Fermiamo questa merda (2) – Guadagnare (un sacco!) giocando sporco

Fermiamo questa merda (2) – Guadagnare (un sacco!) giocando sporco

Internet non è più importante della crisi climatica, della giustizia di genere, dei genocidi o della disuguaglianza. Però, è il terreno su cui si combattono queste battaglie. Senza un web libero, giusto e aperto, la battaglia è persa in partenza


Redazione
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Fermiamo questa merda (2) – Guadagnare...

Di Cory Doctorow, Financial Times (versione italiana da Internazionale)

Nella parte precedente abbiamo esposto la sequenza della merdificazione. Ma non spiega una cosa: perché oggi sta succedendo a tutto? Se non rispondiamo a questa domanda, non possiamo neanche pensare di trovare un rimedio. Cos’è in questo preciso momento che ci sta portando alla grande merdificazione? È la fine della politica dei tassi d’interesse a zero? È il cambio al vertice dei colossi della tecnologia? È Mercurio retrogrado?

Niente di tutto questo. La politica del denaro gratis della Federal Reserve (Fed, la banca centrale degli Stati Uniti) ha sicuramente permesso alle aziende tecnologiche di avere un bel po’ di risorse da distribuire. Facebook, però, ha cominciato a merdificarsi molto prima della fine della politica dei tassi a zero. E lo stesso vale per Amazon, la Microsoft e Google.

È vero, alcuni colossi tecnologici hanno nuovi capi. Ma la merdificazione di Google è perfino peggiorata quando i fondatori sono tornati per gestire il panico da intelligenza artificiale (IA). Pardon, la svolta dell’intelligenza artificiale.

Quando tante entità indipendenti improvvisamente cambiano tutte allo stesso modo è segno che anche il contesto è mutato. È quello che è successo nel settore tecnologico. Le aziende hanno imperativi contrastanti: da una parte, vogliono fare soldi; dall’altra, per fare soldi bisogna assumere e motivare personale competente e vendere prodotti che i clienti abbiano voglia di comprare; ma più l’azienda dà ai dipendenti e ai clienti, meno può dare ai suoi azionisti. L’equilibrio ideale, quello in cui le aziende producono cose che ci piacciono in modo onesto e a un giusto prezzo, si ottiene quando guadagnare giocando sporco – aumentare i prezzi, abbassare la qualità e danneggiare i lavoratori – costa più di quanto fa guadagnare.

Ci sono quattro forze che disciplinano le imprese e possono frenare i loro impulsi merdificanti. La concorrenza: le aziende hanno paura che porterete i vostri soldi a qualcun altro, perciò ci pensano prima di abbassare la qualità o di aumentare i prezzi. La regolamentazione: le aziende temono che il regolatore le multerà per delle cifre più alte di quelle che si aspettano di guadagnare imbrogliando, perciò imbrogliano meno.

Queste due forze sono presenti in tutti i settori; le altre due, invece, sono più specifiche dell’industria tecnologica. La prima è il fai da te: i computer sono estremamente flessibili, come i prodotti e i servizi tecnologici che ne ricaviamo. Questo significa che gli utenti possono trovare dei programmi capaci di disattivare tutte le funzioni che tolgono valore a loro e lo danno agli azionisti.

Mettiamo che durante un consiglio d’amministrazione qualcuno dica: “Ho calcolato che se facciamo diventare i nostri annunci pubblicitari più invasivi del 20 per cento avremo il 2 per cento di ricavi netti in più”. Qualcun altro potrebbe prendere la parola e rispondere: “Sì, ma se lo facciamo, il 20 per cento dei nostri utenti installerà il blocco della pubblicità e i nostri ricavi da quegli utenti scenderanno a zero, per sempre”. In altre parole, le aziende digitali sono condizionate dal timore che una loro mossa merdificante possa spingere gli utenti ad andare su Google e digitare: “Come faccio e demerdificare questa cosa?”.

Infine, ci sono i lavoratori. Nel settore tecnologico il tasso di sindacalizzazione è basso, ma questo non significa che i lavoratori non abbiano potere negoziale. La storica “penuria di talenti” del settore tecnologico ha dato molta forza ai lavoratori. Se un dipendente non era d’accordo con il suo capo dava le dimissioni, attraversava la strada e trovava subito un altro lavoro, spesso migliore. Lo sapevano loro e lo sapevano i capi. Paradossalmente, questo li ha resi ancora più sfruttabili. Tutti i lavoratori tecnologici, infatti, si consideravano futuri fondatori di aziende, imprenditori temporaneamente a stipendio, figure eroiche potenziali. Ecco perché motti come Don’t be evil (non essere cattivo) di Google e Make the world more open and connected (rendi il mondo più aperto e connesso) di Facebook erano importanti: instillavano nei lavoratori il senso di una missione. La studiosa statunitense Fobazi Ettarh lo chiama vocational awe, “stupore vocazionale”; per Elon Musk significa essere “irriducibili”.

I lavoratori del settore tecnologico avevano un grande potere negoziale, ma non l’hanno mai fatto pesare quando i capi gli hanno chiesto di sacrificare la salute, la famiglia e il sonno per rispettare scadenze arbitrarie. Le aziende tecnologiche hanno trasformato gli uffici in “campus” stravaganti con palestre, caffetterie gourmet, lavanderie, sale massaggi e servizi di congelamento degli ovuli, quindi i lavoratori si sentivano coccolati. In realtà, stavano lavorando come muli. Per i capi, però, motivare i lavoratori facendo appello all’idea di avere una missione ha uno svantaggio: i lavoratori si sentiranno coinvolti e quindi, quando qualcuno gli chiederà di merdificare i prodotti per cui si sono rovinati la salute, proveranno un senso di profonda riprovazione morale e minacceranno di andarsene. I lavoratori in effetti sono stati l’ultimo baluardo contro la merdificazione. Prima non c’erano leader migliori. I dirigenti non erano migliori. Erano solo frenati. I loro peggiori impulsi erano inibiti dalla concorrenza, dalla regolamentazione, dal fai da te e dal potere dei lavoratori.


Cory Doctorow è un giornalista e scrittore canadese. Si occupa di diritti digitali e sicurezza informatica. È consulente dell’Electronic Frontier Foundation, un’organizzazione non profit che difende i diritti digitali e la libertà d’espressione su internet. Questo articolo è l’adattamento di un discorso tenuto a gennaio per la Marshall McLuhan lecture all’ambasciata del Canada di Berlino

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