Egoismo e autolesionismo
I paesi ricchi si tengono i vaccini, ne restano pochi per i paesi del Sud del mondo: da dove poi arrivano in Occidente le varianti del Coronavirus
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I paesi ricchi si tengono i vaccini, ne restano pochi per i paesi del Sud del mondo: da dove poi arrivano in Occidente le varianti del Coronavirus
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• – Redazione
I paesi ricchi si tengono i vaccini, ne restano pochi per i paesi del Sud del mondo: da dove poi arrivano in Occidente le varianti del Coronavirus
Ma qual è, appunto, l’aspetto che dovrebbe farci riflettere maggiormente e che invece viene tenuto sottotraccia? È quello dell’apartheid vaccinale e della miopia occidentale. Il Sud Africa, nonostante un sistema sanitario migliore rispetto al resto del continente, ha avuto il più alto numero di contaminati (quasi tre milioni di ‘positivi’) e di vittime da Covid (89.770 decessi) in quella parte di mondo. Su una popolazione di 60 milioni di abitanti, soltanto il 25% dei vaccinabili ha avuto la doppia dose. Complici anche fattori e credenze locali difficili da superare. Ma, soprattutto, è successo che nel momento di massimo e lodevole sforzo della sua campagna vaccinale (Pretoria aveva ordinato un milione e mezzo di dosi, pagandole ben due volte e mezzo in più dei paesi europei) tutto si è bloccato. Le importazioni di Astra Zeneca, prodotto su licenza in India, sono state bloccate da New Delhi per poter soddisfare i propri bisogni interni. Per la stessa ragione è finito in panne anche il programma Covax, sotto egida dell’OMS, ideato per rifornire i paesi a basso reddito, altrimenti nell’impossibilità di procedere a massicci acquisti. Tutto questo (era l’inizio della scorsa estate) mentre Europa e Stati Uniti si erano già garantiti da Pfizer e Moderna dosi da due a tre volte superiori rispetto alle loro necessità.
E che ne è delle solenni assicurazioni dei paesi ricchi di correre in soccorso dei paesi poveri con cospicui doni di vaccino? Che ne è stata di tanta generosità distribuita a parole sui tappeti rossi dei vari e affollati vertici dei leader mondiali? Per lo più sono rimaste solo le promesse. L’America e l’UE (che insieme si sono accaparrate oltre il 70% dei vaccini) hanno fornito rispettivamente soltanto il 25% e il 19% di quanto avevano garantito. E se non bastasse, nelle nazioni benestanti a fine anno vi saranno 1,2 miliardi di dosi inutilizzate, di cui 50 milioni saranno da gettare (è la stima di “Airfinity”, società di analisi londinese). In Africa soltanto cinque paesi su 54 riescono a soddisfare i piani dell’OMS per immunizzare il 40% della popolazione, ultimo in classifica il Burundi con lo 0,0025% di dosi).
Ecco il desolante risultato (certo non per i profitti miliardari della farmaceutica) di non sospendere almeno provvisoriamente la proprietà dei brevetti (eventualità prevista dagli statuti OMS in caso di pandemia), come chiesto proprio da India e Sud Africa oltre che da numerose altre nazioni e organizzazioni internazionali. Ed ecco i frutti del nostro autolesionistico egoismo: meno vaccini al cosiddetto Terzo Mondo significa maggiori pericoli di nuove varianti e più minacce per tutti noi. Perché, come è stato scritto, il virus non rispetta i confini. È “un instancabile globe trotter”.
Pubblicato da La Regione
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