Intelligenza artificiale, dalle attività vietate alla sicurezza: ecco cosa cambia con la nuova legge Ue
L’Unione europea compie un altro passo decisivo verso la prima regolamentazione su scala globale dell’intelligenza artificiale
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
L’Unione europea compie un altro passo decisivo verso la prima regolamentazione su scala globale dell’intelligenza artificiale
• – Redazione
Lo zar tende a indebolire quanto più possibile i partner della Ue
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Per una medicina umanista, concentrata sulla salute, non sull’assistenza - Intervista a Stéfanie Monod, epidemiologa e geriatra losannese
• – Boas Erez
Domenica prossima il capo del Cremlino “vincerà facile” le presidenziali; manuale per conoscere regole e condizioni per capire come si vota nella “democrazia russa”
• – Yurii Colombo
La Bbc mostra un filmato girato nel principale ospedale di Khan Yunis in cui si vede una fila di uomini lasciati in mutande, inginocchiati con le mani dietro la testa. Alcuni avevano davanti a sé dei camici medici.
• – Redazione
Nell’accademia rabbinica di Eli si formano i futuri ufficiali “sionisti religiosi”. «È la lotta del bene contro il male, bisogna essere forti, a volte anche crudeli». Sulla sorte dei civili «non farsi troppe domande, se no ci fermeremmo»
• – Redazione
Il Parlamento europeo ha sconfessato le aperture ai sovranisti. Era ora che accadesse. È stato un atto d’orgoglio. E una presa di distanza quasi doverosa prima delle elezioni di giugno
• – Redazione
Il cardinale Parolin spiega le parole del Papa sul conflitto: ovvio che tocchi a Mosca il primo passo
• – Redazione
Si rinnova un dibattito acceso che trascura un aspetto importante: c’è anche una ingiustizia territoriale (soprattutto se si parla di potere d’acquisto)
• – Silvano Toppi
L’Unione europea compie un altro passo decisivo verso la prima regolamentazione su scala globale dell’intelligenza artificiale
Proteggere i diritti fondamentali, la democrazia e la sostenibilità ambientale, ma senza ostacolare l’innovazione: l’Unione europea compie un altro passo decisivo verso la prima regolamentazione su scala globale dell’intelligenza artificiale. Questa mattina l’Europarlamento ha dato il via libera (con 523 sì, 46 no e 49 astensioni) al regolamento negoziato a dicembre con il Consiglio dopo una lunghissima trattativa (che durò più di 30 ore). Ora manca soltanto l’approvazione finale dei governi, dopodiché le norme inizieranno ad applicarsi gradualmente nell’arco dei prossimi due anni, iniziando dai divieti per poi estendersi via via agli obblighi. Come, per esempio, quello di etichettare con chiarezza le immagini o i video “deepfake”, quelli cioè che sono stati creati artificialmente o che sono stati manipolati. Sempre oggi l’Aula di Strasburgo ha adottato il “Media Freedom Act”, la legge sulla libertà dei media che fissa paletti ben precisi all’utilizzo di software spia contro i giornalisti, impone obblighi di trasparenza sulla proprietà dei media, stabilisce criteri più equi per la ripartizione della pubblicità statale, punta a garantire l’indipendenza dei consigli di amministrazione degli organi di informazione pubblici e limita il potere delle grandi piattaforme sulla rimozione dei contenuti prodotti dai media indipendenti.
