Come impedire che Prigozhin diventi un eroe nazionale
Funerali a porte chiuse, ma poi lunghe code per visitare la tomba del capo della Wagner; il Cremlino nega la collaborazione internazionale per l’inchiesta sullo schianto dell’aereo
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Funerali a porte chiuse, ma poi lunghe code per visitare la tomba del capo della Wagner; il Cremlino nega la collaborazione internazionale per l’inchiesta sullo schianto dell’aereo
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Funerali a porte chiuse, ma poi lunghe code per visitare la tomba del capo della Wagner; il Cremlino nega la collaborazione internazionale per l’inchiesta sullo schianto dell’aereo
Dal nostro corrispondente da Mosca
Con un uno striminzito comunicato ufficiale apparso ieri sul web, il Comitato Interstatale dell’Aviazione russa ha comunicato che “non ci sarà alcuna inchiesta” sullo schianto dell’aereo su cui viaggiava anche Evgenij Prigozhin, il capo dei mercenari della Wagner. Già dal mattino la notizia dell’archiviazione della vicenda, almeno per quanto riguarda l’aspetto civile, era stata anticipata dalla stampa russa. L’ex giornale liberale “Kommersant” – ora abituatosi a passare le veline ufficiali senza commenti – faceva infatti sapere che la Russia non avrebbe indagato sull’incidente aereo secondo le regole internazionali. “La Russia – afferma il quotidiano moscovita – ha informato l’ente brasiliano per le indagini sugli incidenti aerei che “per il momento” non indagherà, seguendo le regole internazionali, sul perché sia precipitato l’aereo Embraer, appunto brasiliano che ha ucciso Prigozhin. Il Centro per la ricerca e la prevenzione degli incidenti aerei (CENIPA), nell’intento di migliorare la sicurezza aerea, aveva dichiarato che, se invitato, si sarebbe unito all’inchiesta russa, e se l’indagine fosse stata condotta in conformità alle norme internazionali.
A metà giornata giungeva anche la conferma ufficiale del portavoce di Putin, Dmitrij Peskov: “L’indagine è in corso. Il Comitato Investigativo della Russia se ne sta occupando. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo, la nostra indagine. Non si può parlare di un aspetto internazionale. Si stanno valutando diverse versioni dell’accaduto, tra cui quella del dolo intenzionale”.
La tattica assunta dal Cremlino è più guardinga che mai. Da una parte si vuole evitare che i servizi occidentali giochino una partita in contropiede dal punto di vista mediatico. L’intenzione di Mosca sarebbe quella di chiudere il caso lentamente, fornendo il minimo delle informazioni, in modo da evitare controinchieste che danneggerebbero ulteriormente l’immagine del regime all’estero. Dall’altra si deve lasciare stemperare l’ondata di simpatia per il capo della Wagner.
Può sembrare assolutamente incomprensibile per l’uomo della strada occidentale, ma a pochi giorni dalla morte, Evgenij Prigozhin è diventato una vera e propria leggenda per una parte della popolazione russa.
La morte di un ex delinquente comune che aveva scontato 10 anni di prigione in URSS, di un oligarca della San Pietroburgo infestata dalla criminalità organizzata degli anni ’90, del fondatore di una compagnia di ventura accusato dall’Onu di crimini inenarrabili, ha dato il via in ogni città della Federazione a meeting e veglie in suo onore. Manifestazioni di cordoglio che hanno radici profonde nella storia e nella psicologia russa. Prigozhin era – nel modesto immaginario di parte della popolazione russa – l’uomo che sfidava il potere, un novello Emeljan Pugacev o un Nestor Makhno, capace di far battere quel cuore populista che non ha mai smesso di pulsare nella Russia profonda. In questo senso la sua popolarità è tutto tranne che un prodotto confezionato dall’establishment. Già da giorni su “Avito”, l’Ebay russo, sono in vendita delle icone con il ritratto di Prigozhin. Grottesco si dirà, ma il potenziale acquirente viene avvertito nell’inserzione che l’icona non è benedetta: un piccolo problema che si può risolvere con qualche rublo e un prete compiacente.
Il timore che “l’onda Prigozhin” diventi un vero movimento, ancora più pericoloso perché impolitico e irrazionale, sembra preoccupare seriamente i vertici. Non a caso il suo funerale si è tenuto in forma strettamente privata , ma già ieri c’erano oltre 2 chilometri coda per visitare la tomba dell’ex “cuoco di Putin”.
“Si è fatto in modo che quando la bara con il corpo di Prigozhin è stata calata nella tomba, non ci fossero all’ingresso del cimitero assembramenti di cittadini, mercenari e simpatizzanti, né trasmissioni radio-tv e foto sui social media”, ha detto un anonimo interlocutore del “Moscow Times”. La questione del formato del funerale sarebbe stata oggetto di diversi incontri tra alti funzionari del Cremlino e ufficiali dell’FSB, i servizi segreti.
Un anonimo funzionario ha sottolineato che “con la sua richiesta di giustizia, le sue dichiarazioni taglienti e spesso veritiere, ha suscitato emozione tra i russi ed è diventato per loro un ‘eroe del popolo’. Ma noi non abbiamo bisogno di eroi che marciano su Mosca”. Secondo un altro burocrate anonimo, la leadership del Paese “non poteva perdonare” il capo della Wagner: “La sua marcia su Mosca non è stata nemmeno un tradimento, ma un’umiliazione” ha concluso amaramente.
Ma Il rischio che Prigozhin diventi mito c’è, è reale. Anche su scala internazionale, se è vero che paradossalmente in Africa hanno iniziato a chiamarlo il “Secondo Mandela”.
Nell’immagine: manifestazioni di cordoglio popolare in onore di Prigozhin
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