Docenti, piano di studio e didattica per competenze
La didattica per competenze non è orientata ad una visione "aziendale" della scuola ma va esattamente all'opposto - Di Rezio Sisini
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La didattica per competenze non è orientata ad una visione "aziendale" della scuola ma va esattamente all'opposto - Di Rezio Sisini
• – Redazione
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• – Fabio Dozio
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• – Redazione
A seguito dell’ennesima inconcludente Cop sul clima, che dopo trent’anni di negoziati rimane uno spazio di mancato compromesso, si continua a testimoniare una crescente influenza del mondo della finanza, che vede il collasso eco-climatico come una eccezionale opportunità
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Record di esecuzioni capitali nel 2023. Ieri è stata la volta di una giovane donna. Data in sposa a 15 anni e vittima di maltrattamenti, arrestata nel 2013 con l’accusa di aver ucciso il marito. Dieci anni in cella senza poter vedere i figli. La famiglia della vittima, che secondo la legge islamica avrebbe potuto salvarla, ha detto no
• – Redazione
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• – Franco Cavani
La didattica per competenze non è orientata ad una visione "aziendale" della scuola ma va esattamente all'opposto - Di Rezio Sisini
Mi ricordo di un documento sul profilo del docente ticinese che, dopo vari mesi di lavoro con discussioni e confronti in seno al gruppo di lavoro appositamente costituito, era stato definito incomprensibile e poco adatto ad essere diffuso dai componenti stessi del gruppo in contrasto con il capoprogetto che aveva praticamente redatto il documento.
La stesura del Piano di Studio della scuola dell’obbligo si distanzia nettamente da questa logica; infatti, essa è il risultato di un lavoro collettivo fatto di continui ed assidui confronti con le diverse anime che popolano il complesso mondo scolastico. Naturalmente sono riportati, doverosamente, anche i riferimenti teorici che permettono al documento di avere una logica e perseguire una visione ben precisa. I documenti di accompagnamento al Piano di studio contengono inoltre diversi contributi di docenti che illustrano con degli esempi come mettere in atto i suoi principi, senza contare i numerosi momenti di confronto nell’ambito della formazione continua, di convegni, seminari e altri tipi di approfondimento che hanno permesso e permettono ai docenti di prendere possesso del Piano di studio.
Importante anche il fatto che chi è a capo del progetto di perfezionamento del Piano di studio e di altri importanti progetti di innovazione pedagogico-didattica sa porsi senza enfasi e retorica ma con un piglio estremamente concreto a stretto contatto con la realtà d’aula. Il tutto nel massimo rispetto del docente come persona e come interprete di un importante ruolo istituzionale; in netto contrasto con chi va a veicolare un’immagine del docente completamente distorta, come persona incapace di affrontare temi legati alla sessualità (vedi le prese di posizione di alcuni politici nel momento della pubblicazione dell’Agenda scolastica), sprovvisto dei mezzi per comprendere i principi del Piano di studio, e privo di capacità intellettuali per affrontare i numerosi temi che gli allievi portano nelle aule.
Il Piano di studio è basato sulla didattica per competenze, vale a dire la volontà di fare emergere nell’allievo la consapevolezza di possedere degli strumenti che gli permettano di affrontare le più svariate situazioni attingendo alle proprie conoscenze, abilità e agli stimoli che arrivano dall’ambiente in cui vive attraverso lo sviluppo personale, la collaborazione, la comunicazione, il pensiero riflessivo e critico oltre che creativo. Presupposti su cui innescare con successo il processo d’apprendimento e sviluppare la capacità di “produrre pensiero”. Il tutto prelude a un saper agire consapevolmente nella realtà, indispensabile all’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile. E oggi sappiamo, in un periodo storico complesso e pieno di incertezze, quanto ciò sia importante.
Formare cittadini in grado di porsi delle domande, affrontare i temi di attualità con curiosità e con la volontà di trovare risposte attraverso una dinamica che per forza di cose si deve confrontare con la complessità, è il ruolo della scuola, in contrasto con chi oggi propina risposte semplicistiche, decisamente parziali, fuorvianti e di parte. La didattica per competenze non è orientata ad una visione “aziendale” della scuola ma va esattamente all’opposto, verso una scuola che si interroga e che vuole formare allievi consapevoli, in possesso di conoscenze e di strumenti che possano permettere loro di diventare componenti attivi della società.
Rezio Sisini è stato capo della sezione Scuole Comunali del DECS
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