Uno degli aspetti più controversi durante il negoziato per la legge sull’intelligenza artificiale (IA) ha riguardato la modalità di utilizzare dati biometrici per il riconoscimento facciale delle persone. Il nuovo quadro normativo mette fuori legge alcune applicazioni dell’IA, come ad esempio la possibilità di estrapolare indiscriminatamente le immagini dei volti da internet oppure dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso con l’obiettivo di creare banche dati per il riconoscimento facciale. Allo stesso modo, non saprà possibile utilizzare sistemi per il riconoscimento delle emozioni sui luoghi di lavoro o nelle scuole e nemmeno il “social scoring”, che prevede di assegnare un punteggio ai cittadini in base al loro comportamento. Tutti questi divieti si applicheranno già a sei mesi dalla pubblicazione del regolamento nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Durante le trattative in sede di trilogo, alcuni governi hanno insistito per fissare divieti meno rigidi sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo della sicurezza, mentre gli eurodeputati hanno cercato di far prevalere il rispetto della privacy. Le norme concordate stabiliscono che non sono ammesse le pratiche di “polizia predittiva”, quelle basate sull’analisi del rischio in base alla profilazione e alle caratteristiche di una persona, e che le forze dell’ordine in linea generale non potranno usare sistemi di identificazione biometrica in spazi pubblici. Ma ci sono chiaramente delle eccezioni: l’identificazione in tempo reale sarà consentita solo se limitata nel tempo, nello spazio e in seguito a un’autorizzazione giudiziaria o amministrativa. Sarà dunque possibile fare ricorso a questi sistemi per esempio per cercare delle persone scomparse o per prevenire un attentato terroristico.
Il regolamento fissa inoltre obblighi chiari per evitare che l’applicazione dell’intelligenza artificiale provochi danni significati in determinati settori come la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali, l’ambiente, la democrazia e lo Stato di diritto. Ci dovrà essere una chiara “valutazione dei rischi” e dovrà essere garantita la sorveglianza umana ogni qualvolta tali sistemi saranno usati in determinati campi tra cui: le infrastrutture critiche, l’istruzione e la formazione professionale, l’occupazione, i servizi pubblici e privati di base, la migrazione, la gestione delle frontiere, la giustizia e i processi democratici come le elezioni. In tutti questi casi, i cittadini avranno il diritto di presentare reclami e ricevere spiegazioni in merito alle decisioni adottate sulla base dei sistemi di intelligenza artificiale. Secondo Brando Benifei, capo-delegazione del Pd e relatore del provvedimento, la strada da fare in campo normativo durante la prossima legislatura è ancora lunga: «Abbiamo chiesto che ci sia una direttiva per le condizioni sul posto di lavoro e l’intelligenza artificiale e vogliamo che l’Europa investa nell’IA e faccia di più per la ricerca comune».
Tra gli obblighi imposti alle applicazioni che utilizzano l’intelligenza artificiale c’è anche il dovere di trasparenza, per esempio per garantire il rispetto delle norme Ue sul diritto d’autore. Un elemento accolto con soddisfazione dall’Associazione italiana editori. «È importante – sostiene Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Aie e di Confindustria cultura Italia – che siano previste regole chiare sulla trasparenza delle fonti utilizzate per addestrare gli algoritmi” anche per sapere se le opere “provengono da fonti legali e se i loro uso è stato autorizzato».
Con un provvedimento separato, l’Europarlamento ha approvato (464 sì, 92 no e 65 astensioni) anche il “Media freedom act”, un insieme di norme che punta a «proteggere i giornalisti e i media dalle ingerenze politiche ed economiche». Nel campo delle tutele, la normativa stabilisce che le autorità non potranno utilizzare perquisizioni e software spia per costringere i giornalisti a rivelare le loro fonti, anche se in caso di reati gravi (e previa autorizzazione della magistratura) i software spia saranno consentiti. Nel campo della trasparenza, tutte le testate dovranno pubblicare le informazioni relative ai loro proprietari all’interno di una banca dati nazionale. Ci sono poi norme che riguardano gli organi d’informazione pubblici: «Per evitare che siano strumentalizzati a scopi politici – spiega il Parlamento europeo – i loro dirigenti e membri del consiglio di amministrazione andranno selezionati per un mandato sufficientemente lungo sulla base di procedure trasparenti e non discriminatorie».
Nell’immagine: L’europarlamento al voto sull’Artificial Intelligence Act
La guerra ucraina ci mostra un chiaro esempio di sovrapposizione di errori speculari
Storica sentenza di un tribunale olandese: 17 mila cittadini vincono la battaglia contro il gigante dell’estrazione petrolifera