titoli che dimentico).
Come descrivere adesso un collega defunto, che faticava a parlare, col quale hai scambiato alcune parole quando a lui restavano solo poche ore di vita? Mando era professionalmente generoso: sapeva entusiasmarsi di fronte a ogni nuovo progetto. Era un uomo del fare, si rimboccava le maniche. Nel lavoro infondeva passione, oltre che solido mestiere. Qualche volta anche tratti di burbera asprezza, addirittura sregolatezza, quella sregolatezza che tuttavia lo portava a trovare soluzioni originali e praticabili anche nei frangenti produttivi più difficili.
Ha lavorato con alcuni “mostri sacri” del nostro Servizio pubblico (il Bigio e la Maristella, Pietro Aiani, Cito Steiger: anche qui son più quelli che dimentico e con i quali mi scuso). È anche stato tra i fondatori, nel 1982, del Teatro della Svizzera italiana (insieme a Pietro Aiani, Renato Reichlin, Sergio Genni, Peter Bissegger)
Ma il ricordo che ci resta di lui sarà soprattutto musicale: penso agli spettacoli registrati al Teatro Sociale di Bellinzona con Renzo Rota; ad alcune co-produzioni con la TV svizzero-tedesca SRF; a una memorabile edizione vivaldiana di Le Quattro stagioni, coprodotta nel 2002 con ZDF e ARTE. Quella registrazione segnò il più alto indice d’ascolto in assoluto tra i concerti trasmessi dal canale culturale franco-tedesco fondato nel 1992. Co-protagonisti di quell’impresa furono I Barocchisti diretti da Diego Fasolis, il violinista solista Duilio Galfetti e la voce narrante di Davide Livermore – oggi tra i più acclamati registi italiani – che in passato ha più volte collaborato con la RSI.
Come non sottolineare, infine, del caro Mando, un’altra perla? 29 gennaio 2006: per celebrare il Capodanno cinese e l’entrata nell’anno del Cane, al KKL di Lucerna, esaurito in ogni ordine di posti, va in scena un concerto particolarissimo, con musiche e interpreti anch’essi cinesi, che pochi o nessuno conoscevano in Occidente.
La serata viene diffusa in diretta dal quarto canale della TV di Stato del gigante giallo. Fa il 2% di share, ma quella quota di mercato apparentemente modesta equivaleva – si stima – a 25-30 milioni di telespettatori.
In questo servizio, diffuso dal TG di SRF e girato durante le prove, ritroviamo, sul finale, ultimo sulla destra, seduto al banco di regia, Mando Bernardinello, con il suo maglione rosso e i capelli bianchi che gli ricadevano sulle spalle.
Ciao Mando
Fino a che punto il successo sportivo riflette il Paese reale?
Tutti liberi, tutti responsabili, tutti pronti a voltar pagina e tornare alla normalità