L’altro virus
Dopo due anni si può dire: senza i populisti la pandemia sarebbe stata combattuta meglio – Lo afferma la nota virologa italiana Ilaria Capua nel suo nuovo libro
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Dopo due anni si può dire: senza i populisti la pandemia sarebbe stata combattuta meglio – Lo afferma la nota virologa italiana Ilaria Capua nel suo nuovo libro
• – Redazione
E altri aumenti arriveranno a cascata
• – Franco Cavani
Con il Polo, liscio o gassato, a Lugano un futuro all’acqua… di rose
• – Redazione
I paesi ricchi si tengono i vaccini, ne restano pochi per i paesi del Sud del mondo: da dove poi arrivano in Occidente le varianti del Coronavirus
• – Aldo Sofia
Non è una serie TV. Il Grande Gioco ci fa marciare in fila nel cortile della prigione
• – Lelio Demichelis
A dieci anni dall’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul
• – Françoise Gehring
Dopo l’accettazione di ‘cure infermieristiche più forti’ non dimentichiamo che i salari svizzeri nel settore sono al penultimo posto in Europa
• – Redazione
Unico paese al mondo, la Svizzera ha votato sulla strategia anti-Covid: insieme a no-Vax e no-Pass perde il partito di maggioranza relativa che li ha corteggiati
• – Aldo Sofia
Con un voto che ha fatto tenere il fiato sospeso fino all’ultimo, è arrivato infine il via libera popolare al progetto del Polo Sportivo e degli Eventi
• – Enrico Lombardi
• – Franco Cavani
Dopo due anni si può dire: senza i populisti la pandemia sarebbe stata combattuta meglio – Lo afferma la nota virologa italiana Ilaria Capua nel suo nuovo libro
Da Linkiesta
Ilaria Capua, la nota ricercatrice italiana in virologia, docente oggi all’Università della Florida, nel suo ultimo libro “La meraviglia e la trasformazione – Verso una salute circolare” (Mondadori), scrive che il negazionismo di una certa cattiva scienza e la miopia di politici interessati al facile consenso hanno contribuito ad aggravare una situazione che avrebbe potuto essere meno dura, se affrontata con gli strumenti e le politiche giuste.
Proponiamo qui alcuni passaggi tratti dal suo libro.
Una pandemia temuta ma non avvenuta (quella da aviaria) e una successiva pandemia lieve, come quella dell’influenza suina, hanno contribuito a dare a Homo sapiens l’illusione di poter prevenire le pandemie e, nel caso in cui qualcosa gli fosse sfuggito di mano, di essere in grado di porvi rimedio. In fondo, avevamo saputo gestire abbastanza bene tutte le minacce pandemiche che c’erano state tra il 2000 e il 2019.
Il fatto è che illudersi impedisce di vedere che le cose non sono andate bene per magia, ma perché ci abbiamo investito risorse, e ci abbiamo lavorato con impegno. Se non è successo nulla, non è stato perché le minacce pandemiche erano bufale: si è trattato di enormi successi della scienza! Se l’aviaria e la suina non hanno provocato morte e devastazione, è stato un bene, non una fregatura! Che questi patogeni non abbiano provocato danni gravissimi alla salute pubblica era la dimostrazione che dovevamo continuare a investire. E invece sono stati ridotti i fondi di prevenzione per le pandemie, influenzali o meno. Questo è stato certamente uno dei motivi che ha permesso al SARS-CoV-2 di diventare un vero globetrotter, ma è altresì vero che nessun piano pandemico, nessun protocollo istituzionale avrebbe potuto controllare quel velenoso e mortifero approccio, vero motore dell’impotenza, che va sotto il nome di «negazionismo».
Che un approccio negazionista nei confronti di una pandemia diventasse una delle principali forze da combattere, anzi la principale, non era stato previsto. Non poteva essere previsto. Nessun piano pandemico inizia con «Articolo 1: tutti i capi di governo del mondo seguiranno le indicazioni dell’OMS». È scontato, visto che l’OMS rappresenta 194 Stati sovrani.
Certo, a causa della mancata esplosione della pandemia da aviaria e della ridotta gravità osservata nella suina, già si erano alimentate teorie complottiste e negazioniste (di cui peraltro esiste un bell’elenco su Wikipedia). Ma mai e poi mai (almeno io) avrei potuto immaginare che i leader di democrazie avanzate potessero mettere in discussione l’allarme lanciato dall’OMS con così tanta determinazione e insistenza. Un muro di negazione sfaccettato da punti di vista contorti e in contraddizione tra loro che ha creato una sorta di dubbio originario. È questo il vulnus ab initio cui dobbiamo lo srotolarsi di un’infinità di conseguenze negative, la maggiore delle quali è il ritardo con cui abbiamo agito.
Perché le persone sottostimano il rischio di ammalarsi?
Il Vaccine Confidence Project4 si avvale di esperti di differenti discipline (antropologia, epidemiologia, statistica e scienze politiche fra le altre) per rilevare e monitorare i timori o la contrarietà delle persone nei confronti dei vaccini. Dal momento che vaccinarsi è una scelta volontaria, per una società evoluta è essenziale capire perché le persone non si fidino dei vaccini, uno strumento che, come abbiamo visto, ci ha permesso di controllare e, in certi casi, addirittura eradicare malattie terribili e pericolose.
