Credit Suisse: la fine dopo 167 anni di storia
Dalla Schweizerische Kreditanstalt fondata nel 1856 da Alfred Escher ai ripetuti scandali, a cominciare da quello di Chiasso: una panoramica delle tappe fondamentali della storia dell'istituto bancario
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Dalla Schweizerische Kreditanstalt fondata nel 1856 da Alfred Escher ai ripetuti scandali, a cominciare da quello di Chiasso: una panoramica delle tappe fondamentali della storia dell'istituto bancario
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Dalla Schweizerische Kreditanstalt fondata nel 1856 da Alfred Escher ai ripetuti scandali, a cominciare da quello di Chiasso: una panoramica delle tappe fondamentali della storia dell'istituto bancario
Di Mathilde Farine, Le Temps
➤ 1856: una banca per sviluppare l’economia svizzera
Alfred Escher fonda la banca con il nome di Schweizerische Kreditanstalt (SKA). La banca svolge un ruolo centrale nello sviluppo economico del Paese, in particolare finanziando la costruzione delle ferrovie svizzere.
➤ 1860: Ristrutturazione
Grandi perdite, problemi strategici: la banca subisce la prima drastica ristrutturazione.
➤ 1905: Le filiali
Inizio dello sviluppo di una rete di filiali in Svizzera.
➤ 1900-1950: attraverso le crisi mondiali
L’azienda sopravvive alle due guerre mondiali (1914-1918 e 1939-1945) e alla crisi economica seguita al crollo del mercato azionario del 1929 senza grandi sconvolgimenti.
➤ 1950-1970: forte crescita
Questo fu un periodo di forte crescita per il Crédit Suisse. La presenza della banca in Svizzera e all’estero subisce una forte espansione.
➤ 1972: Rainer Gut sale sul palcoscenico
Rainer Gut, originario di Zugo, viene incaricato di internazionalizzare la banca, in particolare negli Stati Uniti, ed entra nel consiglio di amministrazione l’anno successivo. Assume la direzione dopo lo scandalo di Chiasso nel 1977. Figura chiave nell’espansione della banca, rimane al timone fino al 2000.
➤ 1977: Scandalo di Chiasso
Rivelazione di un caso di appropriazione indebita di fondi provenienti dall’Italia, iniziato negli anni ’60, che ha provocato un’enorme perdita e ha offuscato l’immagine del Crédit Suisse e della piazza finanziaria. Anche il franco svizzero crolla.
➤ 1978: Espansione negli Stati Uniti
Inizia la partnership con First Boston. È il grande salto americano. Il Credit Suisse, che fino a quel momento aveva lavorato con piccole aziende, ora si unisce ai grandi di Wall Street.
➤ 1989-1990: CS Holding
Il Credit Suisse è una filiale di CS Holding, che si espande negli Stati Uniti assumendo il controllo di First Boston. Entrano a far parte del gruppo anche Fides, Electrowatt, CS Life e Bank Leu.
➤ 1993: acquisizione di BPS
Acquisizione di Swiss Volksbank (BPS). Il Credit Suisse perde il suo accento acuto in una formulazione anglicizzata.
➤ 1997: Fusione con Winterthur
Ulteriore riorganizzazione: CS Holding diventa Credit Suisse Group. Il Credit Suisse si fonde con la Winterthur Assicurazioni. Il Gruppo conta 80.000 dipendenti in tutto il mondo (27.000 in Svizzera).
➤ 2008: il peso dei subprime
Nei risultati del primo trimestre, il Credit Suisse stima in 10 miliardi di franchi il costo della crisi dei subprime dall’estate del 2007. Questo dato impallidisce rispetto a quello di UBS, che secondo le stime ha dovuto sostenere un conto di 40 miliardi di franchi e dovrà essere salvata dalla Confederazione e dalla Banca Nazionale Svizzera. Il Credit Suisse, da parte sua, sta accogliendo gli investitori del Qatar per ricapitalizzare.
