Roba vecchia, ma sempre nuova
Niente di meglio di una proposta vecchia (2016) per inaugurare una collaborazione. Soprattutto se la cosa vecchia sembra mostrare ogni giorno di più di non essere muffa, da...
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Niente di meglio di una proposta vecchia (2016) per inaugurare una collaborazione. Soprattutto se la cosa vecchia sembra mostrare ogni giorno di più di non essere muffa, da pattumiera, ma fresca come un ovetto di oggi.
Tutto parte dal fatto che la gestione della nostra economia e della nostra società è demandata a persone che ragionano con un occhio all’ideologia e un altro al libretto della COOP, e non a coloro che sono chiamate a esprimere visioni, a dare un volto e un futuro a questo paese. Contabili che si vantano degli errori di preventivo (leggi: impreviste, ma certo non imprevedibili, sopravvenienze attive) e che non devono mai rendere conto del fatto che questi errori hanno condotto a politiche economiche e sociali che hanno pregiudicato gli interessi di molti, forse di tutti, ma comunque delle fasce sociali più deboli. Certo, si dirà che un Paese che può permettersi un vignaiolo senza qualità come ministro dell’economia e un medico-nonmedico come surreale ministro degli esteri può anche permettersi ragionieri da ultimo banco come ministri delle finanze.
Torniamo alla proposta, che vale ancora di più in questo momento di crisi sociale ed economica. Avevo pubblicamente ipotizzato, quattro anni fa, due interventi: 1. che la BNS stampasse moneta, da immettere nel circuito economico e direttamente nelle tasche dei cittadini, facendo da volano per l’economia e – altri positivi risultati indiretti – innescando un benefico effetto inflazionistico e una riduzione della quotazione del franco senza l’obbligo di acquistare euro o dollari; e 2. che, approfittando del basso costo del denaro (inferiore all’1%), il Cantone e comuni come Lugano emettessero bond per dare corpo e forma a un grande piano di investimenti, da elaborare sulla base di un progetto articolato (economico, sociale, urbanistico). Per fare un solo esempio, la costruzione del polo sportivo luganese non finanziata con un’onerosissima modalità leasing bensì con acquisto diretto. Le proposte, formulate da laico assoluto, non avevano suscitato inclite pernacchie ma un “prestigioso” e trasversale consenso, addirittura l’invito a pranzo un po’ curioso da parte di un politico di governo; ma poi nessun effetto pratico; le solite cortesi chiacchiere, insomma.
In questa difficile temperie socio-economica, occorre guardare a queste opportunità con uno sguardo non da contabile mezzemaniche, ma da politico interessato alla costruzione del nostro futuro.
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