Mai tornerò indietro
Le parole di un passato recente per il dramma di oggi
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Le parole di un passato recente per il dramma di oggi
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Nel tragico momento che sta vivendo l’Afghanistan tornano ad imporsi le parole scritte da Meena Keshwar Kamal, fondatrice nel 1977 dell’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA) per difendere il suo popolo oppresso e soprattutto le sue componenti più inermi e calpestate. I nemici, nella tormentata storia delle donne afghane, sono stati diversi, ma la volontà di spezzare le catene della schiavitù di cui parla la poesia per molte è rimasta la stessa. Meena è stata uccisa nel 1987.
Sono la donna che si è destata,
mi sono alzata e dalle ceneri dei miei bambini bruciati sono diventata una tempesta.
Mi son destata dai rivoli di sangue dei miei fratelli,
l’ira del mio paese me ne ha dato la forza,
i miei villaggi distrutti, bruciati, mi hanno riempita di odio per il nemico.
Non pensare più a me come debole e inetta, o compatriota,
sono la donna che si è destata
ho trovato la mia strada e mai tornerò indietro.
Ho spezzato i ceppi che avevo ai piedi,
ho aperto le porte chiuse dell’ignoranza,
ho detto addio a tutti i bracciali d’oro.
O compatriota, o fratello mio, non sono più ciò che ero,
sono la donna che si è destata,
ho trovato la mia strada e mai tornerò indietro.
Con la mia coscienza sveglia ho visto tutto,
pur nella totale oscurità che avvolge il mio Paese:
nelle mie orecchie risuonano ancora le urla notturne delle madri cui sono stati strappati i figli.
Ho visto bambini senza casa che vagavano smarriti, a piedi nudi,
ho visto spose vestite a lutto con le mani ancora tinte di henné,
ho visto gigantesche mura di prigioni inghiottire la libertà nei loro stomaci voraci.
Sono rinata tra epopee di resistenza e di coraggio,
ho appreso la canzone della libertà dall’ultimo respiro, dai flutti di sangue e dalla vittoria.
O compatriota, o fratello, non pensare più a me come debole e inetta,
con tutta la mia forza cammino con te sul sentiero che porta alla liberazione della mia terra.
La mia voce si è unita a quella di migliaia di donne insorte,
i miei pugni sono serrati insieme a quelli di migliaia di compatrioti,
insieme a te ho imboccato la via che conduce al mio Paese,
per spezzare tutta questa sofferenza, e le catene della schiavitù.
O compatriota, o fratello, non sono più ciò che ero.
Sono la donna che si è destata,
ho trovato la mia strada e mai tornerò indietro.
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