La Corte di Giustizia europea privatizza il gioco del calcio
Il monopolio Uefa dichiarato illegale: sommo diritto, somma ingiustizia (ma anche somma stupidità)
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Il monopolio Uefa dichiarato illegale: sommo diritto, somma ingiustizia (ma anche somma stupidità)
• – Libano Zanolari
Record di esecuzioni capitali nel 2023. Ieri è stata la volta di una giovane donna. Data in sposa a 15 anni e vittima di maltrattamenti, arrestata nel 2013 con l’accusa di aver ucciso il marito. Dieci anni in cella senza poter vedere i figli. La famiglia della vittima, che secondo la legge islamica avrebbe potuto salvarla, ha detto no
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Da troppi giorni si sono perse le tracce del dissidente russo. Si teme che sia stato “suicidato” dallo Stato in carcere
• – Redazione
Con il più recente libro di Serge Latouche un'ulteriore necessaria riflessione sul senso del lavoro e sulla “decrescita economica”
• – Lelio Demichelis
“Gli immigrati avvelenano il sangue degli americani”, l’ultima uscita di un candidato figlio di immigrati e che si ricandida alla guida di una nazione che sull’immigrazione si è costruita
• – Aldo Sofia
Lavoro minorile, agricoltori mal pagati e ingiusta distribuzione globale dei profitti: questi gli ingredienti chiave dell’industria del cioccolato
• – Roberta Bernasconi
A rischio uno dei pilastri delle nostre democrazie
• – Redazione
La strage continua dei civili palestinesi a Gaza provoca il tracollo del supporto allo Stato ebraico
• – Redazione
La Lega si affida a Norman Gobbi per riscoprire la propria anima barricadera: un segnale preoccupante, non solo per gli orfani del Nano e del suo carisma
• – Enrico Lombardi
Il monopolio Uefa dichiarato illegale: sommo diritto, somma ingiustizia (ma anche somma stupidità)
Nell’80% dei casi il parere dell’Avvocato generale è seguito dalla Corte dei 15 giudici. Non in questo. Ma c’è un perché. Il primo controprogetto denominato ‘Superleague’ era talmente estremo, talmente grossolano da rendere i suoi fautori (Agnelli-Juventus, Perez-Real Madrid, Laporta-Barcellona) delle grottesche controfigure della ‘Banda Bassotti’. Prefigurava un campionato (di club) chiuso, di 12 grandi squadre (ma anche 20) che si affrontano senza sosta sull’esempio delle franchise, delle ‘franchigie’ americane, dividendosi i lingotti d’oro dei diritti televisivi, degli sponsor e della pubblicità, spolpando i campionati nazionali, pappandosi l’intera torta, l’intero capitale.
Da qui la rivolta dei tifosi inglesi che hanno cominciato a minacciare di boicottaggio le loro squadre del cuore, la conseguente fuga di tutti, da ultimo persino della Juventus che si era liberata dell’impresentabile Agnelli, rappresentante delle squadre in seno all’Uefa, pronto a tradire per salvare la sua società dai debiti. Nel frattempo la ‘Superleague’ ha cambiato nome e pelle: propone un campionato europeo alternativo a 64 squadre (l’Uefa è passata da 32 a 36) divisi in tre gironi con tanto di promozioni e retrocessioni, con tutte le dirette televisive gratis, e con distribuzione a pioggia di parte dei ricchissimi introiti (il calcio vale 12 miliardi di diritti televisivi).
E con ciò è cancellato con un colpo di spugna l’articolo 65 del trattato di Lisbona (2009) che concede allo sport ‘autonomia di gestione per il suo particolare valore sociale ed educativo, per il concetto di pari opportunità e solidarietà, per il sistema a piramide (dilettanti-professionisti, promozioni-relegazioni), per la predominanza del merito sportivo e la partecipazione di tutti, per gli incassi che devono essere ridistribuiti ai livelli inferiori’.
Ma allora perché ‘Nonno Bassotto’ Florentino Perez del Real Madrid canta vittoria e parla di ‘un grande giorno per la libertà di scelta dei club?’ Molti grandi club sono scappati a gambe levate convinti che l’Uefa li potesse escludere dalle sue competizioni, praticamente da tutti i campionati nazionali e delle competizioni europee (Champions-League ecc.). Ma ora il monopolio dell’Uefa è stato dichiarato illegale. Siamo al libero mercato dei liberi pescivendoli. Volete farvi una lega? Come no, siete liberi di farlo. Basta trovare una barca di soldi. Appunto: chi sta dietro le spalle della A22 del tedesco Bernd Reichart? Una grande banca? Un ricco fondo americano o arabo? Questa nuova società sarà più ‘trasparente, non discriminante, proporzionata’ dell’Uefa, secondo la dura sentenza della Corte Europea? Spero che qualche avvocato dell’Uefa contesti questa tesi che sembra scritta dall’A22 (la società che gestisce questa “rivoluzione calcistica” e soprattutto gestirà gli interessi della “Superlega”).
Qualsiasi appassionato di calcio la può smentire: tutte le promozioni-relegazioni, tutti i premi (500’000 franchi per una vittoria nella Conference League, 50 milioni per chi vince la Champions) sono visibili e trasparenti in rete, come ogni paragrafo del regolamento.
Si diceva all’inizio della stupidità: consiste nel non vedere che il calcio ha un calendario già troppo intenso tra impegni nazionali e internazionali, compresi gli Europei e i Mondiali, e altre competizioni che si sono aggiunte di recente: i giocatori non reggono, si infortunano, a una certa età devono drogarsi per sopravvivere (vedi Pogba). I giudici europei hanno sacrificato l’essenza popolare di questo sport al dogma imperante del ‘libero mercato’.
Ora: la storia non finisce qui. La Uefa può continuare con le sue competizioni di cui però non ha più il monopolio. Qualsiasi libero pescivendolo, come detto, può proporre il suo pescato. Tocca al cliente, al club e allo spettabile pubblico scegliere: la sardina, il rombo, il pesce-spada lo compro da Tizio o da Caio? E poi: il pesce non puo scegliere a quale esca abboccare e su quale bancone essere venduto, il Bayern, il Manchester City, il Barcellona, l’Inter si. A quale Lega si legheranno? Su quale barca saliranno? E il tifoso: a quale amo abboccherà? Se ne parlerà a lungo.
Nell’immagine: ‘Nonno Bassotto’ Florentino Perez del Real Madrid si rallegra per la sentenza
Per una filosofia che ci permetta di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e accettando una più vasta comunanza di destino che include umani e non umani
Come gli abitanti di un villaggio nel Canton Turgovia hanno sorpreso decidendo una ‘prima assoluta’ sul tema asilanti