➤ 2009: Embarghi aggirati
Il Credit Suisse deve pagare una multa di 536 milioni di dollari per aver violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran e il Sudan tra il 1995 e il 2006.
➤ 2011: arrivo del presidente “bianco come la neve”
Urs Rohner diventa presidente del Consiglio di amministrazione. Rimarrà in questa posizione per dieci anni. Ha intascato più di 40 milioni di franchi svizzeri, ma dirà di essere stato assolutamente “pulito” quando il Credit Suisse è stato multato negli Stati Uniti per risolvere la controversia fiscale. Brady Dougan, che era entrato nel Credit Suisse quattro anni prima e aveva trascorso la maggior parte della sua carriera nell’investment banking, lo ha assistito come CEO.
➤ Maggio 2014: il prezzo dell’evasione fiscale
Dopo anni di procedimenti e trattative, il Credit Suisse si dichiara colpevole di aver favorito l’evasione fiscale e paga 2,6 miliardi di dollari alle autorità statunitensi in cambio di un accordo di non perseguimento.
➤ Ottobre 2014: banche accusate di aver manipolato il Libor
Bruxelles sta multando diverse banche, tra cui Credit Suisse e UBS, accusate di aver manipolato il tasso Libor. Questo tasso è stato utilizzato come parametro di riferimento per centinaia di miliardi di prodotti finanziari, a partire dai mutui. Ritenuto inaffidabile perché basato su stime, è stato gradualmente sostituito da altri tassi, tra cui il Saron in Svizzera.
➤ 2016: Scandalo di corruzione in Mozambico
Scoppia la vicenda dei cosiddetti “tuna bond” in Mozambico. I dipendenti della banca sono accusati di aver effettuato prestiti segreti per 2 miliardi di dollari, per i quali loro e i funzionari mozambicani avrebbero preso tangenti. Diversi procedimenti sono ancora in corso e anche la banca è sotto inchiesta. Nell’ottobre 2021 ha dovuto pagare diverse multe alle autorità britanniche e americane, per un totale di 475 milioni di dollari.
➤ 2017: Fine dei subprime
Il Credit Suisse deve pagare una multa di 5,28 miliardi di dollari in un caso di mutui americani. È la fine della vicenda dei subprime che ha causato la crisi finanziaria del 2008-2009.
➤ 2018: Nuovo caso a seguito delle malefatte di un manager
I tribunali di Ginevra condannano al carcere un gestore di asset bancari per aver causato di 143 milioni di franchi di perdite a danno, tra gli altri, dell’ex primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili, ma anche per essersi arricchito di 30 milioni di franchi. Si avviano diversi procedimenti e un’indagine commissionata a una società esterna dimostra che ci sono state carenze nel controllo del rischio presso il Credit Suisse. Dopo quasi un anno, un tribunale delle Bermuda ha dato ragione a Bidzina Ivanishvili, costringendo la banca a pagargli un risarcimento di oltre mezzo miliardo. La banca ha deciso di andare in appello.
➤ Settembre 2018: Credit Suisse coinvolto in diversi casi di riciclaggio di denaro
La Finma, l’autorità di vigilanza bancaria svizzera, riscontra mancanze nel rispetto degli obblighi di diligenza nella lotta al riciclaggio di denaro in relazione alle vicende Petrobras, PDVSA e FIFA.
➤ Autunno 2019: scandalo Shadowing
Si scopre che il Credit Suisse ha fatto spiare diversi suoi dipendenti ed ex dipendenti. Questo è stato l’inizio dello scandalo shadowing che ha portato alle dimissioni di Tidjane Thiam, CEO tra il 2015 e il 2020. Al suo posto subentra Thomas Gottstein, che rimane alla guida della seconda banca svizzera per appena due anni.
