La crisi della famiglia patriarcale tipo Mulino Bianco
Identità di genere e orientamento sessuale devono essere temi trattati nella scuola con una visione equa ed inclusiva e non lasciati nelle mani spesso irresponsabili della politica - Di Rezio Sisini
Da ormai diversi anni assistiamo ad una lenta ma inesorabile crisi della famiglia di tipo patriarcale, del Padre Padrone e della madre Misericordiosa, grazie al concorso di diversi fenomeni sociali tra cui sicuramente il più importante da annoverare è il movimento di liberazione della donna. Oggi la questione è esplosa, soprattutto tra i giovani, mettendo in uso modalità sempre più alternative e libere di esplorare il proprio corpo sessuale e sessuato e di conseguenza aprendo ad una percezione diversa dell’identità di genere. Una visione che provoca uno strappo rispetto alle convenzioni “tradizionali” imposte dai costumi della società e che, nolenti o volenti, oggi devono essere ripensati eticamente e anche a livello legale.
Da una identificazione semplice (maschio e femmina) si passa ad una maggiore “fluidità”, la quale impone di rivedere in un’ottica atea la figura di uomo e donna, di madre e padre. Una visione che va ben oltre rispetto alle titubanti logiche di parità e pone l’accento sulla necessità di ascolto e valorizzazione delle differenze. Di tutto questo si dovrà ragionare da persone consapevoli e responsabili all’interno del processo educativo e nel mettere in atto o nel modificare leggi sulla procreazione assistita, sulla maternità surrogata, sulla transizione di genere e altre trasformazioni.
Un percorso ineluttabile (basta analizzare le serie tv di qualità dedicati ai giovani e dove si parla di amore vissuto dai preadolescenti come libero, fluido e queer e che affrontano temi molto sentiti quali il bullismo, l’omofobia, le difficoltà del coming out, i disturbi alimentari, …) e che la scuola ticinese sembra voler cogliere attraverso degli spunti di riflessioni contenuti nell’Agenda scolastica ma che dovranno essere ulteriormente sviluppati attraverso percorsi dedicati all’interno della visione equa ed inclusiva che caratterizza da sempre la scuola dell’obbligo ticinese.
Un compito, questo, che non deve essere lasciato nelle mani spesso irresponsabili della politica che non fa altro che esacerbare il clima mirando al potenziamento dei centri di potere quali sono i partiti e fomentando di proposito posizioni estremiste che si traducono in minacce indirizzate agli ambienti LGBTQ+ , ma che dovrà essere approfondito e sviluppato attraverso un confronto franco e scevro da imposizioni sociali tradizionali da esperti del settore già presenti nell’ambito scolastico.
Rezio Sisini è ex capo della Sezione delle scuole comunali (DECS) Nell’immagine: la perfetta famiglia felice