Marco Chiesa attacca Ignazio Cassis
In pericolo il seggio ticinese in Consiglio federale
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In pericolo il seggio ticinese in Consiglio federale
L’attacco sferrato da Marco Chiesa contro il secondo seggio del PLR in Consiglio federale è passato quasi in sordina. I mass media si sono limitati a segnalare la minaccia del presidente dell’UDC, senza commentarla. Si è così ignorato o sottaciuto un aspetto che riguarda direttamente il Ticino e la sua rappresentanza nel governo federale. In effetti il presidente ticinese del più grande partito svizzero, l’UDC appunto, colpisce di fatto il seggio ticinese in Consiglio federale riconquistato 6 anni fa dopo una lunga assenza di ben 18 anni.
Le previsioni concordano nell’indicare Ignazio Cassis come il perdente nel confronto con Karin Keller-Sutter, se il PLR dovesse perdere il suo secondo seggio in governo. Cassis appare indebolito anche dalle ultime indiscrezioni secondo cui i suoi colleghi di governo non gli consentono di accompagnare a Bruxelles il presidente Parmelin nella tormentata vicenda dell’accordo quadro con l’UE. Un tassello dopo l’altro alimenta l’impressione che il seggio di Cassis è effettivamente in pericolo.
L’analisi è condivisa adesso anche dal giornale di riferimento del PLR, l’autorevole Neue Zürcher Zeitung. Secondo la NZZ la stoccata di Marco Chiesa non è affatto casuale, è in linea con la nuova sterzata a destra dell’UDC che accusa il PLR e i suoi due consiglieri federali di cedimenti a sinistra in particolare sulle misure anti Covid, sull’accordo quadro con l’Unione europea o ancora sulla legge del CO2.
Il titolo dell’articolo, “Tutti contro il PLR”, rispecchia le preoccupazioni della NZZ che sottolinea che il secondo seggio del PLR fa gola ai verdi, ai verdi liberali e all’alleanza di centro, il PPD insomma. E Marco Chiesa getta ancora benzina sul fuoco quando dice che non fa una gran differenza se i verdi liberali conquistano un seggio in Consiglio federale ai danni del PLR. Il risultato è che un esponente ticinese di primo piano a livello nazionale è disposto a sacrificare un altro ticinese nella stanza dei bottoni della Confederazione.
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