➤ Dicembre 2020: Credit Suisse e la mafia bulgara
Il Ministero pubblico della Confederazione accusa il Credit Suisse di riciclaggio di denaro e traffico di droga da parte di un’organizzazione bulgara. La banca sarà condannata nel giugno 2022 (una prima, per un istituto delle sue dimensioni), anche se la multa è modesta (2 milioni di franchi).
➤ Marzo 2021: sospensione dei fondi Greensill
Il Credit Suisse sospenderà i fondi con 10 miliardi di dollari in gestione legati al fallimento di Greensill. La banca ha rimborsato ai clienti circa tre quarti dei fondi. Greensill, che prende il nome dal suo fondatore Lex Greensill, era specializzata nel reverse factoring, una pratica che consente ai fornitori di recuperare i propri crediti prima del previsto. Si avviano diverse indagini e procedimenti. L’indagine della Finma rivela che Credit Suisse ha violato gravemente i suoi obblighi prudenziali in termini di gestione del rischio e di organizzazione adeguata.
➤ Marzo 2021: Archegos crolla
La vera rovina della banca inizia con il clamoroso fallimento dell’hedge fund Archegos nel 2021. Credit Suisse era fortemente esposta nei confronti di questa società, il cui fondatore aveva assunto notevoli rischi per massimizzare i suoi potenziali guadagni. A marzo, quando è stato depositato il bilancio, il castello di carte è crollato e gli investitori hanno potuto solo prendere nota perdite. Per la banca svizzera un “buco” enorme, per un totale di 5 miliardi di dollari.
➤ Gennaio 2022: espulso Antonio Horta-Osorio
Eletto la primavera precedente alla presidenza del Credit Suisse, il banchiere portoghese Antonio Horta-Osorio, ex direttore generale dei Lloyds, è costretto a dimettersi. Per ben due volte aveva aggirato le quarantene legate alle misure covid. Sebbene Horta-Osorio abbia continuato a predicare la sua estraneità ai fatti, le rivelazioni gli sono costate il posto. È stato sostituito da Axel Lehmann, un assicuratore che aveva lavorato anche per UBS.
➤ Agosto 2022: un “coltello” alla testa della banca
Ulrich Körner assume la direzione della banca. Soprannominato il “coltello”, è noto per aver risollevato UBS dopo la crisi dei subprime. È lodato per la sua efficienza, ma criticato per la sua mancanza di carisma. Promette una riorganizzazione.
➤ Ottobre 2022: il piano dell’ultima chance
Sui social network si diffonde la voce che il Credit Suisse sia sull’orlo del fallimento. La banca riesce a spegnere molte delle voci, ma i clienti iniziano ad abbandonarla. Ulrich Körner annuncia un’importante ristrutturazione, una drastica riduzione della banca d’investimento e l’arrivo di un nuovo azionista, la Saudi National Bank, che poche settimane dopo acquisirà quasi il 10% del capitale in una raccolta di capitali.
➤ Marzo 2023: l’inizio della fine
La Silicon Valley Bank fallisce e getta nello scompiglio il settore bancario mondiale. Il Credit Suisse, considerato vulnerabile, è particolarmente colpito. In questo contesto, i commenti del capo della Saudi National Bank, che non intende fornire ulteriore sostegno finanziario al Credit Suisse, scatenano una vera e propria tempesta. La Banca nazionale svizzera interviene per calmare le acque. Ma solo per poco tempo: la fiducia fatica a tornare e si parla di un’acquisizione da parte di UBS.
➤ 19 marzo 2023: il crollo
Alain Berset, presidente della Confederazione elvetica, annuncia a una Svizzera attonita che UBS, la più grande banca del Paese, sta acquistando la sua principale rivale per 3 miliardi di franchi, ben al di sotto del suo valore.
➤ 31 agosto 2023: presto calerà il sipario
Dopo aver studiato diversi scenari, UBS decide infine di integrare completamente Credit Suisse, facendo così scomparire il marchio. La fusione completa dovrebbe essere completata entro la fine del 2024.
Traduzione a cura della redazione
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