Secondo Heidi Larson, la direttrice del progetto, la mancanza di fiducia nei vaccini è dovuta in buona sostanza alla disinformazione. Che, però, non è tutta uguale.
Larson attribuisce la palma di peggior categoria di disinformazione alla cattiva scienza. Nel grande calderone della scienza, ebbene sì, esiste anche quella cattiva, così come esistono la cattiva letteratura, il cattivo giornalismo, ma anche meccanici capaci o incapaci, parrucchieri abili e altri meno. L’esempio classico è la pubblicazione nel 1998 dello studio dell’ex medico Andrew Wakefield, che sosteneva l’esistenza di un legame tra l’autismo e il vaccino MPR contro morbillo, parotite e rosolia. Wakefield è stato espulso dall’ordine dei medici, e negli anni ha ritrattato le conclusioni esposte nel suo lavoro, ma nel frattempo il danno era stato fatto, e ha contribuito a causare epidemie di morbillo, rallentando la lotta dell’umanità contro la malattia.
«La calunnia è un venticello» canta Don Basilio nel Barbiere di Siviglia, e io questa faccenda dei vaccini e dell’autismo la vedo un po’ così. Un individuo scientificamente poco serio e poco solido, poi radiato dall’ordine dei medici, ha presentato un lavoro basato su dati inconsistenti, di cui è stata ritirata la pubblicazione, e ancora siamo qua a parlarne? Ebbene sì, il venticello non smette di girare e il sospetto infondato di Wakefield, falso, orrendo e dannoso, continua a perseguitarci e a creare danni.
A mio avviso, i cattivi scienziati sono seguiti a ruota dai politici miopi. Quelli che, invece di cogliere la profondità e la complessità delle situazioni, si limitano a cavalcare l’onda del consenso. Un sentimento che, per sua natura, è volatile. Purtroppo gli esempi sono numerosi e dimostrano che l’impreparazione si paga.
In una sconcertante intervista rilasciata alla Bbc, Dominic Cummings, ex consigliere capo del primo ministro inglese Boris Johnson, ha raccontato che il premier è rimasto contrario al lockdown fino al momento in cui ha contratto in prima persona il Covid-19. Prima di allora sottovalutava la situazione al punto da ritenere che il Covid-19 avrebbe riguardato solo persone ultraottantenni e rifiutava di credere che il National Health Service (il servizio sanitario inglese) potesse essere sopraffatto. Ne era talmente convinto che avrebbe voluto continuare a incontrare di persona la regina, nonostante al 10 di Downing Street diverse persone fossero già ammalate nel marzo 2020. Un suo incontro incauto avrebbe potuto innescare un focolaio nella famiglia reale.
Ricordo lo stupore misto a orrore che provai quando alla conferenza stampa del 23 aprile 2020 il presidente americano Donald Trump disse che riteneva interessante approfondire la possibilità di ripulire i polmoni dal Covid-19 con il disinfettante, iniettandolo o applicandolo in qualche altra maniera, visto l’effetto powerful che esercita sul virus quando presente sulle superfici.
Per ridurre la circolazione del virus occorrono fatti, non pareri. E conoscenza, non l’intuito.
Certo, dare una notizia sgradita come «c’è una pandemia in corso, dovete stare a casa, dovete indossare una mascherina, dovete disinfettarvi le mani, dovete mantenere il distanziamento sociale, proteggere le persone fragili – e dovete farlo adesso», e, più avanti, «dovete vaccinarvi» rischia di essere controproducente sotto il profilo del successo elettorale. Ma era necessario. Perché nei momenti di incertezza le persone guardano ai loro leader. Se i leader sono i primi a essere veicoli di fake news – o piuttosto, in questo caso, di wrong news – l’effetto domino è garantito.
Peccato che, in questo caso, l’effetto domino abbia causato decessi e ricoveri, che tutto sono fuorché «impressioni». E che, per recuperare, sia stato necessario un costante, continuo, puntuale bombardamento informativo da parte di altri esponenti delle istituzioni, nel tentativo di arginare il contagio emotivo causato dalle parole dei leader. E ciò crea confusione, incertezza, senso di smarrimento. Queste informazioni spaventose e minimizzanti, ondivaghe e sconvolgenti, sono volate velocissime di bocca in bocca, di profilo Facebook in profilo Twitter, come schegge impazzite, creando quel diluvio di manipolazione e disinformazione che abbiamo appreso essere una reale minaccia alla salute pubblica.
Segnaliamo che proprio in questi giorni è in uscita il film “Trafficante di virus” (qui il trailer), dedicato alla vicenda di Ilaria Capua, vittima di un’assurda persecuzione giudiziaria che ha raccontato lei stessa in un libro uscito nel 2017, “Io, trafficante di virus“
Almeno 227 attiviste e attivisti in difesa della terra e dell’ambiente uccisi nel 2020. Il numero più alto per il secondo anno consecutivo
L’indebitamento ha raggiunto un livello mostruoso. Forse anche per questo, Pechino non crescerà più come prima